"Avete fatto caso che gli unici roghi della storia riguardano libri e streghe?"

 

Le lacrime del pagliaccio, di Maurizio De Giovanni (Napoli, Graus, 2006).

 

Del giallista Maurizio De Giovanni pochi sanno che il suo primo libro fu Le lacrime del pagliaccio (Napoli, Graus Editore, marzo 2006). Fu Aldo Putignano a curarne le sorti e sebbene quell’acerbo lavoro non incontrasse del tutto l’approvazione generale, fu un primo passo assolutamente decisivo nell’affermazione del suo autore, che oggi è da molti considerato il maggior scrittore italiano di quel genere.

 

 

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Chi è l’autore?

Maurizio De Giovanni (Napoli, 1958) è uno scrittore, sceneggiatore e drammaturgo italiano, autore perlopiù di romanzi gialli. A Napoli vive e lavora. Nel 2005 partecipa a un concorso riservato a giallisti emergenti indetto da Porsche Italia presso il Gran Caffè Gambrinus, ideando un racconto ambientato nella Napoli degli anni trenta intitolato I vivi e i morti, che diventa la base di un romanzo edito da Graus Editore nel 2006, Le lacrime del pagliaccio, poi riedito l’anno successivo con il titolo Il senso del dolore: ha così inizio la serie di inchieste del Commissario Ricciardi. [fonte: Wikipedia]

 

Da “Le lacrime del pagliaccio” a “Il senso del dolore”

Il senso del dolore. L’inverno del commissario Ricciardi è un romanzo giallo del 2007 scritto da Maurizio de Giovanni. Questo è il della serie “Le indagini del commissario Ricciardi“, che ha avuto un successo senza precedenti.

La storia si svolge a Napoli nel marzo del 1931, durante un inverno particolarmente rigido. La città è avvolta in un clima gelido che sembra stringere ogni anima. È in questo contesto che un brutale crimine scuote l’intera opinione pubblica. Il famoso tenore Arnaldo Vezzi viene trovato morto nel camerino al Teatro San Carlo, poco prima della rappresentazione dell’opera Pagliacci. La sua gola è stata squarciata da un frammento acuminato dello specchio andato in frantumi.

Vezzi era un’artista di fama mondiale, amico del Duce, ma anche un uomo egoista e meschino. Il commissario Luigi Alfredo Ricciardi, un investigatore con una personalità enigmatica e tormentata, viene incaricato di risolvere il caso. Ricciardi ha un dono particolare: fin da quando era bambino, riesce a “vedere i morti”, ma solo quelli che sono morti in modo violento. Vede le loro immagini e ascolta le loro ultime parole, chiamando questo dono “Il Fatto“.

Affiancato dal brigadiere Maione, il commissario Ricciardi inizia le indagini interrogando il personale del Teatro. Durante le sue ricerche, incontra anche Livia, una donna affascinante, e Don Pierino, che gli fornisce preziose considerazioni sul caso. Presto, Ricciardi scopre che ci sono molte persone che avrebbero avuto un movente per uccidere Vezzi.

Il commissario è un interprete del disagio della città, attento alle esigenze dei più deboli. Grazie al suo senso di giustizia, risolve brillantemente il caso, portando alla luce la verità dietro all’omicidio. Ma oltre all’indagine, Ricciardi è anche costretto a confrontarsi con il suo segreto inconfessabile e con le sue ossessioni.

“Il senso del dolore. L’inverno del commissario Ricciardi” ha ricevuto un grande consenso e ha dato inizio a una serie di romanzi che hanno coinvolto i lettori in avvincenti avventure del commissario. Maurizio de Giovanni ha saputo creare un personaggio indimenticabile e ha saputo descrere con maestria l’atmosfera oscura e misteriosa del Napoli degli anni ’30.

Il libro è stato pubblicato per la prima volta nel 2006 con il titolo “Le lacrime del pagliaccio” dalla casa editrice Graus. Hanno fatto seguito l’edizione Fandango nel 2007 e quella Einaudi nel 2012, confermando il grande successo della serie.

Il senso del dolore. L’inverno del commissario Ricciardi” è un libro che non delude le aspettative, con una trama avvincente che tiene il lettore incollato alle pagine fino all’ultima parola. Il commissario Ricciardi è un personaggio unico nel suo gen che si trova ad affrontare non solo i misteri dell’omicidio, ma anche i suoi demoni personali.

 

“Ti dicono che il protagonista del romanzo che stai per leggere – un commissario di pubblica sicurezza nella Napoli fascista – ha facoltà paranormali, ed è naturale che qualche dubbio ti venga. Voglio dire, non è leale che un poliziotto si metta a cercare indizi con la bacchetta da rabdomante e si faccia spifferare il nome del colpevole dalla tavoletta Ouija! Poi però ti metti a leggere e i dubbi piano piano svaniscono.

Innanzitutto il commissario Ricciardi il potere ce l’ha, ma non sempre gli serve a scoprire il delinquente di turno: a volte lo mette in condizione di imboccare la direzione giusta per le indagini, a volte nemmeno quello. Questo perché a Ricciardi capita di continuare a vedere, per giorni e settimane, i “fantasmi” delle persone morte di morte violenta, cristallizzati nel luogo dove hanno perso la vita e nell’azione che stavano compiendo in quel momento. Non è un bel vedere e non si può biasimare il commissario se si porta appresso un carattere mutanghero e a volte scontroso. Il che, unito a una strisciante vena d’insubordinazione nei confronti del potere, lo rende poco gradito ai superiori e rispettato dai subordinati.” [fonte: Ugo Mazzotta, in “MilanoNera”]

 

 

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