Ricordando Marc Augé al grido di “Dio non esiste”
di Carlo Ottone
Nel mese di luglio è mancato Marc Augé (1935-2023), antropologo, scrittore e filosofo francese dei non-luoghi: molti hanno usato questa definizione nel comunicare la notizia, in effetti, Augé divenne noto in Italia per un suo libro Nonluoghi: introduzione a una antropologia della surmodernità (Elèuthera, 1993). Il luogo era l’espressione di un legame sociale indagato anche nelle dimensione storica, mentre il non-luogo è stato “identificato con gli spazi di circolazione, consumo e comunicazione caratteristici della surmodernità”, termine che Augé prediligeva per definire la nostra realtà contemporanea, in sostanza i non-luoghi sono quelli che attraversiamo nel corso della nostra vita: supermercati, stazioni, aeroporti, metropolitane e forse anche la nostra stessa vita. Augé è anche autore di un delizioso libretto, un divertissement utopico (forse, ma non troppo…) poco conosciuto: Le tre parole che cambiarono il mondo (Raffaello Cortina Editore, 2016).
Il giorno di Pasqua del 2018, durante il tradizionale discorso urbi et orbi il papa, dopo un lungo silenzio, esclamava a gran voce: “Dio non esiste!“. Tre parole che gettano nello sconforto cristiani, ebrei, musulmani, agnostici, atei, e scatenano uno tsunami nel mondo intero. E’ l’inizio di una settimana folle, che incendierà il pianeta e farà piazza pulita di ogni sentimento religioso. Ma cosa ha spinto il sommo pontefice a un intervento così intempestivo?
In tempi di massacri nel nome della religione, questa favola contemporanea visionaria e insolente, che tiene il lettore con il fiato sospeso, lascia trasparire gli accenti di una fede illuministica nella ragione: forse, senza la violenza che a volte il sentimento religioso comporta, la fratellanza tra gli esseri umani non sarebbe più utopia.
L’autore dedica il libro al papa nella speranza che “[…] considererà con sorridente indulgenza l’omaggio che ha desiderato rendergli omaggio l’ateo che è in me, il quale ha voluto temerariamente investirlo del ruolo di protagonista in questo racconto sovversivo e umanista”.
Dopo le tre parole pronunciate dal papa, precedute da “Dio non è morto!” e dalla precisazione teologica “No, non è morto, perché non è mai esistito”, il panico, lo sconcerto, si impossessò dei fedeli e dei rappresentanti delle religioni monoteiste, il Vaticano dichiarò subito che il papa era stato ricoverato in una clinica, dopodiché annunciò che era stato deposto andando a fare compagnia al pastore tedesco Benedetto XVI. Passato il panico iniziale, i rappresentanti delle altre fedi monoteiste, in linea con il fondamentalismo e l’intolleranza religiosa, dichiararono che se il dio cristiano non esisteva il loro era ben vivo e pronto ad accogliere i “senza dio” cristiani.
Solo gli atei, una volta tanto erano d’accordo con il papa ed esultarono scandendo “Il papa è con noi! Viva il papa!”. Ma cosa era successo veramente, e perché il papa aveva pronunciato quelle parole? Erano stati gli attivisti di LIBREMENT “movimento per la libertà e la resistenza mentali” e più precisamente il suo nucleo esecutivo I PARTIGIANI DELL’HUMOR NERO i quali, in seguito ad un incontro privato con il papa e un emerito professore del Collège de France avevano offerto una bevanda al papa gesuita, “una vera e propria acqua santa!”, nell’ambito dell’operazione Panoramix, “Il lavoro dei nostri ricercatori in campo neuro scientifico non è stato soltanto quello di puntualizzare la modalità di spegnimento dei fasci neuronali, ma anche quello di individuare in modo preciso i meccanismi in gioco in questo fenomeno, un fenomeno che si può oggettivamente considerare l’espressione logica dell’oscurantismo nel senso letterale del termine”.
L’operazione Panoramix fu portata a compimento su scala planetaria… e tutti furono fratelli in nome della ragione. Questo a grandi linee la storia, divertente e semiseri. Dimenticavo… il giorno di Pasqua, nel racconto, era il 1° Aprile.
Disponibilità del libro (sempre aggiormato)