"Avete fatto caso che gli unici roghi della storia riguardano libri e streghe?"

 

Jack Kerouac: tra sutre e pubblicazioni clandestine

di Carlo Ottone

 

Nel gennaio del 1998 Mondadori pubblicava La scrittura dell’eternità dorata. Koan zen e poesia beat, di Jack Kerouac, volumetto di 95 pagine, con sessantasei brevi componimenti poetici.
Kerouac cominciò ad abbozzare The scripture of the Golden Eternity nel 1956, e il libro fu pubblicato nel 1960 da Corinth Books di New York. A detta dell’autore, egli aveva seguito il suggerimento dell’amico Gary Snyder, il quale gli aveva consigliato di cominciare a scrivere sutra.

 

Il termine sutra deriva dalla radice sanscrita siv (cucire, o far passare un filo, o filare). Storicamente un sutra è un dialogo fra Gotama e uno o più dei suoi discepoli, e reca le esatte parole del Buddha giunte attraverso la tradizione orale.

In questi sutra Kerouac […] afferma di essere tutt’uno con l’universo dell’energia e della forma, una fede che ha fatto lievitare tutto il suo essere, così nell’introduzione di Eric Mottram, che appare nell’edizione americana del 1970. Nell’edizione Mondadori è presente anche l’introduzione fatta da Anne Waldman nel 1994.

La traduzione del testo è affidata a Massimo Bocchiola, storico traduttore, ma, si sa, che tradurre, voltare dall’inglese come diceva Luciano Bianciardi, altro storico traduttore dall’inglese, è un po’ tradire: bisogna essere più fedeli possibili alle forme sintattiche originali.

 

I pirati non sono solo nel Mar dei Caraibi

A qualcuno non piacque la traduzione di Bocchiola, e il fantomatico editore Jota pubblicò in quegli anni, non c’è riscontro nel libro della data esatta, una misteriosa La scrittura dell’eternità dorata (The scripture of the Golden Eternity), stavolta un volumetto di 63 pagine.

L’edizione pirata ha una genesi in Nino Nasi (1927-2016), storico bibliotecario della storica Libreria del Teatro a Reggio Emilia, che “per certo ha collaborato nei primi anni ‘ 80 ( recte ‘ 90), con un noto editore milanese, alla pubblicazione di Scritti dorati: un’edizione pirata di scritti di Jack Kerouac comprendente testi che erano stati epurati dall’edizione ufficiale pubblicata da Mondadori” in Un salto da Nino. Abbecedario della libreria del Teatro, di Pierluigi Tedeschi (Reggio Emilia, Consulta libri e progetti, 2021).

In copertina dell’edizione pirata è pubblicato un ritratto di Kerouac fatto da Joan Wilentz, che appariva sulla prima edizione americana.

Nella migliore tradizione dei libri pirata anche questo risulta pubblicato non in Italia, ma Printed in the United States of America by Profile Press, NY, non è specificato il traduttore, ma è specificato, a conferma della validità dell’operazione, il numero di catalogo della Library of Congress de La scrittura dell’eternità dorata in edizione originale.

 

Nell’introduzione è scritto che:

The scripture of the Golden Eternity è un libro che non occupa una posizione di rilievo nella produzione letteraria di Kerouac. Scritto sotto l’influsso etico ed estetico di certa letteratura mistica orientale, questo volume, pur sforzandosi di sviluppare e contenere un discorso organico (summa etico religiosa esposta in frammenti) può tutt’al più essere considerato o ricordato come summa di appunti e illuminazioni […] Da un punto di vista letterario, la scrittura non si lega né alla narrativa di Kerouac né al suo jazzistico mondo poetico: siamo lontani dall’esuberante fraseggio di On the road e dall’impulsivo improvvisato e sincopato esperimento di Mexico City Blues. Si potrebbe parlare di questo libro come di una semplice riflessione sviluppata in sessantasei testi brevi, nei quali l’esperienza degli haiku, dei sutra e di certe poetiche occidentali confluiscono cercando ordine e verità.

 

Qui si fa rifermento alla tecnica poetica dello haiku, usato anche da Ezra Pound, che è un breve componimento poetico composto in tre versi che enuclea una illuminazione affastellando più elementi significativi in un solo contesto.

 

Kerouac aveva già scritto in precedenza haiku, ma seguendo il canone classico dei tre versi. Nella scrittura, egli cerca di servirsene in modo più autonomo: sia per sintetizzare il pensiero, sia per esprimere l’illuminazione, sia per intonare il testo ad una poetica veramente immediata […] In realtà, dopo una prima lettura, si è tentati di riconoscervi un Kerouac inedito, più intimista […]

 

E qui comincia la questione della traduzione che , in quasi tutti i versi, differisce dall’edizione di Mondadori. Tranne che in alcuni componimenti quali l’ultimo:

 

Il secondo insegnamento dell’eternità dorata è che non c’è mai stato un primo insegnamento dell’eternità dorata. Siatene certi.

 

 

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