"Avete fatto caso che gli unici roghi della storia riguardano libri e streghe?"

 

La potenza di un libro quando ci racconta la sua storia attraverso la dedica autografa dell’autore

 

di Pino Colosimo

 

Cari amici del cacciatore di libri, bibliofili, collezionisti, librai e amanti del pianeta-libro, nonché estimatori di Corrado Alvaro, vi rendo partecipi della mia gioia per la mia ultima e preziosa conquista “alvariana”.

Vent’anni, di Corrado Alvaro (Milano, F.lli Treves Editori, 1930) [Coll. P. Colosimo] È questo, il romanzo elogiato dal maestro Antonio, suo padre, che scrive in una lettera di voler baciare le mani del figlio, le stesse che hanno scritto pagine così forti e importanti della nostra letteratura, non sfuggite all’attenzione di critici del calibro di Ugo Ojetti e Pietro Pancrazi. Nel dialogo dei due protagonisti Luca e Attilio, ci sono premonizioni sull’Italia che uscirà fuori dalla guerra, sul futuro della generazione dei ventenni. Affiora, quindi, l’Alvaro profeta degli anni a venire, quando Luca affermerà “ci cacceremo in tutte le imprese più disperate, in tutte le cause sballate. Credo che verremo fuori più chimerici che mai, e il mondo sarà ben felice se potrà togliercisi di dosso. Se accettasse noialtri, si dovrebbe reggere su un ordine impossibile e inumano“. Sono, queste, parole che suonano, tenuto conto della data di stesura del romanzo, come premonizione del fascismo che non tarderà ad arrivare.

Quando ritorno a Catanzaro, amo bighellonare tra le rughe del centro storico, gironzolare senza una meta lungo Corso Mazzini, ed infine sedermi su una panchetta nei pressi della basilica dell’Immacolata.
Mi diletto ad ascoltare i discorsi dei vicini “panchinari”, e deduco dal loro ironico e cacofonico chiacchiericcio che siedano abitualmente sulle stesse panchine, contribuendo così a quella statistica che attribuisce a ciascuno di noi ben 52 minuti al giorno di gossip, e in questo caso, vento di grecale permettendo.

Mi diletto ad ascoltare i discorsi dei vicini “panchinari”, e deduco dal loro ironico e cacofonico chiacchiericcio che siedano abitualmente sulle stesse panchine, contribuendo così a quella statistica che attribuisce a ciascuno di noi ben 52 minuti al giorno di gossip, e in questo caso, vento di grecale permettendo. C’è un’ora del giorno in cui il Corso sembra dividersi dal consorzio umano e l’esistenza resti sospesa, come snaturata di ogni riferimento temporale. Seduto diritto accanto a me, c’è un vecchio ed elegante signore, ho la sensazione che sia dotato di una peculiare capacità comunicativa.

C’è un’ora del giorno in cui il Corso sembra dividersi dal consorzio umano e l’esistenza resti sospesa, come snaturata di ogni riferimento temporale. Seduto diritto accanto a me, c’è un vecchio ed elegante signore, ho la sensazione che sia dotato di una peculiare capacità comunicativa.
Quando si gira verso di me, aspirando dal sigaro spento, gli sorrido e rompo il silenzio parlando del tempo, perché finalmente, dopo lunghi e tediosi giorni di pioggia, è ritornato a splendere il sole.
Annuisce con il movimento del capo, e quando mi domanda se sono del posto, gli rispondo di essere un torinese di origine calabrese.
Lui è catanzarese, abita a Firenze da sessant’anni, ed il suo rapporto con Catanzaro non è mai stato armonioso, anzi piuttosto conflittuale.

Dopo una breve pausa, riprende con un tono di voce revocatorio a raccontare della Catanzaro dei tempi che furono, quella dei suoi anni giovanili, commercialmente vivace, culturalmente ambiziosa.
Mi domanda se ho mai visitato Villa Margherita, il museo numismatico o la Biblioteca “Filippo De Nobili”, dedicata a don Pippo, l’illustre bibliotecario che consigliava importanti letture al giovane Corrado Alvaro, studente del prestigioso Liceo Pasquale Galluppi.
Gli rispondo che da mezzo secolo colleziono libri, manoscritti di Corrado Alvaro, riviste e giornali dell’epoca in cui collaborò.
L’uomo socchiude le palpebre e afferma di avere a Firenze un libro con la sua dedica autografa, del quale però non ricorda il titolo.
Gli lascio il mio recapito telefonico, pregandolo di contattarmi appena gli sarà possibile. È forse giunto il momento in cui avrei rimediato l’agognato sussidiario di cultura regionale, La Calabria, curato da Alvaro e pubblicato da Carabba nel 1931? Io posseggo soltanto la recente riedizione di Iiriti Editore del 2003.

Moltissimi giorni dopo, m’informa di essere a Firenze e di aver trovato il libro di Alvaro; appena gli sarà possibile, ritornerà a Catanzaro e mi contatterà, perché sarebbe disposto a venderlo.
Mi anticipa che è una prima edizione del romanzo Vent’anni firmata da Corrado Alvaro, edito dai Fratelli Treves nel 1930, e nonostante la copertina sciupata, il dorso maldestramente rinforzato con una striscia di scotch, le pagine ingiallite dal tempo, i suoi 92 anni se li porta bene, meglio di lui che ne ha cinque di meno.

Gli rispondo che al suo Vent’anni in prima edizione autografata, nonostante sia già da tempo presente nella mia collezione, sarei interessato per l’eventuale acquisto.
Terminata la telefonata, provo subito un senso di colpa, di pentimento, so di aver deciso di acquistare un libro seppure già presente nella mia biblioteca, ma nello stesso tempo sono convinto che sfogliatolo, avrei indubbiamente assecondato il mio fiuto, quello tipico del cercatore di libri.

A distanza di qualche mese, proprio quando non ci speravo più, mi ritrovo nel déhor del caffè Mignon, seduto davanti all’elegante vecchietto per acquistare il suo libro. L’istinto e la fortuna non mi hanno abbandonato neppure in quest’occasione.
Questo Vent’anni è una prima edizione assoluta, una delle cento copie che venivano consegnate dall’editore all’autore, a differenza della mia prima edizione, appartenente al 2° Migliaio.
La dedica autografa “Alla Signora Andreina Failla, omaggio di Corrado Alvaro – Firenze, 4 febbraio 1931” ha un’importanza storica-letteraria rilevante.

La marchesa Andreina Coraro Failla era una delle tante esponenti dell’aristocrazia e dell’alta borghesia fiorentina, che s’incontravano nel Club Lyceum Internazionale di Firenze in via Ricasoli.

Al prestigioso Club, presieduto dalla vulcanica e nobile catanzarese Jolanda De Blasi, concittadina di Andreina, ci s’incontrava per discutere, partecipare a esposizioni d’arte o concerti, letture o dibattiti. Sono stati invitati artisti, studiosi, letterati e musicisti della levatura di Pirandello, Marinetti, Uto Ughi ancora bambino, Mario Castelnuovo Tedesco, Primo Conti.

Il salone del Lyceum Internazionale di Firenze dove Corrado Alvaro tenne la presentazione del libro  Calabria, il 4 febbraio 1931.

Si legge sul bollettino del Lyceum che il 4 luglio 1931, data della dedica del libro Vent’anni, appena acquistato, che dopo l’intervento dello scrittore Guido Milanesi, interveniva Corrado Alvaro per presentare il suo nuovo libro Calabria, edito da Nemi di Firenze nella collana “Visioni spirituali d’Italia” curata da Jolanda De Blasi.

Corrado Alvaro (San Luca, 15 aprile 1895 – Roma, 11 giugno 1956) è stato uno scrittore, giornalista, poeta e sceneggiatore italiano. Dal bollettino Lyceum di Firenze – Anno XVI – Marzo 1931 – n°3 “Il pubblico ha molto gradito questa conferenza di Corrado Alvaro, e glielo ha dimostrato con un fervore di cordialità schiettissimo ed affettuoso

“Piccolo di statura, testa e fisonomia poco ravviate, voce rapidissima, accento frettoloso, gesto senza malizie del mestiere, né malizia istintiva, né malizia studiata. Ma, in compenso, eccolo sul palco con nessun’altra attrattiva che non gli provenga dalle cose che dice: egli afferra in pieno il suo argomento, Calabria, che non è né piccolo né tale da consentire la fretta; ma, per grazia di Dio, è un argomento forte e selvaggio, virile e barbaresco. E Alvaro è perfettamente all’altezza del suo difficilissimo compito e scolpisce nella roccia, tra terra e mare, uomini e paesi, tradizioni e costumanze”.

Un libro può raccontare molto attraverso la dedica autografa del suo autore; Alvaro nel 1931 è un trentaseienne affermato, è appena ritornato da Berlino come inviato del quotidiano La Stampa di Torino, e in quell’occasione intervistò Luigi Pirandello.

Nel 1930 ha pubblicato Gente in Aspromonte che si è aggiudicato il primo importante premio letterario italiano bandito da La Stampa, ed è in procinto, sempre come inviato del quotidiano torinese, di partire per la Turchia.

Ancora nello stesso anno è uscito il suo romanzo di guerra Vent’anni con forte componente autobiografica, il quale narra le esperienze di un giovane sottotenente di origine meridionale che dopo l’addestramento a Firenze, viene inviato a un reggimento di stanza sul fronte del Carso e ferito durante la presa del Monte Sei Busi.

Concludendo, si può dedurre, pertanto, quanto può raccontare un libro attraverso la dedica autografa del suo autore: Corrado Alvaro, personaggio conteso dai salotti letterari europei, non può rifiutare l’invito della marchesa catanzarese Jolanda De Blasi, presidente del prestigioso Club Lyceum Internazionale di Firenze.

Il 4 febbraio 1931 (data della dedica del mio nuovo gioiello alvariano) – Corrado Alvaro presenta il suo nuovo libro “Calabria” – per la Casa editrice “Nemi” del dottor Cherubini, nella Collana “Visioni spirituali d’Italia” curata da Jolanda De Blasi.

Jolanda De Blasi nasce a Catanzaro il 19 maggio 1888 da Girolamo De Blasi, magistrato, ex garibaldino e da Giuseppina Capone. Dal dicembre del 1900, la famiglia si trasferisce a Firenze, dove Jolanda compie tutto il percorso di studi, diplomandosi al liceo. Si iscrive poi al Regio Istituto di Studi Superiori di Firenze dove, nel 1907 conosce e diviene amica di Carlo Michelstaedter, anch’egli studente nello stesso ateneo, e di Anton Francesco Giachetti, col quale poi si sposerà. Dal 1915 al 1918, Jolanda insegna storia e letteratura al Liceo Ginnasio Dante di Firenze e dal 1922 al 1940 insegna materie letterarie all’Educandato della SS. Annunziata a Poggio Imperiale di Firenze. Contemporaneamente al suo lavoro di insegnante, scrive novelle, saggi, articoli e traduzioni e inizia una vivace attività di organizzatrice culturale. Iscritta al Lyceum di Firenze fino dal 1912, dal 1925 diviene presidente della sezione letteraria, ne decide i programmi e porta avanti una costante attività di conferenze ed eventi di divulgazione culturale.

È Andreina Failla che ha fortemente desiderato la realizzazione di questo evento, Corrado Alvaro le è riconoscente, le dona il libro Vent’anni, proprio quello che il vecchio ed elegante signore, seduto su una panchetta nei pressi della basilica dell’Immacolata, ha deciso di vendermi.

 

 

 

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