"Avete fatto caso che gli unici roghi della storia riguardano libri e streghe?"

Il disubbidiente, di Francesco Pazienza (Milano, Longanesi, 1999)

 

Un agente che sa tutto!

Si segnala raramente sul mercato dei libri fuori cataloghi ed esauriti. Parliamo de Il disubbidiente, di Francesco Pazienza (Milano, Longanesi, 1999).

 

L’ex “faccendiere” (cfr. Wikipedia per la definizione) e agente dei servizi segreti, ben noto nella storia recente italiana, nel 1999 fece uscire questa sorta di memoriale per Longanesi dove si ritrovano, come in un enorme calderone, tutti i misteri dell’Italia degli anni ’60, ’70, ’80 e perfino ’90. Dalla scheda editoriale:

“Chi ha ucciso Roberto Calvi, il banchiere di Dio? E chi ha voluto il crack del Banco Ambrosiano? Che cos’era realmente la loggia “Propaganda 2” di Licio Gelli?

E perché Ali Agca, l’attentatore del Papa, ha dato diverse versioni del suo gesto? E infine che cosa sono stati, e che cosa sono oggi, i servizi segreti italiani? Questo libro intende gettare nuova luce sui misteri che hanno segnato gli ultimi venticinque anni e svelare l’esistenza della vera guerra fredda che si è svolta nel nostro paese: quella tra gruppi politico-finanziari e apparati dell’intelligence contrapposti.”

Numerosissimi, innumerevoli i riferimenti, i dati incrociati, le digressioni che l’autore fa all’interno del suo memoriale. Praticamente, leggendolo, si fa un corso breve di storia del nostra paese. Ottima la scrittura, a metà tra saggio, romanzo autobiografico e inchiesta giornalistica.

 

Il mistero della fine di Roberto Calvi

Dal capitolo 11, Morte di un sommesso viaggiatore, ecco uno stralcio sulla figura di Roberto Calvi:

“Ero molto nervoso e preoccupato poiché da diversi giorni avevo perso le tracce di Roberto Calvi. Si era letteralmente volatilizzato nel nulla. Eravamo in molti in quei giorni ad averlo cercato invano in giro per il mondo. Chiamavo due volte al giorno Roma, e cercavo di avere le ultime notizie da Federico Umberto D’Amato al ministero degli Interni. Telefonavo spesso anche a Domenico Sica, il quale per l’occasione viveva praticamente in simbiosi con Umbertino per essere informato in tempo reale di eventuali notizie in arrivo dalla sua rete d’intelligence, attivata da giorni alla ricerca dello scomparso. Era il 18 giugno 1982, ed ero arrivato da ventiquattr’ore ad Acapulco, quando dall’Hotel Las Brisas chiamai, ancora una volta, D’Amato per sapere se ci fossero novità. “C’è una brutta notizia”, mi rispose il prefetto. “La cosa non è ancora certa al cento per cento, ma ci sono pochi margini di dubbio: hanno ritrovato Calvi.”

“Dove? Come?” chiesi pieno di curiosità mista ad angoscia. “Amico mio: è morto. L’hanno trovato impiccato a Londra sotto un ponte. La notizia mi è arrivata tramite Scotland Yard. Qui ancora non la conosce nessuno. Attendo la conferma ufficiale.”

Imperdibile per descrizione e suspense anche il passo dove Pazienza parla di Antonio Di Pietro e di come, secondo la sua ricostruzione, il magistrato sarebbe venuto alle Seychelles a pedinarlo e di come abbia rischiato la sua stessa vita nel tentativo.

Difficile dire se il libro abbia raggiunto gli obiettivi che si era dato. Resta a noi il solo indizio della sua rarità a quasi vent’anni dall’uscita. Le due copie disponibili su eBay, al momento in cui viene pubblicato questo articolo, sono un po’ l’eccezione alla regola.

 

 

Disponibilità del libro (sempre aggiornato)

 

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