Il codice Temesvar, di Umberto Eco (Milano, Edizioni Rovello, 2005).
Si tratta di una plaquette di appena 16 pagine ma di grande qualità, in carattere Bembo Monotype, composto e stampato dall’Officina Olivieri di Milano su carta velata avorio con bordi intonsi espressamente realizzata dalla Cartiera Sicars. La tiratura complessiva dell’opera, come riportato nel colophon, è di 500 esemplari, di cui 200 (contrassegnati da numeri romani) per i soci dell’Aldus Club e i restanti 300 (in numeri arabi) per le Edizioni La Conchiglia di Capri. Una sola copia pubblica, presso la Biblioteca di Storia e Cultura del Piemonte ‘G. Grosso’ di Torino.
I cultori della materia, i bibliofili e gli studiosi ne han fatto man bassa, oggi difficilmente questo titolo appare in disponibilità sui canali di vendita. Quando succede, le sue valutazioni sono sempre sostenute.
Di cosa tratta l’opera
L’opera “Il codice Temesvar” di Umberto Eco è una gustosa satira sulle infinite “Metastasi dell’Interpretazione” che possono annidarsi in un’opera come il “Cenacolo” di Leonardo da Vinci, utilizzata da Dan Brown per le sue fantasiose ipotesi sulle presunte nozze tra Cristo e la Maddalena, che avrebbero dato origine alla stirpe dei Merovingi. Eco prende le mosse da un suo personaggio di fantasia già presente in altre opere e lo utilizza per dipanare il testo disseminandolo di trame occulte, rinvii alla storia e all’attualità, giochi cabalistici e anagrammi, indizi perturbanti e ipotesi ancor più ardite di Dan Brown. L’opera si basa su una iperinterpretazione folle del “Cenacolo” leonardesco, raccontata con sarcasmo, e Eco la utilizza per mettere in risalto come Dan Brown sia stato preso sul serio, nonostante le sue fandonie siano tratte da fonti che vengono date per autentiche, e critica il fatto che molte persone abbiano creduto che le sue presunte verità fossero tangibili e reali.
Disponibilità di eventuali copie (sempre aggiornato)