Artemisia: la nascita dei diritti delle donne
Artemisia Gentileschi (1593-1654) è stata una grande pittrice nata a Roma (il padre era originario di Pisa) che oggi viene ricordata non soltanto per la sua bravura – basti pensare a quanto era difficile a quel tempo emergere in campo artistico per una donna – ma anche perché la Gentileschi ebbe il coraggio di ribellarsi e denunciare il suo stupratore.
Oggi 8 Luglio 2020, a 427 anni dalla nascita, Google la celebra con un doodle.
Suo padre, Orazio, pittore amico di Caravaggio, le permise di frequentare fin da piccola il mondo degli artisti, arrivando a essere considerata una delle pittrici più talentuose del Barocco.
Purtroppo la sua vita fu segnata dallo stupro subito a 18 anni dal pittore e amico del padre, Agostino Tassi, e dal grottesco processo che ne scaturì, in cui la pittrice fu calunniata, derisa e perfino torturata. Lo stupratore fu condannato all’allontanamento perpetuo da Roma, ma di fatto non scontò mai la pena, grazie a complicità e favoreggiamenti.
I libri che la riguardano
Il libro più importante, raro e ambito sulla vicenda – un romanzo-saggio ben documentato – è Artemisia, di Anna Banti (Firenze, Sansoni, 1947). Il libro è stato poi ristampato da Mondadori nel 1953 e in anni più recenti; Rizzoli nel 1989. Se ne conoscono perfino una edizione rumena (Bucarest, Univers,1972) ed albanese (Tirana, Dora d’Istria, s.d. ma anni ’90).
Disponibilità dei libri (sempre aggiornato)
L’edizione rumena si trova qui
L’edizione albanese si trova qui