"Avete fatto caso che gli unici roghi della storia riguardano libri e streghe?"

Un aventeformalibro per i 40 anni de “Il nome della rosa”

Due parole sull’originale di Umberto Eco (Bompiani, 1980)

Era il Settembre 1980 – esattamente quarant’anni fa – e da Bompiani usciva Il nome della rosa, del professor Umberto Eco, fino allora compìto semiologo, docente al DAMS di Bologna e autorità culturale mondiale in fatto di linguistica e medievistica. La sua passione per i libri – Eco è stato il massimo bibliofilo dei nostri tempi – e il gusto per il romanzo, per l’intreccio, per il mistero e il poliziesco, lo portano a partorire un romanzo giallo ambientato nel medioevo e in un’antica abbazia, dove stanno avvenendo misteriosi omicidi. Il nome della rosa, senza averne le intenzioni, riscrive la forma del giallo, la amplia e gli conferisce una connotazione storica, nella quale confluiscono gli spunti di un secolo, il Novecento, che è la vera anima oscura del romanzo. La vera fonte d’ispirazione. Dalla “scienza della deduzione” di Guglielmo da Baskerville, in odor di Baker Street 221B, ai labirinti magici di M. C. Escher, “trapiantati” nelle geometrie seduttive della Biblioteca del monastero.

Su Il nome della rosa sono stati versati fiumi d’inchiostro. E già questa frase richiama alla mente scene e momenti del romanzo. Soprattutto ne sono state fatte innumerevoli edizioni in tutte le lingue. E sono sorte negli anni edizioni di tutti i tipi. Da quelle illustrate, a quelle in carta speciale, a quella “riveduta e corretta” del 2012, che tante critiche hanno attirato verso l’autore, a quella di quest’anno 2020 de La Nave di Teseo, il nuovo editore, contenente i disegnini preparatori della storia, con la caratterizzazione dei personaggi.

Un atto provocatorio aventeformalibro

le due copertine a confronto (a dx l’originale del 1980)

Tra le tante, tantissime edizioni de Il nome della rosa, come poteva quindi mancare un’edizione alfabetica?

Il titolo? Non poteva che essere in ordine alfabetico, ecco quindi Della il nome rosa, di Eco Umberto.

Penso che non si fosse mai vista un’edizione che, de facto, elencasse tutte le 172.425 parole che compongono il romanzo. In ordine rigorosamente alfabetico – capitolo per capitolo.

Non si può negare che fra tutte quelle già esistenti essa aspiri ad essere la più ordinata e precisa. Nel contesto specifico una parola fuori posto spiccherebbe come un pulcino nero sulla neve.

Il quesito di fondo è se un libro debba essere o no considerato la somma delle sue parole. Il grande Eco avrebbe probabilmente – e in parte lo ha già fatto in vari lavori o interventi oratori – detto la sua sull’argomento. Nel nostro caso lascio una parentesi aperta per un possibile dibattito. Ma è chiaro che si tratta di editoria concettuale.

Pensate a uno qualsiasi dei grandi capolavori della letteratura mondiale. Ordinate con un programma ad hoc le sue parole in ordine alfabetico. Ne otterrete un condensato illeggibile di per sé, che di libro ha solo l’aspetto esteriore, ammesso che lo stampiate, ma che non può essere considerato tale. È una forma che io ho ribattezzato aventeformalibro. Un simulacro che contiene gli stessi ingredienti di una torta raffinata e squisita, ma dove gli atomi e le particelle che lo compongono sono messi come piace a noi e non ad occupare gli spazi concessi loro dalla Fisica.

Lo scopo è quello di mettere in ridicolo, di stigmatizzare e di porre in sarcastico rilievo il fenomeno, direi quasi la liturgia, delle edizioni celebrative. Quelle che solitamente vengono propinate a scadenze su base decennale e che hanno il compito di riproporre un facsmile dell’originale con la speranza di poter suscitare le stesse sensazioni della prima volta.

Il punto di vista del cacciatore di libri è che – se celebrazioni debbono essere – che lo siano con originalità.

Essendo l’opera in questione essa stessa una celebrazione, l’operazione è un volontario ossimoro, dove convivono la ferma opposizione all’editoria celebrativa e la celebrazione della stessa.

Dall’introduzione:

Almeno così gli studiosi potranno controllare meglio se i termini latini sono stati scritti senza errori; gli scienziati vedere immediatamente se ci sono riportati altri ortaggi fuori tempo; i ragazzacci cercare le parolacce meglio che con Google.

Per chi spulciasse il lavoro in cerca di errori, dirò che quelli che eventualmente troverà sono stati inseriti apposta, come lo stesso Eco avrebbe suggerito.

Spero che quest’opera non sia mai tradotta. Ad ogni modo, mai come stavolta sarebbe facile dire quasi la stessa cosa.

Dal libro all’opera finale

l’opera montata, come appare sopra il tavolo del bibliofilo

Sono stati prodotti 40 esemplari, come gli anni che ci separano dal 1980, di un aventeformalibro avente formato, aspetto esteriore e dettagli (copertina in tela, sovraccoperta, facsimile di bollino Siae, colophon, colori, disegni) conformi all’originale. Tale aventeformalibro è montato su un supporto componibile di plexiglas ed alluminio vintage, dove è apposta una targhetta che certifica l’appartenenza della struttura alla tiratura dei 40 esemplari.

L’opera è alloggiata in una scatola dedicata che funge anche da imballaggio per la spedizione.

L’opera risulta disponibile presso il cacciatore di libri.

Cosa ne pensa il book influencer Matteo Fumagalli:

 

 

Le “sguardie” dell’esemplare n. 1 ricordano uno dei fatti salienti del periodo 1980-2020, ossia l’associazione terroristica italiana denominata “Brigate Rosse”. Ogni sguardia è dedicata a un aspetto della storia politica, culturale, scientifica ed artistica dei 40 anni in esame.

il testo con le parole disposte in rigoroso ordine alfabetico

titoli e titoletti ordinati

il testo nell’aletta della sovraccoperta

la base dell’opera: un lingotto massiccio di alluminio “vintage”

il “portalibro” componibile in plexiglas trasparente si aggancia alla base di alluminio

nessun particolare è trascurato: l’ordinamento è assoluto

particolare della sovraccoperta con il titolo

nonostante l’opera non possa essere letta, si presenta quasi “fruibile”; sembra di avere in mano veramente “Il nome della rosa”

il colophon è essenziale

ogni “sguardia” è spiegata

 

 

La scatola contenente l’opera e il supporto smontato così come appare all’unboxing

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