Stefano Terra, lo scrittore-poeta che pochi conoscono
di Carlo Ciampi
La fortezza del Kalimegdan, di Stefano Terra (Sestri Lervante, Gammarò Edizioni, 2024).
È con grande piacere che apprendo di una nuova ripubblicazione di un titolo di Stefano Terra. Da anni nutro una considerevole passione per questo autore dimenticato, ma che Andrea Barbato ha definito il più grande autore del secondo Novecento. Nato a Torino, conosce Pavese, Leone Ginzburg, svolge attività antifascista che continuerà in esilio a Il Cairo dove, negli anni ’40, per le edizioni di Giustizia e Libertà pubblicherà i primi romanzi di opposizione al fascismo ed alla guerra: La Generazione che non perdona e Morte di italiani, ormai di rara reperibilità nelle edizioni originali.
Questa lodevole ristampa de La Fortezza del Kalimegdan si deve alle edizioni Gammarò e credo anche alla volontà dello scrittore Diego Zandel che ha scritto la presentazione. Zandel è stato uno degli ultimi amici vicini a Stefano Terra, in un suo sito internet di qualche anno fa lo chiamava maestro e sodale. Entrambi accomunati dall’amore per la Grecia, dove Terra ha lavorato, alternato la sua residenza con Roma e dove ha voluto essere sepolto.
L’attenzione di Gammarò per Stefano Terra è confermata dalla ristampa nel 2023 del romanzo Alessandra del 1974; stessa grafica di copertina di La Fortezza del Kalimegdan, una foto al centro della coperta bianca che a me rimanda vagamente alle copertine bianche di sapore einaudiano.
Rileggo dunque con piacere, anzi, assaporo nuovamente questo romanzo di Terra, uscito originariamente nel 1956 per l’editore Bompiani, prima edizione in brossura con una sovraccoperta illustrata da un dipinto di Mondrian dal titolo “Oriente” che rimanda più a paesi caldi, esotici che ai Balcani dove si svolge la storia. Prima edizione che mi sarei procurato nel tempo alla ricerca di tutti i titoli di Terra in prima edizione. La prima lettura di La Fortezza del Kalimegdan l’avrei fatta invece su un’edizione Euroclub sempre del 1974, un massiccio volume rilegato, coperta rigida e sovraccoperta raffigurante il volto di una giovane donna con lunghi capelli castani, una di quelle immagini che ricordano foto di attrici sulle copertine dei rotocalchi settimanali; il volume contiene due romanzi: oltre a La Fortezza del Kalimegdan, anche Alessandra, il più grande successo in termini commerciali di Stefano Terra.
La Fortezza del Kalimegdan è forse uno dei libri più belli di Terra, ambientato proprio in quei luoghi che l’autore conosce bene per averci vissuto vari anni in qualità di corrispondente per la stampa e per la Rai; da Belgrado raccontò il regime di Tito nel suo Tre anni con Tito, del 1953, per l’editore Bocca di Torino, e per questo fu costretto a rientrare in patria.
La Forrtezza del Kalimegdan narra le vicende di un giornalista impegnato nella ricerca di un uomo scomparso durante la seconda guerra mondiale in terra d’Albania, si tratta di un ufficiale dell’esercito italiano, contrario al fascismo ed alla sua insensata guerra; la moglie pensa sia ancora in vita ed arruola il giornalista per avere notizie del marito. Terra in primis era un giornalista, inviato speciale per alcune testate nazionali, e proprio in quei luoghi e quei paesi, Albania, Bosnia, Erzegovina, Atene, in cui è ambientato il romanzo. La Grecia, i paesi del Levante, il Medio Oriente saranno una costante nella narrativa successiva di Terra. La storia inizia con la Torino al tempo della giovinezza dell’autore, coi colori dell’avventura e dell’immaginazione di sapore salgariano, poi il protagonista inizierà quel viaggio per cui è stato ingaggiato dalla vecchia amica, un viaggio fisico, nei luoghi dove è ambientata la storia, ma anche un viaggio sentimentale, della memoria. La scrittura è fatta di periodi brevi, quasi fossero versi di poesia, qualcuno, non ricordo chi, mi diceva che Terra era soprattutto un poeta.
Disponibilità di eventuali copie (sempre aggiornato)