"Ci sono libri che da prede si trasformano in predatori. Temete i loro morsi, bibliofili"

 

Il libro che per anni ha vagato senza trovare un editore…

Febbre: diario di un lebbroso, di Klaus Kinski (Nessuno Editore, 2019).

Febbre: diario di un lebbroso, di Klaus Kinski (Nessuno Editore, 2019). Ecco un libro che non si trova in libreria, non si trova in edicola, non si trova in biblioteca, non si trova neppure sul web. Per cercarlo potete fare affidamento su nessuno editore. Tra le righe vi ho dato l’informazione per ottenerlo, ma sta a voi coglierla.

Il libro è una straordinaria e caustica raccolta di poesie. Scritte molto tempo fa, hanno circolato per anni, da una cartellina all’altra, senza trovare un editore che ci mettesse veramente mano. Klaus Kinski non è mai stato un autore capace di accendere l’interesse del mondo editoriale. Molti editori forse si sono per troppo tempo dimenticati che il compito di un editore non è solo quello di produrre e inventare libri ma, non talvolta bensì molto spesso, soprattutto autori.

Intanto, l’autore di cui si sta qui dibattendo, Klaus Kinski (1926-1991), va inquadrato meglio, soprattutto per le nuovissime generazioni. Fu un attore tedesco (di origine polacca) noto per le sue interpretazioni in pellicole horror e thriller altamente drammatiche come Fitzcarraldo (di Werner Herzog, 1982), Nosferatu: il principe della notte (di Werner Herzog, 1978), Aguirre furore di Dio (di Werner Herzog, 1972), Buddy Buddy (di Billy Wilder, 1981), Si era però fatto conoscere anni prima in Italia nelle produzioni cosiddette “spaghetti western” e collaborando coi maggiori registi del genere in Italia, da Sergio Leone a Damiano Damiani, Sergio Corbucci, Antonio Margheriti.

Da giovane Klaus Kinski non ha sempre scritto poesie – questo lo ha raccontato lui stesso. Tutte o quasi, infatti, risultano composte in un periodo ben preciso, tra il 1948 e il 1956. In Germania avevano visto la luce nel primo decennio del secolo, in due differenti edizioni, ma passate quasi inosservate. La prima edizione fu Fieber: Tagebuch eines Aussätzigen, di Klaus Kinski e Ben Becker (edizione privata, 2001).

Ma leggiamo qualcuno di questi versi drammatici – tradotti da Antonio Curcetti – e che hanno spaventato così a lungo gli editori. E vediamo subito la loro forza dirompente, un fiume in piena  che travolge subito il paesaggio mentre passa e straripa impetuoso. Non ci sono barricate, isole felici, approdi sicuri. Tutto viene travolto via. Rimane solo lui, il terribile Kinski che ride contemplando le rovine del mondo.

A sinistra “Il giorno del giudizio”; a destra “Seni di Lillà”.

Alcuni libri e ricordi interessanti

Klaus Kinski: del Paganini e dei Capricci, di Stefano Loparco (Piombino, Edizioni Il Foglio, 2015). Uscito nel 1989, Kinski Paganini fu l’unico film da regista dell’attore tedesco. Una pellicola ardita, sperimentale, in cui l’attore interpretò una parte magistrale nei panni del grande Niccolò Paganini. Al tempo stesso è sia una biografia di Paganini che una autobiografia dove il regista-attore ha voluto saldare la sua esistenza prendendo il grande violinista e compositore genovese come gemello di scena. Il film non è stato capito, giace incompreso in attesa che ne venga decretato il genio. Il libro di Loparco lo racconta.

 

Alcuni libri di/su Klaus Kinski (sempre aggiornato)

 

Autograph letter signed (“Nikolaus”). Kinski, Klaus, actor (1926-1991). Delirante lettera (circa 1957) dell’attore Klaus Kinski alla ex moglie.

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[Si ringrazia Carlo Ottone per la prima segnalazione]

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