ROMA PORTA PORTESE Domenica 14 Marzo 2021 Tempo fa, su una bancarella di Via Bargoni, al prezzo di euro 2,50 e allo stato di esemplare come nuovo, è stato avvistato un libro che, senza enfasi, sento di poter tranquillamente definire uno dei capolavori del ‘900 europeo.
Stiamo qui parlando dell’opera più nota e acclamata dello scrittore sloveno nato a Trieste (all’epoca facente parte dell’Impero austro-ungarico e oggi come sappiamo italiana): Boris Pahor ultracentenario (essendo nato nel 1913).
Si tratta di un romanzo di memorie, quindi autobiografico, intenso e sconvolgente, in cui l’autore narra della sua prigionia in un campo di concentramento nazista: opera, tra l’altro, di uno scrittore che a suo tempo venne anche segnalato più volte all’Accademia di Svezia per l’assegnazione del premio Nobel per la letteratura. Purtroppo non si tratta dell’introvabile prima edizione in italiano del libro dal titolo Necropoli (in originale “Nekropola“) pubblicato a San Candian d’Isonzo dal Consorzio culturale del Monfalconese nel 1997 e neanche della altrettanto rarissima seconda edizione di Ronchi dei Legionari del 2005, bensì di una quarta edizione (dopo una terza Mondadori del 2008) prima dell’Editore Fazi di Roma, pubblicata a gennaio 2008 nella collana “Le strade“.
Comunque, si tenga presente che questa edizione si avvale di una bellissima introduzione di Claudio Magris, dal titolo Un uomo vivo nella città dei morti e di una altrettanto evocativa illustrazione in copertina opera del grafico Maurizio Ceccato.
Infine: “Necropoli riesce a fondere l’assoluto dell’orrore con la complessità della storia“, come possiamo leggere dall’introduzione di Magris riportata sempre in copertina. Insomma: un “memoir” indimenticabile e prezioso. (E. P.)
Due parole su Pahor e le edizioni di Necropoli
Disponibilità del libro & correlati (sempre aggiornato)