"Avete fatto caso che gli unici roghi della storia riguardano libri e streghe?"

 

Quando una mostra parla al cuore: Giuseppe Ungaretti e “Il Porto Sepolto”

 

La mostra “Giuseppe Ungaretti: Il Porto Sepolto 1923. Storia di un’edizione“, ospitata presso il Museo della Carta di Pescia, rappresenta un evento culturale di grande rilevanza, inserito nel progetto espositivo “Nuovi percorsi tra passato e futuro. 5 mostre per 1 Sistema museale“. L’esposizione, aperta dall’8 febbraio al 2 giugno 2025, offre uno sguardo approfondito sulla storia della celebre raccolta poetica di Ungaretti e sul contesto storico-culturale che ne ha accompagnato la pubblicazione.

Il Porto Sepolto è una delle opere più emblematiche di Giuseppe Ungaretti. La raccolta, successivamente confluita in L’Allegria, riflette il dramma umano della guerra e la ricerca di una verità universale attraverso un linguaggio essenziale e simbolico. Il titolo stesso richiama un’immagine carica di mistero: un porto nascosto che simboleggia il viaggio introspettivo del poeta verso l’essenza dell’animo umano. La poesia diventa così uno strumento per riportare alla luce ciò che è nascosto e condividere questa scoperta con l’umanità.

Siamo certi che il Museo della Carta di Pescia (condotto da Massimiliano Bini), noto per il suo impegno nella conservazione della tradizione cartaria, sia senza dubbio la sede ideale per esplorare la storia dell’edizione del 1923 de Il Porto Sepolto.

 

L’opera e il suo significato

Il Porto Sepolto” di Giuseppe Ungaretti rappresenta uno dei momenti più significativi della poesia italiana del Novecento, segnando un punto di svolta sia dal punto di vista tematico che stilistico. Pubblicata per la prima volta nel 1916, durante la Prima Guerra Mondiale (Udine, Stabilimento tipografico friulano, 1916), questa raccolta è emblematica non solo dell’esperienza personale del poeta nelle trincee, ma anche della nascita di una nuova sensibilità poetica.

Ungaretti utilizza il simbolo del “porto sepolto” per rappresentare la profondità dell’animo umano e il mistero inesauribile che vi risiede. Il poeta si immerge metaforicamente in questa dimensione nascosta, come un archeologo o un moderno Orfeo, per riportare alla luce verità universali e intime riflessioni sull’esistenza. Questo tema centrale si lega a una concezione della poesia come strumento di conoscenza e rivelazione: il poeta esplora l’inconscio e l’ignoto, trasformando le sue scoperte in versi che, tuttavia, rimangono parziali e frammentari, incapaci di cogliere pienamente il segreto della vita.

La raccolta riflette anche l’esperienza diretta della guerra. Le poesie brevi ed essenziali descrivono il dramma umano e la fragilità dell’esistenza, ma al contempo cercano una dimensione trascendente che dia senso al dolore. Ungaretti introduce così un messaggio di fratellanza universale nella sofferenza, come spiegato nella sua Nota introduttiva alla raccolta: la poesia diventa un mezzo per condividere l’esperienza comune dell’umanità, anche nei momenti più tragici.

Dal punto di vista formale, Il Porto Sepolto rompe con le convenzioni poetiche precedenti. Ungaretti abbandona la metrica tradizionale e la rima per adottare versi liberi e brevi, caratterizzati da una sintassi scarna ed essenziale. La punteggiatura è assente, mentre gli spazi bianchi tra i versi creano pause che amplificano il significato delle parole. Questa scelta stilistica riflette la volontà di restituire alla parola poetica una purezza primigenia, eliminando ogni elemento superfluo per concentrarsi sull’essenziale.

Ungaretti si distacca così sia dalla magniloquenza dannunziana sia dal tono dimesso dei poeti crepuscolari, inaugurando una stagione poetica nuova basata sull’introspezione e sull’ermetismo. La sua “parola nuda” diventa lo strumento per esprimere l’indicibile e per indagare il mistero dell’esistenza.

 

L’edizione del 1923

Questa edizione del 1923 – fulcro della Mostra ad essa dedicata – fu stampata su carta fatta a mano carta fabbricata a mano dalla cartiera Magnani di Pescia, utilizzando uno stampo con ex libris creato da Ettore Serra, mecenate che sostenne Ungaretti nella pubblicazione dell’opera. Lo stampo originale, con le iniziali “E” e “S”, è oggi parte delle collezioni del museo ed è stato recentemente digitalizzato in 3D grazie al progetto europeo EUreka3D, rendendo possibile una visione dettagliata di questo prezioso manufatto. L’esposizione non si limita alla dimensione poetica, ma intreccia anche la storia della produzione cartaria tradizionale, evidenziando il ruolo del Museo della Carta come custode di un patrimonio materiale e immateriale unico. I visitatori possono ammirare strumenti storici utilizzati per la produzione della carta filigranata e scoprire come queste tecniche siano state recuperate e valorizzate nel tempo.

 

La mostra

La mostra fa parte del progetto più ampio del Sistema Museale Pistoiese (SIMUP), che collega cinque diverse esposizioni dedicate alla storia e al patrimonio culturale del territorio. Questo approccio integrato mira a rafforzare il legame tra musei e comunità locali, offrendo al pubblico una visione cronologica degli eventi e delle opere che hanno segnato la provincia di Pistoia. Per incentivare le visite, è stata introdotta la SIMUP Card, che permette l’accesso agevolato alle mostre temporanee e alle collezioni permanenti dei musei aderenti. Durante il periodo dell’esposizione sono previsti eventi e attività di approfondimento per coinvolgere un pubblico eterogeneo. Tra questi spicca il ciclo “Domenica più”, con visite guidate gratuite e un servizio navetta ecologico che collega le diverse sedi espositive del SIMUP. Queste iniziative sottolineano l’impegno verso un turismo culturale sostenibile e inclusivo.

Esaustivo e di grande impatto grafico il bellissimo catalogo curato da Edoardo Barbieri, impaginato da Luca Negretti e con una premessa di Carlo Ossola, che spiega nei dettagli anche la genesi dell’opera tipografica.

 

 

 

 

 

Si può ancora trovare una copia originale?

Reperire una copia de Il Porto Sepolto (La Spezia, nella Stamperia Apuana di Ettore Serra, 1923) oggi, per il collezionista medio, è un’impresa ardua. L’importanza estrema dell’opera per la svolta che impartì alla poesia italiana e il limitato numero di copie (500) della prima tiratura ne fanno un titolo che circola con difficoltà e a valutazioni antiquarie considerevoli, nell’ordine dei duemila-tremila euro.
Il particolare da pochi conosciuto ma che di più impreziosirebbe il libro è il cofanetto originale della Stamperia Apuana di Ettore Serra. Veramente pochi gli esemplari che ancora ne sono in possesso.

 

 

Disponibilità di eventuali copie de “Il Porto Sepolto” (sempre aggiornato)

 

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