"Avete fatto caso che gli unici roghi della storia riguardano libri e streghe?"

 

L’arte del contrappunto passatempo armonico-poetico in ottava rima che contiene le regole principali dell’Armonia; ed un compendio dell’origine, dei progressi, della decadenza, del risorgimento, e propagazione della Musica fino al corrente secolo diviso in quattro parti con un appendice intitolato Cisolfautte agli Elisi composto … da Lotario Ganleno [Angelo Ortolani] (Siena, dai torchi di Pandolfo Rossi all’insegna della Lupa, 1828).

 

 

Lotario Ganleno alias Angelo Ortolani

Un autore misterioso, a causa di un azzeccato ed arguto pseudonimo. Chi si celava dietro l’appellativo di Lotario Ganleno? Siamo qui a parlare di una figura che, nonostante la sfuggente presenza nella cronaca musicale, ha lasciato un’impronta caratteristica nel panorama musicale italiano della prima metà del XIX secolo.

Lotario Ganleno, pseudonimo (e anagramma perfetto) di Angelo Ortolani (1788-1871) fu un uomo che incarnò pienamente l’atmosfera musicale del XIX secolo. Nato nel cuore ritmico di Siena nel lontano 1788, sotto gli Asburgo-Lorena, scelse l’arte come la sua destinazione e il mondo come il suo palcoscenico, e così, lo sconosciuto studente si trasformò in Lotario Ganleno, il maestro.

Ganleno, aveva ricevuto la sua educazione musicale da celebri personaggi dell’epoca, fra tutti Deifebo Romagnoli ed il fratello Ettore Romagnoli. Dopo il suo apprendistato, incarichi importanti attendevano questo talentuoso senese. Divenne infatti maestro del coro dei fanciulli alla Chiesa Collegiata di S. Maria di Provenzano e maestro di solfeggio e canto nella scuola annessa, succedendo al suo maestro Ettore Romagnoli.

Quando la penna dell’artista non danzava sulle pagine delle partiture, volteggiava elegantemente attraverso le pagine del racconto storico e della commedia. Le sue opere “Memorie della città di Siena” e “Nuovo teatro comico” sono vividi testimoni del suo talento poliedrico.

Tra le opere musicali attribuite a Ganleno, tuttavia, una risplende per la sua rilevanza e l’aura di mistero che la circonda: “L’arte del contrappunto” del 1828. “L’arte del contrappunto” viene ricordata come un’opera tanto singolare quanto il suo autore, un intricato intreccio di armonie e discordanze, di tonalità e sfumature, un manuale per scrutare l’anima del contrappunto, punteggiatura poetica della musica.

L’opera simboleggia l’ultima parola di un uomo che, come un vero maestro, trasformò la musica in un linguaggio universale. E ancora oggi, nel chiosco di un parco o nel silenzio di una biblioteca, potreste sentire la sua melodia, un’eco lontana, il ricordo di Lotario Ganleno, l’uomo che parlava in note musicali e scriveva in emozioni.

 

L’arte del contrappunto

Il calore di una storia può talvolta essere celato dietro freddi titoli e nomi dimenticati. Entra in scena “L’arte del contrappunto“, un’opera chiave all’interno della vasta produzione musicale italiana, attribuita a un personaggio enigmatico: Lotario Ganleno, uno pseudonimo, una maschera celante il vero Angelo Ortolani. In un raffinato gioco di anagrammi, da Ortolani nasce Ganleno, allo stesso modo da un fascinoso sospiro musicale, vedrà la luce “L’arte del contrappunto“.

Pubblicata nel lontano 1828, “L’arte del contrappunto” rappresenta un sofisticato enigma nella genesi musicale di Lotario Ganleno, estensione di una storia personale ricca e poliedrica. Le trame della genesi di quest’opera sono state tessute nel fervore artistico del XIX secolo, un’epoca nella quale si incrociavano melodie ed emozioni, lingue artistiche e stupore.

Ganleno – o meglio, Ortolani – era un compositore unico, imbevuto di uno spirito artistico che si nutriva dell’estro dei suoi maestri e dell’energia propulsiva del fervente contesto culturale. Attingendo da queste risorse, egli portò in vita i fondamenti dell’opera in questione.

L’arte del contrappunto” è più di un semplice manuale. È un viaggio attraverso l’intersezione armoniosa e dissonante delle note, un affascinante racconto del mistero del contrappunto, arte che scandisce la musica come una poesia sublime e misteriosa. Quest’opera rispecchia la profonda passione di Ganleno per la strumentazione musicale e la sua caparbia missione di decifrare e presentare al mondo l’intricato linguaggio del contrappunto.

Negli anni a venire, la paternità dell’opera è stata messa in discussione da vari studi, gettando un alone di mistero ancora più intrigante sulla sua genesi. Nonostante la scarsità delle fonti disponibili, quello che emerge è un quadro di un artista impegnato nella scrittura e composizione della sua opera, di un uomo ben noto fino a che non indossò la maschera che lui stesso aveva creato.

Come un maestro dell’incisione su nastro sonoro, Ganleno ha intagliato con cura ciascuna nota e frase di “L’arte del contrappunto“, infondendo in ogni pagina la sua profonda conoscenza e la sua passione per l’arte musicale. L’opera, al di là dei dibattiti sulla sua autenticità, rimane come un emblema della complessità melodica del contrappunto e un tributo duraturo al suo ingegnoso compositore.

L’arte del contrappunto” del 1828 è così un capolavoro dell’epoca, immerso nel diletto musicale, nelle emozioni e nelle ali del tempo. Ad oggi, tra le trame della storia, la musica di Ganleno continua a risuonare, un’eco lontana del suo genio artistico e dell’eredità inesauribile dell’opera.

 

La struttura dell’opera

L’arte del contrappunto” di Lotario Ganleno, pubblicata nel 1828, non è semplicemente un’opera musicale, ma un tomo che abbraccia la totalità della musica. Questo lavoro è un’audace fusione di poesia e musica, di armonia e ritmo, di storia e cultura, presentandosi come un manuale di contrappunto suonato in ottava rima.

La costituzione dell’opera è suddivisa in quattro parti principali. L’organizzazione dell’opera suggerisce una progressione intenzionale dal particolare al generale e viceversa, alternando discussioni tecniche con esplorazioni storiche dell’arte musicale.

Nell’introduzione del libro, Ganleno si impegna a esporre le regole principali dell’armonia, un approccio sistematico ai fondamenti della musica. La seconda parte è un viaggio attraverso il tempo, un compendio dell’origine, dei progressi e della decadenza della musica, fino al risorgimento e alla diffusione al suo tempo, il XIX secolo.

Ganleno dedica una sezione del libro a un appendice chiamato “Cisolfautte agli Elisi“, un enigmatico contributo che invita a entrare nelle sfumature più raffinate del contrappunto e della sua pratica.

Infine, l’opera è una dedica alla nobildonna Contessa Fanny Pieri nata Spannocchi, un omaggio che sottolinea il profondo rispetto di Ganleno per il mecenate e il ruolo indispensabile del supporto artistico nella sua epoca.

Purtroppo, molte delle affermazioni e giudizi critici contenuti nell’opera non sono più condivisi oggi o sono stati superati dagli studi musicologici. Vi sono inoltre alcune discrepanze cronologiche nella descrizione della storia della musica, probabilmente dovute alle scarse fonti disponibili a Ganleno all’epoca.

Nonostante tutto, la struttura complessiva de “L’arte del contrappunto” testimonia l’impegno di Ganleno nel creare un manuale completo – un poemetto armonico-poetico – che collega l’arte del contrappunto all’ampio arco della storia musicale.

 

 

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