"Avete fatto caso che gli unici roghi della storia riguardano libri e streghe?"
Giacomo Matteotti, figlio del Polesine: un grande italiano del Novecento, di Diego Crivellari; Francesco Jori (Adria, Apogeo Editore, 2024).

 

 

 

 

 

Matteotti: istruzioni per l’uso!

 

di Massimiliano Tropeano

 

Un libro scatola che contiene tutte le spiegazioni di una storia fin troppo conosciuta ma di cui pochi ne vedono il risvolto contemporaneo. Il risvolto di un bugiardino prezioso per una medicina conosciuta (soltanto di nome), che nessuno ha più voglia di leggere e si butta via tosto.

Eppure Il nostro “foglietto” (di circa 200 pagine, ben documentato) ci guida attraverso la storia di un principio attivo chiamato Antifascismo, in un Polesine e che ha avuto come sperimentatori i ciceruacchi e gli Andrea Costa, i papaveri come Malatesta e le leghe dei braccianti agricoli. Un Polesine testimone tumultuoso (suo malgrado) dell’involuzione politica del paese, culla di un Matteotti monumentale che si inventa la figura leader del segretario di partito, che stampa e distribuisce da sé un libro che rappresenta da solo (in sole 90 pagine) tutta la sintesi di un’epoca e tutta l’antitesi del metodo politico dominante in quegli anni. Un Matteotti epigono etico ed intransigente di un particolare modo (vecchio?) di concepire la politica.

Una medicina oggi controversa quella dell’antifascismo (che da miele quasi diventa olio di ricino) che noi italiani, con crescente ansia, riusciamo sempre meno a trangugiare e sempre meno a capire se veramente ci aiuterà o no. Molti dicono che è scaduta, vecchia, retorica e senza senso (la medicina…), il cui abuso ha portato all’effetto collaterale del rigetto, che l’antifascismo è superato… ma lo abbiamo superato veramente o lo abbiamo solo accostato sull’autostrada dell’educazione politica?

Epperò si sa che i foglietti allegati ai medicinali sono complicati e difficili da capire dove la distanza tra rigorosa analisi accademica e la leggerezza dei social è siderale. E diciamocelo: non l’abbiamo mai capito fino in fondo questo benedetto bugiardino se è vero, com’è vero, che ci sono ancora i “presenti” a braccio teso per le commemorazioni varie a Roma, o se la città di Salò a quello lì non gli ha mai revocato la cittadinanza onoraria.

A pensarci bene, questo antifascismo ha rappresentato la penicillina del nostro mondo e dei diritti del mondo occidentale negli ultimi 80 anni … ma si sa: le cose scontate, le cose aggratis non hanno valore.

In sintesi, il libro di cui stiamo parlando è un ottimo tonico irrinunciabile, laddove si, Matteotti rappresenta “il socialismo che è mancato all’Italia, lungo il corso del Novecento”, ma resta tuttavia la necessità (ci ha provato Carlo Greppi in un altro bugiardino) di andare più a fondo. La necessità di un’analisi critica della vera rilevanza dell’antifascismo nella società di oggi, multietnica e cibernetica con tre o quattro generazioni successive.

Resto col bugiardino in mano… me lo sfoglio, me lo penso e mi prendo questa medicina: che male non mi farà. Ad utrumque paratus.

 

 

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