"Avete fatto caso che gli unici roghi della storia riguardano libri e streghe?"

I tre pugnali, di Pietro Mormino (Edizioni SO, 2021); introduzione di Simone Berni; postfazione di Domenico Cammarota.

 

le tre edizioni del libro (al centro l’originale del 1939)

Il giornalista Pietro Mormino negli anni fra il 1937 e il 1943 si dedica a tempo pieno alla narrativa, scrivendo un enorme numero di romanzi gialli e d’avventura, dallo stile popolare alla Edgar Wallace, diventando una firma assai nota fra gli appassionati del genere. La sua vita terminerà tragicamente, quel 12 luglio del 1944, fucilato dai tedeschi nella strage di Cibeno.
Preziosa la riscoperta di uno dei suoi romanzi più riusciti, I tre pugnali, caratterizzato dalla realistica ambientazione in una Roma degli anni trenta, che di sicuro meritava d’essere sottratto all’oblio e ripresentato in una veste libraria più degna.

 

La postfazione di Domenico Cammarota:

Pietro Mormino nasce a Palermo nel 1907, da un’antica famiglia diffusa nel circondario di Termini Imerese; il doppio cognome che a volte adopererà in futuro per firmare dei suoi brani, Mormino-Arcoleo, così come lo pseudonimo parimenti usato, P.M. Arcoleo, deriva dal fatto che la sua nonna materna di cognome faceva Arcoleo, mentre il nome Pietro era lo stesso del nonno. Nella seconda metà degli anni venti frequenta l’Università di Palermo, collaborando frequentemente alla rivista «Vent’anni», settimanale del GUF palermitano (1929-30); contemporaneamente, inizia a collaborare a molti giornali e riviste nazionali come la «Rivista Aeronautica», «Costruire», «L’Arte fascista», «Le vie dell’Impero», «L’Ala d’Italia», il «Corriere dei Piccoli», ecc., occupandosi quasi sempre d’argomenti divulgativi d’interesse aeronautico, geografico, storico, e di viaggi ed esplorazioni in Africa e attorno al mondo. Dopo la laurea e la scelta della professione giornalistica, con brevi soggiorni e spostamenti a Napoli, Roma, Firenze e Genova, finisce per stabilirsi definitivamente a Milano, nella seconda metà degli anni trenta, mettendo su famiglia, sposandosi e avendo un figlio maschio. Nella frequentazione degli ambienti culturali e giornalistici milanesi, spesso caratterizzati da veglioni e feste danzanti, ha anche occasione di mettersi in luce come affermato Maestro di ballo, materia sulla quale pubblicherà poi un Manuale specialistico più volte ristampato e noto in tutto il mondo. Nel 1936 è nominato membro del direttorio del Sindacato Nazionale Autori e Scrittori. Negli anni fra il 1937 e il 1943 si dedica a tempo pieno alla narrativa, scrivendo un enorme numero di romanzi gialli e d’avventura, dallo stile popolare alla Edgar Wallace, diventando una firma assai nota fra gli appassionati del genere, anche se molti testi saranno editi e/o riciclati con vari pseudonimi. Dopo l’8 settembre 1943 entra a far parte della Resistenza; nel gennaio 1944 è arrestato e rinchiuso nel carcere di San Vittore, da dove verrà poi trasferito e internato il 27 aprile nel campo di concentramento di Fossoli, dove stazionavano per alcuni mesi ebrei ed antifascisti prima d’essere immessi nei treni destinati a Mathausen e altri campi di sterminio. Finito nel mirino della Gestapo, in quanto considerato fra i “ribelli pericolosi” capaci di scatenare una rivolta nei campi, Pietro Mormino è prelevato il 12 luglio 1944 e condotto nel vicino poligono di Cibeno (Carpi), e lì, insieme ad altri 66 prigionieri, ucciso con un colpo alla nuca da parte d’un drappello di SS, e poi seppellito sotto uno strato di calce. Un anno dopo, a guerra finita, a lui e agli altri martiri della strage di Fossoli verranno eseguiti solenni funerali nel Duomo di Milano, e il suo nome sarà eternato in almeno una decina di lapidi con l’elenco dei morti, diffuse in molte città del Nord Italia; la sua sepoltura definitiva avviene nel cimitero monumentale di Milano, nell’area meglio nota come il “Campo della Gloria”, sotto la lapide n. 186. È singolare che qualche giorno dopo l’assassinio di Mormino, il 18 luglio 1944 veniva assassinato a Bellagio dai fascisti repubblichini anche un altro grande giallista italiano, Augusto De Angelis; ma il comune destino di martiri della Resistenza che accomuna Mormino e De Angelis, non li accomunò pure nella loro fama postuma, visto e considerato che oggi i romanzi gialli di De Angelis vengono ristampati da editori come Mondadori e Sellerio, mentre invece in 75 anni di totale rimozione editoriale, nulla del genere è stato mai fatto per i romanzi di Mormino, forse considerati un po’ troppo “popolari” e di minor interesse culturale rispetto allo stile più raffinato di De Angelis… Ben venga quindi questa preziosa riscoperta editoriale effettuata da Simone Berni d’un bel romanzo di Mormino, I tre pugnali, caratterizzato dalla realistica ambientazione in una Roma degli Anni trenta, che di sicuro meritava d’essere sottratto all’oblio e ripresentato in una veste libraria più degna. Molti romanzi dell’autore sono delle rarità bibliografiche, generalmente presenti nel circuito ICCU solo in un paio di copie; per questo motivo, e per offrire uno strumento di ricerca adeguato abbiamo ritenuto di inserire anche la bibliografia completa di Mormino secondo le nostre ultime ricerche, caratterizzate dalla scoperta d’alcuni titoli finora ignorati.

 

E poi c’è la copia ‘pugnalata’

Realizzata – appositamente per il Salone della cultura di Milano 2021 – una tiratura speciale di 10 esemplari del libro di Pietro Mormino con i volumi completamente trafitti da tre pugnali realizzati a mano e dipinti. Il libro è un concept – però perfettamente leggibile all’occorrenza in quanto i fori non ledono il testo.

 

 

Dove trovare le copie del libro (sempre aggiornato)

 

COPIA IN BROSSURA SEMPLICE E COPERTINA MORBIDA

COPIA RILEGATA CON COPERTINA RIGIDA

COPIA ‘PUGNALATA’

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