"Ci sono libri che da prede si trasformano in predatori. Temete i loro morsi, bibliofili"

 

Alle origini della ribalta “Skinhead” in Italia

Il libro “Skinhead” di Riccardo Pedrini, sebbene sia il testo più importante e conosciuto per la ribalta skinhead nel nostro paese (uscì nel 1996), tale da essere unanimemente riconosciuto come un autentico libro cult sull’argomento, non si può dire che sia il primo a vedere la luce.

Per la precisione, a precederlo furono altri due libri. Si tratta di Skinhead, di Marie Hagemann (Firenze, Salani, settembre 1993) e Blood and Honour, a cura di Valerio Marchi (Roma, Koinè Edizioni, ottobre 1993). I libri sono entrambi d’autore.

 

Dalla Germania con paura

Skinhead, di Marie Hagemann (pseud.) (Firenze, Salani, 1993)

Marie Hagemann è lo pseudonimo di una nota scrittrice tedesca la quale:

[…] ha ricevuto minacce tali durante le ricerche per la stesura [del] libro da indurla a pubblicarlo sotto falso nome e a mantenere il più stretto riserbo sulla sua vita privata.

Il fenomeno skinhead viene visto da Elisabeth Zöller (questa la vera identità dell’autrice) come un qualcosa di assolutamente negativo, basta leggere la quarta di copertina, con commenti come “smascherare determinate persone”, “…volutamente evitato di commentare i fatti”, “la brutale realtà si commenta da sola”, “…spaventosa mancanza di punti di riferimento”. Eppure il volume viene pubblicato da Salani nella collana Le linci, dove appariranno anche bestseller come Unico indizio la luna piena di Stephen King e Ritorno al futuro di George Gipe.

Dal capitolo 11:

Cambiò qualcosa. il nostro stare insieme era diverso, tutta la nostra truppa era diversa. Il fatto che il vecchio Motte portasse con sé i suoi ragazzi, come continuava a chiamarli, non era la sola ragione. C’era di più. Tra di noi ci salutavamo con il saluto hitleriano. Fuori alzavamo solo il braccio. ma c’era qualcosa di più. All’improvviso avevamo uno scopo. Ma non era ancora tutto. Adesso avevamo uno scopo comune. Eravamo uniti.

A poco a poco nasceva in noi una fede. E quando ce l’hai, la fede in qualcosa, allora tutto ruota intorno a quello. E ciò in cui credi è il centro della tua vita. Tu vivi solo per quello. E tutto il resto perde importanza. Era così. E poi credevamo in noi stessi perché qualcuno credeva in noi.

 

Trovabilità del libro

Skinhead di Marie Hagemann non è rarissimo; si rinviene ancora qualche copia ma la sua disponibilità va calando.  

 

Da uno studio dell’URISPES

Blood and Honour, a cura di Valerio Marchi (Roma Koinè Edizioni, 1993)

Valerio Marchi è il giornalista che – per così dire – è lo studioso “istituzionale” del fenomeno skinhead in Italia. Come direttore dell’Osservatorio sulle Culture Giovanili dell’EURISPES pubblica (appena un mese dopo il volume della Hagemann) il suo Blood and Honour, per conto di Koinè Edizioni.

Dalla quarta di copertina:

Il Rapporto esplora una realtà giovanile, quella della destra skinhead, fino ad oggi sommariamente conosciuta solo attraverso l’informazione massmediale, ed in cui la sovrapposizione di elementi politici tradizionali e di elementi sottoculturali giovanili crea un livello di complessità che poco si adatta ai limiti ed alle peculiarità delle comunicazioni di massa.

Il libro fa una distinzione fra movimento skinhead (altresì detto “sottocultura”) e  il movimento bonehead. Tutte le regioni italiane – quindi, ogni realtà locale – vengono sezionate attraverso il filtro delle sottoculture giovanili e un “taglio” del genere è tipico di un Rapporto quale il libro in effetti è.

 

Trovabilità del libro

Piuttosto raro, almeno in prima edizione.

 

 

 

Disponibilità dei libri (sempre aggiornato)

 

Su COMPROVENDOLIBRI (BLOOD AND HONOUR)

 

 

Su AMAZON (Skinhead di Riccardo Pedrini)

 

 

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