Viva il ripescaggio
di Alessandro Brunetti
Un giorno stavo facendo visita a una delle più note librerie dell’usato di Roma (tralascio il nome per ovvi e consequenziali motivi), quando un romanì entra nel negozio. Mi avvicino per sentire cosa avessero da dire il proprietario del negozio e l’uomo che poco prima avevo visto intento a sondare un cassonetto per strada. E mi rendo conto che il cercatore di cose stava facendo vedere il suo bottino di libri al venditore, sperando che qualche titolo fosse di suo interesse. Purtroppo in quella pila di volumi nulla si è salvato e il romanì, uscendo e ringraziando (evidente che fosse una pratica usuale la loro), diceva che li avrebbe buttati. Personalmente non ho visto che un paio di titoli, non interessanti. Ma questo è davvero poco importante. la cosa che conta è che la gente, come dico sempre, butta i libri. E qualcuno li raccoglie. Non mi vergogno a dire che io sono tra questi ultimi. I libri, se non sono messi male o del tutto inutili, hanno sempre una seconda possibilità, se non altro negli biblioteche di scambio. L’altro giorno qualcuno ha abbandonato una quarantina di volumi per strada. Più che sporchi, polverosi. Una buona metà abbondante sono finiti negli scaffali di scambio che una casa editrice di Roma, assai schierata, ha fuori dai suoi uffici. Gli altri, che metto qui in foto, una volta puliti e catalogati, troveranno presto o tardi un nuovo estimatore.