Da Acciaio ad Amianto il passo è breve
di Alessandro Brunetti
Qualche giorno fa, mentre come un normale lanzichenecco, scorrevo i vari siti che consulto regolarmente a caccia di notizie in grado di spiegarmi il caos in cui viviamo (e regolarmente continuare a non capirci un nulla), mi imbatto in una notiziola in fondo a Il Foglio online. Riguarda la nuova edizione di un libro che non conoscevo (Amianto), di uno scrittore che non conoscevo (Alberto Prunetti), segnalato a suo tempo da un recensore che è invece uno scrittore molto noto (Valerio Evangelisti). La curiosità aumenta perché l’argomento del libro è Piombino e le sue venefiche industrie (ecco il perché del titolo).
Siccome un amante dei libri deve essere sempre pronto a cogliere al volo ogni opsint (open source intelligence), e capire se dietro un titolo apparentemente normale si nasconde una storia interessante (e nell’articolo l’amo a cui abbocco è “…Amianto di Alberto Prunetti alla sua prima uscita anni fa…”), mi metto a cercare notizie.
La cosa sembra chiara. Esiste un libro già uscito presso un editore indipendente, recensito da uno scrittore assai conosciuto e amato, che oggi Feltrinelli ha messo fresco fresco nel suo catalogo. E infatti ecco che la copertina di Amianto, in bianco e nero e edito nel 2014 da Alegre si materializza in pochi passaggi sul motore di ricerca. Vado a vedere anche le altre opere di questo scrittore, e scelgo di farlo attraverso la più vasta enciclopedia pubblica sulla rete.
Scopro così un autore grossetano, maremmano, molto addentro alla letteratura dedicata ai lavoratori e sui lavoratori, i cui primi due titoli sono stati pubblicati da Castelvecchi e che fino a ieri usciva con Laterza. Il suo terzo libro è appunto Amianto, ma la data di pubblicazione riportata dalla voce che consulto è 2012. E l’editore è Agenzia X. Mai coperta (ma è una piccola casa molto schierata).
Corro a cercare immagini (dovessi mai incrociarla sulle bancarelle) della copertina di questa primissima edizione e qui le notizie si rarefanno. Non sembra ci siano in Italia copie in vendita. E quelle che trovo su Ebay arrivano tutte dal nord Europa, a cifre folli.
Perché? Attenzione, la risposta è: non lo so. Aiutatemi a scoprirlo. Siamo di fronte a un libro davvero cercato e ricercato? Siamo in area cult?
E poi, facendo il mestatore (parola molto più bella di complottista), non è bizzarro che nel 2010, proprio due anni prima di Amianto (sette lettere, inizia con la A) una esordiente, Silvia Avallone da Biella, abbia pubblicato un libro intitolato Acciaio (sette lettere ecc), ambientato a Piombino? Coincidenze? E che ne so, a me piace solo unire i punti. Poi magari viene fuori solo uno scarabocchio.
Le edizioni del libro in ordine cronologico
1. “Amianto: una storia operaia” di Alberto Prunetti, pubblicato da Agenzia X a Milano nel 2012.
2. “Amianto: una storia operaia” di Alberto Prunetti, con consulenza editoriale di Wu Ming1, pubblicato da Alegre a Roma nel 2014.
3. “Amianto: una storia operaia” di Alberto Prunetti, pubblicato da Feltrinelli a Milano nel 2023.
Amianto: un ritratto struggente della classe operaia italiana
“Amianto” non è solo un libro, è un grido di dolore, un richiamo alla resistenza umana e un omaggio alla classe operaia italiana. Scritto da Alberto Prunetti, il libro raccoglie la vita di Renato Prunetti, suo padre, un operaio trasfertista che ha lavorato in tutta Italia, nelle fabbriche da Torino a Taranto.
Il libro racconta il 1969, quando un giovane Renato lavora stagionalmente come cameriere al Cardellino di Castiglioncello. Ma è anche la testimonianza della sua dura esistenza in fabbrica, respirando zinco, piombo e una miriade di altri elementi nocivi.
“Amianto” è un confronto duro e diretto con quella parte d’Italia che molti ignorano o fingono di non vedere. Mette in luce l’ingiustizia di un sistema che ha spesso privilegiato il profitto immediato a discapito della salute dei lavoratori.
Lo spirito irriverente di Renato resiste in ogni pagina del libro. Balla tra le righe con battute fulminanti e il gusto dolce-amaro di piccoli piaceri quotidiani. Ma è anche la storia di un uomo la cui vita termina prematuramente a causa di una malattia causata da una fibra d’amianto inalata in fabbrica, un destino evitabile se i capi avessero investito nella salute dei lavoratori.
Alberto Prunetti riesce a miscelare abilmente affetto e rabbia, risate e dolore in questo libro. Restituisce un ritratto intenso e luminoso di un uomo e di una classe lavoratrice che, nonostante tutto, non rinuncia alla propria storia.
“Amianto” è un libro terribile e bellissimo, un monito per il futuro, un inno alla resistenza, un grido che riecheggia dalla prima all’ultima pagina: la salute dei lavoratori non può e non deve essere compromessa per il profitto.
È un volume che non lascia indifferenti, uno specchio della realtà nuda e cruda, un’eredità che Renato Prunetti lascia a noi tutti.
Il parere del cacciatore
Chiaramente l’edizione degna di nota per il collezionista è la prima (Milano, Agenzia X, 2012), che è quella rarefattasi e che ha valutazioni sostenute. Non sorprendano troppo le valutazioni di Amazon ed eBay nei loro rispettivi paesi. Basta che il titolo accenni a un argomento scabroso o controverso, ecco che i prezzi assegnati ai libri corrispondenti sono da subito elevati. Il venditore, nel dubbio, spara alto. Il consiglio è di individuare il venditore e di procurarsi un contatto locale che vada a parlarci direttamente e lo convinca ad abbassare le sue pretese, talvolta completamente assurde e irragionevoli. Ma è più facile a dirsi che a farsi.
Disponibilità del libro (sempre aggiornato)