"Avete fatto caso che gli unici roghi della storia riguardano libri e streghe?"

 

Fiamme di padule, di Idilio Dell’Era (Padova, Il Messaggero di S. Antonio, 1943).

 

Seconda edizione di un romanzo tra i più rari da reperire del compianto poeta e narratore toscano, amico dei grandi del Novecento, da Papini e Ada Negri fino a Mario Luzi.

 

 

 

Chi era Idilio Dell’Era

Idilio Dell’Era, pseudonimo di Martino Ceccuzzi (1904 – 1988), è stato un presbitero, poeta, romanziere e saggista italiano. Figura di spicco della letteratura italiana del Novecento, Dell’Era ha saputo unire la sua vocazione religiosa alla passione per la scrittura, divenendo una voce autorevole e influente nel panorama culturale dell’epoca.

Nato a Montallese, nella campagna di Chiusi in provincia di Siena, da una numerosa famiglia contadina, il giovane Martino intraprese gli studi nel seminario di Grosseto nel 1918. Ordinato sacerdote, divenne parroco in vari paesi limitrofi. Proprio nel periodo del seminario, cominciò a scrivere le prime liriche, pubblicate successivamente nei suoi primi libri L’aiuola di luce e Le ombre solitarie.

Il suo talento letterario non passò inosservato e, già a partire dagli anni ’30, iniziò a collaborare con giornali e riviste letterarie, entrando in contatto con alcuni dei maggiori intellettuali del tempo, come Ada Negri, Angiolo Silvio Novaro, Carlo Betocchi, Giovanni Papini, Luigi Fallacara, Nicola Lisi, Mario Luzi e Piero Bargellini.

Il suo legame con questi autori di spessore contribuì a far emergere ulteriormente la sua vena creativa e a consolidare la sua produzione poetica, narrativa e saggistica. Tra le sue opere più conosciute, spiccano La mia Toscana (1956), Malavalle (1932) e i Racconti di Maremma, pubblicati sulla rivista elvetica Illustrazione Ticinese.

Durante la seconda guerra mondiale, Dell’Era continuò a esercitare la sua missione pastorale a Casale di Pari, dove fu minacciato di fucilazione dalle bande repubblichine nel 1944. Questo episodio traumatico lo segnò profondamente, condizionando anche la sua produzione letteraria, che cominciò a diventare più riflessiva e introversa.

Dopo il conflitto, fu accolto a Siena, dove ottenne incarichi d’insegnamento nel seminario e nelle scuole superiori cittadine. Mantenne i contatti col mondo letterario fiorentino e quello senese, stringendo amicizia con Glauco Tozzi e intensificando la propria attività di scrittore e poeta.

La figura di Idilio Dell’Era rimane fondamentale nella storia della letteratura italiana del Novecento, non solo per la qualità delle sue opere, ma anche per il suo impegno religioso e culturale. Un uomo capace, attraverso la sua arte, di trasmettere un messaggio di speranza e di fede, in un contesto storico e sociale spesso difficile e contraddittorio.

 

Nota del cacciatore di libri

[da www.idiliodellera.org]

La prima edizione, pressoché introvabile, è quella – con lo stesso titolo – stampata a Livorno dalla Casa Editrice Massima nel 1930. Il libro fu tecnicamente stampato ad Arezzo da E. Zelli.

 

 

 

 

 

 

 

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