"Avete fatto caso che gli unici roghi della storia riguardano libri e streghe?"

 

I libri dovete averli… “in your hands, always”!

Ho già abbondantemente trattato in vari miei libri il caso di Come funziona la dittatura fascista di Gaetano Salvemini (New York, Il Martello, 1927), argomento poi ripreso anche da Giampiero Mughini in una sua recente pubblicazione. Quando, intorno all’anno 2000, vidi davanti ai miei occhi quel libro in mano a un libraio di Haarlem, vicino Amsterdam, ancora non lo conoscevo, ma non ebbi dubbi. “Doveva” essere interessante per forza. Fu un intuito assolutamente corrisposto.

Mussolini: storia d’un cadavere, di Vincenzo Vacirca (New York, La strada Publishing Co., 1942).

Cupido fra le Camicie Nere, di Clara Vacirca (New York, La Strada Publishing Co., 1938)

Lo stesso impulso avuto quando mi sono trovato al cospetto di Mussolini: storia d’un cadavere, di Vincenzo Vacirca (New York, La strada Publishing Co., 1942). Si riproponevano le stesse peculiarità che all’epoca mi avevano insospettito circa la sua importanza: periodo fascista, autore perseguitato in patria, libro stampato in America.

Se ne aggiungeva un’altra, non indifferente. Si allude nel titolo a un Mussolini “cadavere” nel 1942, con il Duce invece ancora vivo e vegeto! Questo raddoppia l’interesse e credo che ai tempi debba anche aver raddoppiato l’odio dell’entourage del Duce per questo oltraggio impudente. Tutto ciò ne fa un pezzo raro, di un autore scomodo, inviso e sicuramente le copie rimaste in giro si riesce a contarle prima di cena. A partire dalle biblioteche che ne detengono una copia, che sono solo tre. E sono: la Biblioteca della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli di Milano, la Biblioteca della Fondazione Anna Kuliscioff di Milano e la Biblioteca della Fondazione Centro Studi Emigrazione di Roma.

Ma la cosa non finì qui. Nei recessi della memoria spunta anche Cupido fra le Camicie Nere, di Clara Vacirca (New York, La Strada Publishing Co., 1938), un romanzo politico posseduto da ben otto biblioteche e sono fin troppe per la sua estrema rarità sul mercato. C’è una bellissima prefazione (denominata “in vece di prefazione”) di Arturo Giovannitti.

L’editore è a dir poco sospetto. Il solo altro libro conosciuto con questa sigla editoriale è proprio il precedente Mussolini: storia di un cadavere (1942) di Vincenzo Vacirca (1886-1956), guarda caso il marito di Clara.

Ma chi sono questi due? Lui è stato un’anima inquieta, un siciliano giramondo tarantolato fin da fanciullo. Fondatore a tredici anni del circolo socialista a Vittoria, Ragusa. Viaggiò in Brasile, Argentina, Messico, Canada, nell’Istria Asburgica, negli Stati Uniti, nella nuova Unione Sovietica (era il 1920). Sindacalista e giornalista, infaticabile il suo impegno per i lavoratori. Tornò più volte in Sicilia, sempre clandestinamente, e subì molti attentati in vari comuni delle province di Ragusa e Siracusa, dove tenne comizi infiammando la folla.

Di sua moglie Clara Palumbo, in Vacirca, ci sono meno notizie; si sa però che scrisse vari romanzi contro Mussolini e il Fascismo. Immagino rarissimi.

Vincenzo Vacirca creò Bitene in luogo di Chiaramonte Gulfi quasi un secolo prima che Andrea Camilleri coniasse Vigata per non nominare Porto Empedocle. E in quegli anni, Pirandello inventò Montelusa per Agrigento. In letteratura si ricorda anche che Chiaramonte Gulfi fu Roccanormanna per Serafino Amabile Guastella.

Il motivo per cui i libri bisogna sempre averli fra le mani è essenzialmente perché non sai mai quello che c’è scritto se non lo vedi coi tuoi stessi occhi.
Il titolo citato in una bibliografia racconta poco di sé, appena il suo nome. Ma il libro aperto e sfogliato ecco che può mostrare l’impensabile. In Mussolini: storia d’un cadavere c’è una piccola appendice finale (una paginetta) denominata: “dello stesso autore” con raggruppati i titoli dei lavori precedentemente pubblicati. Ebbene? Penserete voi!

Sono quattordici titoli esplosivi. Esplosivi perché solo una parte sono realmente conosciuti e conservati in biblioteche pubbliche, per cui se è impossibile o quasi trovare qualcosa se non la si cerca è ancor più impossibile cercarla se non si sa neppure che esiste, non vi pare?

Anche la Library of Congress di Washington sembra incredibilmente sfornita a questo riguardo. Ne ho di più io. Per non parlare dei cataloghi delle Biblioteche Nazionali argentine e brasiliane.

Nuovi casi per il cacciatore di libri, di Simone Berni (Edizioni SimOn, 2018)

Per  il repertorio completo delle pubblicazioni di Vincenzo Vacirca – perlopiù introvabili – l’unica fonte al momento è il mio libro Nuovi casi per il cacciatore di libri.

 

 

 

 

 

 

 

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