"Avete fatto caso che gli unici roghi della storia riguardano libri e streghe?"

Il monolite-ragno e la tela di “charta” nel mondo della bibliofilia

Sull’ultimo numero di Charta (siamo alla fine di una stupefacente esperienza editoriale?), previsto in uscita tra pochi giorni (primi di Marzo 2020), comparirà un articolo a firma M. G. (Massimo Gatta) destinato a consegnare agli archivi e alla memoria futura – per così dire – la performance di editoria concettuale che ha fatto capo all’aventeformalibro Dieci regole per falsificare libri, di Marino Massimo De Caro (Amstelodami, 2020) che ha “imperversato” nel mese di Gennaio appena trascorso, apparendo e scomparendo a più riprese, con messaggi contraddittori, fino a manifestarsi in forma fisica al recente Salone della cultura di Milano, quando ogni speranza circa una sua effettiva esistenza sembrava dissolta. Il libro, anzi aventeformalibro, si è materializzato in 150 copie numerate, tra cui 25 dotate di una custodia in plexiglas nero, che giustamente alcuni attenti e illuminati bibliofili hanno battezzato monolite, rifacendosi a suggestioni cinematografico-culturali di Kubrickiana memoria. Il progetto tutto, che parte dalla scelta ponderata di dieci regole che devono servire non tanto a produrre – bensì a scovare – i libri falsi, con una prefazione di Giuliano Ferrara, uno che non si fa condizionare, che scrive quello che vuole, sempre e comunque, ne hanno fatto un affresco dei nostri tempi. Uno spaccato di varia bibliofilia, come fosse un ideale posto di comando del ragno accovacciato sulla sua tela, nella posizione da cui ogni vibrazione, ogni fremito, lo informa della preda rimasta intrappolata, dandogli immediatamente le giuste coordinate. E da questo aventeformalibro, difatti, si irradiano tanti mondi, dal Sidereus Nuncius di Galileo, al Max Fox di Sergio Luzzatto, a Il curioso caso del Sidereus Nuncius, di Owen Gingerich (Biblohaus, 2019) alla Biblioteca dei Girolamini di Napoli, teatro di intricate vicende, fino al deux ex machina Marino Massimo De Caro, alle associazioni di categoria di chi vende, compra e scrive di libri, alle riviste di settore, ai blog, ai social che quotidianamente, ora dopo ora, irradiano notizie, purtroppo spesso copiaincollate, malamente rabberciate, non veritiere. Galleria fotografica a cura di collezionisti e bibliofili che hanno postato le foto sui loro profili pubblici di Facebook:

Testo integrale dell’articolo di Massimo Gatta su Charta:

Dieci regole per falsificare libri scelte da Marino Massimo De Caro con una prefazione polemica di Giuliano Ferrara s.l., Èinaudito, 2020, pagg. 64, ill., senza ISBN, s.i.p. stampato in 150 copie numerate a mano, di cui 125 ordinarie e 25 con custodia in plexiglas nero.

Questo è un libretto particolare, misterioso e altamente esplosivo, considerate la tematica e l’autore, il famigerato “mostro” dei Girolamini, tanto da aver creato un certo panico al ‘Salone della Cultura’ di Milano (18-19 gennaio 2020), dove erano presenti entrambi. Un libretto falso? Vero? E in che senso? De Caro ha effettivamente scelto dieci regole per falsificare libri; Ferrara ha veramente scritto una prefazione polemica e sarcastica di suo pugno. Ma il tutto, all’insaputa di entrambi, altro non era che una performance d’arte concettuale con tema “il libro falso”. La performance è perfettamente riuscita. Il mondo della bibliofilia, dei librai e delle rispettive associazioni, dei collezionisti, degli editori e perfino della stampa specializzata, coeso e convinto, ha preso posizione. La decisione ha messo d’accordo più esigenze diverse. Infatti, analizzando il concetto di “falso” applicato al libro, si è pensato di coinvolgere un personaggio conosciuto e noto all’ambiente antiquario nazionale e internazionale, altamente controverso, come l’ex direttore dell’antica Biblioteca dei Girolamini di Napoli, Massimo De Caro. E poi di affidarsi per la prefazione a un giornalista noto per la verve particolare e polemica, immune da condizionamenti, appunto Giuliano Ferrara. Tutto ciò ha dato vita a un’opera concettuale, in multipli d’artista aventiformalibro, stampato in soli 150 esemplari. Il testo è di un ‘falsario’ (anzi più correttamente egli è il mandante di un falso, ma realizzato per suo conto da altri) con un argomento che verte sui libri falsi, stampato con un falso luogo di stampa (Amstelodami) e con al frontespizio una marca tipografica assai nota ma contraffatta (con la scritta ALD US invece del corretto AL DUS intorno all’àncora aldina, qui nella versione ‘grassa’), ossia un altro falso. L’opera quindi simboleggia il falso nel libro. Lo scopo della performance è stato quello di dimostrare che il bibliofilo, opportunamente innescato, non può fare a meno di un libro, neppure quando esso è palesemente un falso, o scritto da un falsario o non abbia dati tipografici autentici. Inoltre non essendo per sua stessa ammissione un ‘libro’, non può essere schedato come tale, non può essere ammesso nelle raccolte bibliotecarie, e neppure inserito nei cataloghi e nei repertori bibliografici. L’opera non reca prezzo di vendita, non è dotato di codici a barre o ISBN in quanto non destinata alla vendita. In tutto e per tutto esso assomiglia a un libro tradizionale, ma di fatto non lo è. E non ambisce a esserlo, perché non esiste. Da segnalare anche il bel motto latino che adorna il colophon e che tradotto suona: Nessun libro è tanto brutto da non contenere almeno qualcosa di buono. Infine la constatazione che questo pamphlet è strettamente collegato a un altro falso, questo veramente importante e assai celebre, il Sidereus Nuncius di Galileo fatto falsificare dallo stesso Massimo De Caro in Argentina, falso poi platealmente scoperto dal prof. Owen Gingerich in un articolo scientifico, tradotto e pubblicato ora in italiano dall’editore Biblohaus e che avrebbe dovuto essere presentato proprio al ‘Salone della Cultura’, presentazione poi misteriosamente annullata dall’organizzazione, per non meglio chiarite ragioni. Ma la vita continua e sopravvive benissimo anche a De Caro l’attività antiquariale nazionale, come dimostra la vitalità del numero 6 della rivista dell’Associazione Librai Antiquari d’Italia (ALAI), appena pubblicato e presentato al Salone milanese. Chi infatti abbia letto il Max Fox di Sergio Luzzatto (Einaudi), il corposo saggio che lo storico torinese ha dedicato alle vicende delittuose e biografiche di De Caro, un libro anche abbastanza contestato, ricorderà come, proprio a proposito del falso Sidereus Nuncius, e in alcune specifiche occasioni ben documentate, la vicinanza di De Caro al mondo degli antiquari e delle biblioteche di conservazione possa aver creato qualche imbarazzo o quantomeno una sorta di misterioso corto circuito. Perché in fondo, come ha giustamente rilevato il giornalista Luigi Mascheroni recensendo il saggio di Gingerich, ma con accenni anche a questo pamphlet di Massimo De Caro di cui stiamo scrivendo, i libri falsi esistono, è vero, ma qualcuno poi questi falsi li vende (M. G.)

 

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