"Avete fatto caso che gli unici roghi della storia riguardano libri e streghe?"

 

La musica che gira intorno

 

di Carlo Ottone

 

L’isola di Wight. Il primo grande festival della musica rock, di Guido Michelone (Santarcangelo di Romagna, Diarkos 2023).

 

Nel 1970 i Dik Dik, gruppo beat italiano, cantavano “Sai cos’è l’isola di Wight?” (da “L’isola di Wight“), ora dopo cinquant’anni Guido Michelone con il suo libro risponde a questa domanda, anche se a dire il vero già i Dik Dik davano una risposta “È per noi l’isola di chi ha negli occhi il blu della gioventù, di chi canta hippy, hippy, hippy”.

Michelone, nel suo libro enciclopedico e tassonomico, scrive la storia di uno dei primi festival rock europei che si svolse per la prima volta nel 1968, proseguì nel ’69 e nel ’70, per poi essere ripreso negli anni duemila. L’isola di Wight per i rockettari incalliti è oggi il luogo in cui ogni anno, a inizio estate, si tiene un buon festival musicale [..] Per i nostalgici dei favolosi anni Sessanta un luogo mitico (e forse mistico). Per i vecchi fricchettoni ultrasettantenni la Woodstock europea (che si svolse l’anno successivo) […] Per i giovani d’oggi qualcosa forse da scoprire (o riscoprire).”

L’autore fa un excursus storico e sociologico per chi quell’epoca l’ha vissuta e la ricorda non con nostalgia ma come l’inizio di una nuova epoca che prosegue nelle loro menti e nei loro cuori, e per chi dovrebbe conoscerla. Nei primi anni del festival passò su quel palco il gotha della musica rock, attirando nell’isola sulla Manica per il primo festival diecimila spettatori, per poi diventare seicentocinquantamila nel 1970, e tra quegli spettatori ci furono anche alcuni italiani che anni dopo diventarono dei musicisti: Fabio Treves, il bluesman italiano; Alberto Camerini, Rock ‘n’ roll robot; Eugenio Finardi, Extraterreste portami via.

Michelone inizia il suo lavoro con la storia di questo festival, citando Ray Foulk organizzatore del festival; prosegue con la storia musicale e sociale di un grande festival, inquadrandola nel contesto socio-politico e musicale dell’epoca in Gran Bretagna e non solo, una storia con la S maiuscola di quegli anni ’68,’69 e’70, una storia che sarà ripresa negli anni duemila, ma come scrive l’autore “Perché la Wight dei festival tra il 2002 e il 2023 ( e forse ancora per molti anni) non è ancora Storia con la S maiuscola”.

Una hit parade sui generis. Le migliori performance (1970 e 2002-2023). Con questo capitolo l’enciclopedista Michelone ci racconta le performance musicali degli artisti succedutesi in quegli anni, delle traversie che ostacolarono il festival, con leggi al pari di quella emanata dall’attuale governo italiano, decreto Rave entrato in vigore dal primo gennaio 2023. Prosegue con Wight e gli altri. Feste e festival del mondo, partendo dall’antichità sino ai giorni nostri, un excursus storico sulle feste e sui festival, perché “[…] festival scaturisce dall’aggettivo latino <<festus>>, che significa <<gioioso>>[…]”, oggi forse la gioia non è più quella, i festival sono diventati una passerella per le star della musica, supportate da un battage milionario, spesso poco cosa, “esibizioni coperte da fumogeni” per nascondere la pochezza delle proposte musicali; scusate… un attimo di nostalgia per gli anni del festival, e della musica di quegli anni favolosi, lo so si dice sempre così, ma è così!!. Non manca, e non poteva essere il contrario vista l’enciclopedismo di Michelone una Storia dell’isola. Passato, trapassato e presente. Una storia dell’isola attraverso i millenni: occupazioni, guerre, bombardata nella seconda guerra mondiale, perché “Raccontare l’Isle of Wight musicale è pure l’occasione per conoscere un luogo […]”.

Conclusione in crescendo con L’appendice, dove la tassonomia dell’autore occupa ben cinquanta pagine. Si inizia con I programmi completi dal 1960 al 20213, dove vengono elencati tutti i musicisti coinvolti nei programmi ufficiali di tutte le edizioni del festival, del numero degli spettatori; con l’anticipazione del programma del festival 2023 che si svolgerà dal 15 al 18 giugno!. Cinquecento album per rivivere le storie, una discografia relativa al periodo dei primi festival integrata con una discografia degli anni duemila “[…] circa cinquecento album per rivivere le storie”. Ne poteva mancare la Bibliografia italiana, con soli testi pubblicati in Italia, con un’ampia selezione di testi per conoscere il mondo rock nella propria interezza, anche se “[…] non si trovano libri specifici sul festival di Wight perchè non ne esistono”, dimenticavo c’è anche una filmografia. Insomma un libro che, parafrasando la canzone di Ivano Fossati, gira intorno alla musica.

 

Sull’autore

Guido Michelone da Vercelli, anagramma di Cervelli, è una mente in esplorazione, un cervello prensile, che non tralascia nulla nelle sue narrazioni, perché “Scrivere di musica è la testimonianza di una grande passione (Nick Hornby)” Per tornare sulla terra Michelone è docente di Storia della musica afroamericana all’Università Cattolica di Milano e di Storia della popular music e di Storia del jazz presso il Conservatorio Vivaldi di Alessandria. Poligrafo, collaboratore di testate musicali, ha all’attivo una decina di opere letterarie (narrativa, poesia, teatro) e una quarantina di saggi sulla musica, di tutta (o quasi) la musica.

 

Il Festival dell’Isola di Wight

Il Festival dell’Isola di Wight è un evento annuale che celebra la musica rock e pop, tenutosi per la prima volta nel 1968 con la presenza dei Jefferson Airplane. L’anno successivo, il festival si allargò a due giorni e fu caratterizzato dalle esibizioni di Bob Dylan, The Band, Joe Cocker e gli Who. Tuttavia, l’edizione più notevole e iconica fu quella del 1970, che vide la partecipazione di Jimi Hendrix nella sua ultima grande esibizione pubblica prima della sua morte, insieme a Doors, Joni Mitchell, Miles Davis, Jethro Tull, Free, Ten Years After e molti altri. Nonostante il grande successo artistico, l’edizione del 1970 fu un fallimento economico, portando all’interruzione del festival per molti anni. Il festival è stato ripreso dal 2002 e ha ospitato numerosi artisti importanti nel corso degli anni, come Paul McCartney, i Rolling Stones, i Sex Pistols, Bruce Springsteen e gli Who.

 

 

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