La “condensazione” dell’aforisma
Greguerías, di Ramón Gómez de la Serna (Valencia, Prometeo, 1917). Rarissima prima edizione del lavoro di maggior rilievo dello scrittore spagnolo Gómez de la Serna. Sempre più difficile trovare una copia di questo libro dalla copertina ben riconoscibile. Il libro si è fatto un oggetto di culto assoluto, inseguito e aspramente conteso fra i non pochi cultori della materia aforistica.
Il libro era in asta su Catawiki (copia aggiudicatapera 90 € nell’agosto 2020.
Che cos’è la Greguerìa
La Greguería [pronunc. “Gregherìa“] è una sorta di aforisma che mostra una visione soggettiva, di carattere sorprendente, arguta e assai spesso ironico/umoristica dei principali aspetti della vita o della realtà in generale. Per comune accezione lo scrittore spagnolo Ramón (1888-1963) ne viene ritenuto l’inventore. Questo sebbene Jorge Luis Borges la attribuisca al francese Pierre-Jules Renard (1864-1910) riservando a Gómez de la Serna solo l’invenzione del suo nome. Questi infatti diede questa definizione della greguería: umorismo + metafora = greguería, ovvero una frase ingegnosa e in generale breve che nasce da uno scontro casuale tra il pensiero e la realtà.
L’immagine su cui si basa la greguería può scaturire in modo spontaneo, ma la sua formulazione linguistica è molto elaborata, perché deve raccogliere in modo sintetico, ingegnoso e umoristico l’idea che si vuole trasmettere. Ecco due esempi di greguerías:
- Le rondini sono gli uccelli in abito da cerimonia,
- Tentai di suicidarmi, e per poco non m’ammazzavo
E la prima edizione italiana?
Domenico Cammarota mi informa che:
“(…) la prima traduzione italiana di Greguerías di Ramón Gómez de la Serna , seppure non sembri essere integrale, allo stato attuale delle conoscenz è Capricci [Napoli, Editrice Tirrena (ma: Pozzuoli, Tipografia Fratelli Conte), s.d. ma 1930]. Libro con copertina a colori illustrata da Barretta, e con numerose illustrazioni di Barretta e Franco Pansini Duprè (1893-1976). Prefazione e traduzione italiana di Josè Le Pera (probabilissimo pseudonimo di Giovanni Artieri). È un bel libro, pieno di suggestioni grafiche d’avanguardia, futuriste, novecentiste e surrealiste; come è noto, alla fine degli anni ’20 Gomez de la Serna ha abitato a Napoli, in via Chiaia, e frequentava il gruppo Novecentista napoletano (Artieri, Mancuso, Jacobelli, Cipriani, ma anche Bontempelli, Bragaglia e Gallian, in trasferta da Roma). Così si spiega la pubblicazione di questo suo noto libro, sotto la sigla d’un editore tutto sommato locale, anche se noto, in ambito collezionistico, per aver pubblicato le prime edizioni di libri ricercati come Le serate futuriste di Francesco Cangiullo, e Sik-Sik l’artefice magico di Eduardo De Filippo. Questo “Capricci” è comunque un edizione abbastanza rara, anche se generalmente fin troppo sottovalutata rispetto al suo valore; ne esistono solo 9 copie nel circuito ICCU, perlopiù in biblioteche provinciali, e qualche rarissima copia che ogni tanto viene posta in vendita in rete.”
Alcune rarità
Diciamo subito che l’affermazione è una mera semplificazione. Ma una sorta di seconda traduzione italiana (dopo quella della Editrice Tirrena del 1930) può essere considerata Sghiribizzi, di Ramon Gomez de la Serna; scelta e traduzione di Gesualdo Bufalino (Milano, Bompiani, 1997). Anche questa edizione si è fatta quasi introvabile. Al momento non risulta disponibile sui principali canali di vendita. La genesi editoriale del libro è spiegata qui.
Ramón. Scritti napoletani, di Ramón Gómez de la Serna; a cura di J. V. Quirante Rives (Napoli, Dante & Descartes, 2010).
Dalla scheda editoriale: “Ramón Gómez de la Serna è uno degli autori che meglio ha penetrato l’anima oscura di Napoli. Padre dell’avanguardia letteraria spagnola, ha una produzione molto estesa che attraversa diversi periodi e tutti i generi. Soggiornò più volte a Napoli e abitò al numero 185 della Riviera di Chiaia. Nel 1926 lavorò per conto del giornale napoletano “Il Mezzogiorno”, che pubblicava a puntate la traduzione del suo romanzo Il dottore Inverosimile. A Napoli scrisse il romanzo Il torero Caracho e, di ritorno a Madrid, quello di ambiente napoletano La donna d’ambra. Altri suoi libri importanti sono Seni, Ismos, Automoribundia, la sua eccezionale autobiografia. Creò anche le greguerías, sorta di epigrammi ingegnosi e sorprendenti che coniugano metafora e humour.”
La donna d’ambra, di Ramon Gomez de la Serna (Cava de’ Tirreni, Marlin, 2017). Ambientato nella Napoli sensuale e dinamica degli inizi del XX secolo, con il Vesuvio incombente e minaccioso: un romanzo che narra una storia d’amore e passione tra la napoletana Lucia (la donna dalla pelle ambrata) e lo spagnolo Lorenzo, alter ego dell’autore, venuto nella tumultuosa città per studiarne “il ventre aperto”.
Disponibilità dei titoli dell’autore (sempre aggiornato)
Capricci [Napoli, Editrice Tirrena]