"Avete fatto caso che gli unici roghi della storia riguardano libri e streghe?"

 

Federico Tesio: il mago di Dormello e re dell’ippica italiana

 

di Alfio Aquilani

 

I Tesio: come li ho conosciuti, di Mario Incisa della Rocchetta (Milano, Longanesi, 1979).

 

 

 

Nel cuore della storia dell’ippica italiana risplende il nome di Federico Tesio, un uomo le cui genialità e passione hanno plasmato un’eredità senza pari nel mondo dei cavalli da corsa. Nato a Torino nel 1869 da una famiglia agiata, Tesio, rimasto orfano in tenera età, fu destinato a diventare uno dei più grandi allevatori di cavalli purosangue inglesi. Un libro quasi introvabile ne scrive la storia.

 

La vita di Tesio è intrisa di avventure e scoperte, da quando, ancora giovane, intraprese viaggi avventurosi in luoghi esotici come la Patagonia, la Cina, l’India e l’America del Nord. La sua passione per l’ippica si consolidò ulteriormente quando, nel 1898, sposò Lydia Fiori di Serramezzana, donna di nobili origini, con la stessa passione per i cavalli.

Tesio non è stato solo un allevatore, ma un genio illuminato che ha rivoluzionato l’approccio all’allevamento dei cavalli da corsa. Attraverso le sue intuizioni sulla trasmissione dei caratteri genetici nella riproduzione, Tesio sviluppò nel tempo una sorta di “formula segreta” per far nascere campioni delle corse. La sua Scuderia Tesio di Dormelletto, situata sulle rive piemontesi del Lago Maggiore, divenne l’epicentro di una rivoluzione nell’allevamento dei purosangue inglese.

La tenacia e la visione di Tesio sono state affiancate da sua moglie Lydia, autentica intenditrice dell’ippica, che ha giocato un ruolo fondamentale nell’allevamento dei cavalli e nella conservazione delle genealogie nel famoso “Libro Rosso di Dormello“.

L’eredità di Tesio è stata segnata da incredibili successi: la sua Scuderia ha dato i natali a cavalli leggendari come Nearco, Bellini, Donatello II e il celeberrimo Ribot, solo per citarne alcuni. L’incredibile collaborazione e intuito di Tesio ha dato vita a 22 vincitori del Derby italiano di galoppo e a 16 di essi come padrone. La sua influenza nell’ippica italiana e internazionale è stata tale da meritargli l’appellativo di “Il mago di Dormello” e “Leonardo da Vinci dell’ippica”.

Ma l’importanza di Federico Tesio va oltre la sua straordinaria carriera di allevatore. Nel 1939 è stato nominato senatore del Regno d’Italia, portando la sua passione e il suo impegno anche nel panorama politico. Il suo contributo è stato fondamentale anche nella redazione della “Legge Mangelli” che ha conferito all’UNIRE importanti compiti nel settore delle corse dei cavalli.

Il destino ha voluto che il 1º maggio 1954, pochi giorni prima della vittoria di Botticelli nel Derby e diversi mesi prima del debutto di Ribot, Federico Tesio lasciasse questo mondo, ma il suo lascito è rimasto indelebile. Sua moglie Lydia Fiori, la “signora dell’ippica”, ha continuato il loro lavoro, portando avanti l’eredità e il prestigio della famiglia Tesio nell’ippica italiana.

Ancora oggi, numerose corse ippiche, piazze e vie cittadine portano il nome di Federico Tesio e della moglie Lydia, testimonianza dell’inestimabile contributo che la dinastia Tesio ha offerto al mondo dell’ippica. Dai Federico Tesio Stakes a Baltimora al Premio Lydia Tesio alle Capannelle di Roma, il leggendario marchio Tesio continua a incantare gli amanti delle corse di cavalli in tutto il mondo.

 

L’autore del libro

Mario Incisa della Rocchetta, nato nel 1899 a Roma, è stato un influente agronomo e ambientalista italiano. Grazie alle sue imprese agricole, ha lasciato un’impronta significativa nella storia dell’agricoltura italiana tra il XIX e il XX secolo. Il suo impegno si è concentrato sul miglioramento genetico delle colture, sulla bonifica del territorio e sulla conservazione delle risorse naturali. Ha svolto un ruolo di rilievo nella conservazione della natura, contribuendo attivamente alla fondazione e presidenza del WWF italiano e promuovendo un’agricoltura sostenibile e rispettosa dell’ambiente. Il suo lascito e la sua visione hanno ispirato generazioni successive nel campo dell’agricoltura e della conservazione ambientale, contribuendo a definire un modello di sostenibilità ancora rilevante oggi.

 

 

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