L’ultima frontiera: il futuro
Tutte le volte che ci avviciniamo alla fine di un’annata o di un periodo della vita in generale ci chiediamo come sarà il prossimo anno, che cosa ci riserverà il futuro. Legittima aspirazione a conoscere quello che ci aspetta. E da sempre due sono le metodologie d’approccio: quella divinatoria / magica e quella scientifica.
All’origine del mondo tutto era occulto. Il mistero circondava l’uomo. La natura, gli animali selvaggi, la sua stessa solitudine e la coscienza di essere abbandonato in un mondo ostile dovevano fatalmente spingerlo a cercare conforto e assistenza nell’impari lotta impegnata contro difficoltà e pericoli giganteschi.
Quale aiuto migliore poteva desiderare l’uomo se non la precoscienza: sapere in anticipo contro chi è che cosa avrebbe dovuto combattere per poter difendersi meglio e al momento giusto? Ed ecco, da questa naturale aspirazione, nascere le prime confuse pratiche di magia che stanno alla base della creazione dei metodi divinatori.
Nell’antichità, tutto poteva essere oggetto di divinazione e presagio: il volo degli uccelli come le viscere degli animali sacrificati, il modo di accendersi del fuoco, i fondi del caffè, lo scorrere dell’acqua, le foglie gettate al vento, lo starnuto eccetera.
Nell’era moderna si è andata radicando la convinzione che l’uomo, attraverso calcoli, algoritmi e previsioni matematiche possa determinare gran parte del suo avvenire. In politica, in economia, in medicina.
Nell’una o nell’altra visione del mondo, da sempre si sono scritti guide, manuali, vademecum su come interpretare gli astri o su come costruire modelli matematici. Unico obiettivo: predire il futuro.
Un editore interessante: De Vecchi
Consapevoli del fatto che moltissimi altri esempi potrebbero essere fatti, ci piace qui ricordare come negli anni ’50 e ’60 del XX secolo De Vecchi Editore di Milano aveva sfornato diversi manuali che erano divenuti piuttosto popolari.
Per esempio Come predire infallibilmente il futuro, di Karmadharaya (Milano, De Vecchi, 1959) e Come predire scientificamente il futuro, di Laila Shemesh (Milano, De Vecchi, 1968). Libri che – si può essere attirati o no dall’argomento e dal contenuto – hanno comunque il pregio di essere ben scritti e ben introdotti.
I due volumi facevano parte della benemerita collana Biblioteca pratica De Vecchi – oltre cento titoli diversi – nella quale comparivano manuali e guide su come farsi una cultura in poco tempo, come farsi nuovi amici, come diventare attrice cinematografica o provetto giardiniere; su come evitare gli errori di grammatica o raccontare barzellette con successo; su come diventare cuoco perfetto o ipnotista.
Altri due titoli dello stesso editore, e che proseguono questo filone ben avviato, sono: Come predire il futuro con i fondi di caffè: guida pratica alla caffeomanzia, di Valerio Ramponi (Milano, De Vecchi, 1984) e Come predire il futuro con le carte, di Laila Shemesh (Milano, De Vecchi, 1968). Anche questi campioni popolari di incassi fra gli appassionati dei due settori.
Disponibilità dei libri (sempre aggiornato)