La raccolta “Il vino” di Federigo Tozzi, pubblicata dalla Casa Editrice Vitagliano nel 1920, fa parte di un progetto editoriale intitolato “Raccontanovelle” (n. 16), che includeva quattro testi: Il vino, La gallina disfattista, Elia e Vannina, La mia amicizia.
Curatela: Il volume era stato preparato da Enrico Cavacchioli, ma rimase incompiuto a causa della morte prematura di Tozzi nel 1920 (polmonite o colpo di coda dell’influenza Spagnola).
Alcune novelle erano già apparse su riviste, mentre altre rimasero inedite fino all’edizione critica moderna. Pur non essendo specificamente analizzate nei risultati, le novelle di Tozzi esplorano spesso drammi psicologici, relazioni umane complesse e aspetti crudi della vita, in linea con il suo stile realistico e introspettivo.
Le edizioni critiche successive (come quelle di Massimiliano Tortora) hanno ricostruito i testi attraverso manoscritti e dattiloscritti, evidenziando varianti significative rispetto alle versioni pubblicate in vita. Il volume originale è oggi raro e ricercato dai collezionisti.
Il parere di Domenico Cammarota
Gran bella collana, i fascicoletti del “Raccontanovelle“; qui siamo in piena ondata Vitagliano, quando con la cosiddetta “morale rilassata” del primo dopoguerra, prese piede rapidamente una produzione di consumo di novellistica breve, con larvati contenuti erotico-sociali, che spesso si esaurivano solo in titoli ammiccanti in cui il contenuto non rispecchiava quanto pubblicizzato. Una pubblicità dell’epoca così recitava: “Che cos’è il Raccontanovelle? E’ l’espressione più vibrante della letteratura mondiale! E’ un ora di gioia, di passatempo, di divertimento! E’ il compagno consolatore della vostra noia ferroviaria! E’ la pubblicazione più ricca e più economica al tempo stesso! E’ la raccolta più varia e più urlante di tutti i capolavori! Esce due volte al mese, costa UNA LIRA in Italia ed in Colonia, è la pubblicazione di tutto, di tutti, per tutti.”
In questi fascicoletti curati in gran parte dal futurista Enrico Cavacchioli, dove imperversavano scrittori “pruriginosi” come Mario Mariani, Pitigrilli e la Guglielminetti, fra i titoli più ricercati d’autori famosi spiccano il Federigo Tozzi sopra citato, F.T. Marinetti con “Il delizioso pericolo“, e Luigi Pirandello con “Prima notte“; ironicamente l’ultimo titolo annunciato della collana, “Per finire” di Francesco Cangiullo (in cui sarebbe dovuta apparire per la prima volta il suo “Ninì Champagne“, e il bellissimo “La ferita della rosa” sotto il titolo originario di “Nanon non dice no“), finì… per non uscire, a causa del fallimento dell’editore; così che Nino Vitagliano e Giovanni Bertola, nel 1923 finirono per svendere tutte le rese editoriali alla Bemporad, che poi provvide a ricopertinarle…
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