"Avete fatto caso che gli unici roghi della storia riguardano libri e streghe?"

 

La cosa umana: esistenza e dialettica nella filosofia di Sartre, di Franco Fergnani (Milano, Feltrinelli, 1978).

 

Il libro non è stato ristampato e si è fatto pertanto molto raro e ricercato per l’argomento peculiare e per il valore dell’autore.

Franco Fergnani (Milano, 1927 – 2009) è stato uno storico della filosofia, traduttore, accademico e antifascista italiano, nonché studioso e profondo conoscitore del pensiero esistenzialista, in particolare quello di Jean-Paul Sartre.

 

 

 

Franco Fergnani e il suo rapporto con Sartre

Franco Fergnani è stato uno dei grandi filosofi del nostro tempo. Insegnando Filosofia morale all’Università di Statale di Milano per trent’anni, ha influenzato molte generazioni di studenti, diventando un punto di riferimento culturale e morale per molti di loro.

La sua passione per la filosofia è stata influenzata dalla storia della sua famiglia: suo padre, Enea, fu un militante anti-fascista che fu imprigionato e successivamente deportato nei campi di concentramento nazisti. Franco Fergnani viveva a quei tempi e dovette lui stesso vivere un’esperienza traumatica nel carcere di San Vittore. Questo background ha probabilmente influenzato la sua attenzione verso temi filosofici legati all’esistenza umana, alla libertà e alla responsabilità individuale.

Fra i molti testi su cui ha lavorato, il maggior contributo che Fergnani ha dato al pensiero filosofico è stato il suo lavoro su Jean-Paul Sartre. In particolare, il suo libro “La cosa umana” offre una rilettura del romanzo filosofico “La Nausea” di Sartre, mostrando come la scoperta dell’esistenza non coincida con l’esistenzialismo del pensatore francese, ma lo precede.

Secondo Fergnani, La Nausea non è ancora una versione esistenzialistica dell’esistenza. In primo piano non è il “pouvoir de néantisation” del per-sé, la trascendenza della sua libertà, ma “il fondo di ingiustificabilità del reale e della stessa presenza umana del mondo”. In altre parole, la scoperta dell’esistenza dell’esistente, la scoperta della pura contingenza – priva di fondamento – dell’esistenza è al centro della prospettiva della Nausea.

Nella lettura del Sartre di Fergnani c’è una radicale fedeltà al pensiero di Heidegger. L’interpretazione di Fergnani è che la magistrale opera “Essere e tempo” di Heidegger sia imprescindibile per leggere il Sartre, ma soprattutto per la rilettura che Fergnani fa della filiazione di Sartre da Heidegger. In questo senso Sartre risulta il più fedele erede della lezione di Heidegger, tradito invece – secondo Fergnani – dallo stesso Heidegger che nella sua “svolta” introdusse la centralità ontologica dell’essere reintroducendo una figura del grande Altro – l’Essere – erede del Dio della metafisica più tradizionale.

Fergnani non risparmiava al cosiddetto Heidegger della “svolta” la critica di aver abbandonato il piano etico dell’esistenza per rivolgersi alla centralità ontologica dell’essere. L’esistenza del Sartre di L’essere e il nulla, invece, è una ripresa filosoficamente fedele dell’Esistenza teorizzata in Essere e tempo da Heidegger stesso.

Il lavoro di Franco Fergnani è stato un contributo significativo al pensiero filosofico del Novecento. La sua interpretazione di Sartre, la sua lettura “ersatz” dell’opera heideggeriana e la sua incessante ricerca di senso nell’esistenza umana sono le caratteristiche principali dei lavori da lui prodotti.

 

 

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