II primo depistaggio? Quello geografico!
La guerra nei cieli di Ustica? No, nei cieli di Ponza! Si fa ormai introvabile l’unico libro che forse scrive la verità su uno dei misteri più impenetrabili della nostra nazione, la tragedia “cosiddetta” di Ustica.
Il libro in questione è La guerra di Ponza, di Mark Demon e Ray Cipson (Genova, Gioielli di Carta, 2007).
Il libro è praticamente introvabile e nel caso vi capitasse una copia, sarebbe come questa:
Sembra quasi ridicolo che un libro così dirompente e innovativo sul “caso Ustica” sia in realtà un romanzo. Forse in questo paese la maniera migliore di dire la verità è di scriverla in forma romanzata. E poter dire: “ma è solo fiction, non vi arrabbiate!” Però, altro che romanzo! Siamo alle prese con un saggio assai preciso e articolato, sorretto passo passo dalle profonde conoscenze tecniche dei due autori, i quali sono arrivati a sconvolgenti conclusioni.
Chi sono gli autori? Due liberi professionisti sotto pseudonimo. E per la precisione si tratterebbe di due ingegneri aeronautici liguri, Marco De Montis e Ramon Cipressi (fonte: www.strageustica.it), che scrivono sotto i nickname di Mark Demon e Ray Cipson. Non autori di fiction televisive o di storie d’amore. Due professionisti, che evidentemente sanno fare il loro lavoro e hanno analizzato quello che è successo nei cieli di Ustica quella notte del 27 giugno 1980 all’aeromobile IH870 (comunemente detto il Dc-9 dell’Itavia) partito dall’Aeroporto di Bologna Borgo Panigale e diretto (ma mai arrivato) a Palermo Punto Raisi.
La prima disquisizione è proprio sul titolo. Perché “La guerra di Ponza”? Perché il primo insabbiamento, la prima deviazione, fu proprio quella di spostare proprio geograficamente il teatro di quegli eventi nei resoconti degli organi di informazione. Tutta la tragedia si consumò, secondo gli autori, sopra un tratto di mare più vicino all’isola di Ponza che non a Ustica. Ma già il fatto che l’episodio è passato alla storia come la “Strage di Ustica” è in un certo qual modo una vittoria dei poteri forti, delle alte pressioni, dei manovratori occulti. Poteri che si misero in moto immediatamente, denotando una abitudine e una innata predisposizione al depistaggio e all’occultamento sistematico.
L’editore è Gioielli di carta, che dovrebbe essere un marchio di uno storico editore genovese, Lo Vecchio, conosciuto per aver dato alle stampe molte biografie di cantanti di musica leggera.
Ma perché il libro (stampato nel 2007) è da tempo già scomparso dai radar?
E qui entra in gioco il contenuto. Nel cielo quella sera ci fu una vera e propria guerra. Tanti aerei, tante tracce, tante intercettazioni. Sarebbero stati i piloti statunitensi ad abbattere un mig libico il quale viaggiava nascosto in scia all’IH870. Secondo i due ingegneri, con una manovra audace, uno dei due piloti americani entrò in collisione con l’aereo di linea italiano e lo squarciò proprio in corrispondenza dell’impianto elettrico. Per questo motivo il comandante Domenico Gatti non riesce neppure ad inviare un SOS di emergenza! Si suppone che i passeggeri non abbiano neppure avuto il tempo di rendersi conto dell’accaduto. L’improvvisa depressurizzazione li potrebbe aver uccisi immediatamente. Le maschere per l’ossigeno, infatti, non sono neppure uscite dagli scomparti e l’aereo, divelto in due parti, è planato nel Tirreno, dove è affondato rapidamente.
Il libro in questione non compare mai in nessun mercatino, né sulle aste in Internet o nei siti di ricerca libri. Sembra sceso un oblio improvviso e immotivato. Nessuno ne parla più.
Disponibilità del libro (sempre aggiornato)