Mi chiamo Edgar Freeman, di Maurizio Sbordoni (Civitella in Val di Chiana, Editrice Zona, 2010).
Brossura editoriale con alette; formato di 15 x 20,6 cm circa; 258 pagine.
Chi è l’autore?
Maurizio Sbordoni, classe cristallina, età indefinita (no, in realtà malelingue invidiose sostengono sia egotico) ma forse nacque nello stesso anno di Woodstock. La sua giornata è divisa in tre: lavoro, scrittura e golf, e sicuramente non in questo ordine. Ha pubblicato con San Paolo, Elliot, ed arrivato a un passo da Mondadori, ha preferito fondare la sua casa editrice, Stocazzo Editore con la quale ha costituito un fenomeno pressoché unico nel panorama editoriale. Sdoganando anche l’imprecazione a rango di marchio.
Di cosa parla il libro?
Il protagonista è un bambino down che indaga sull’apparente suicidio di un vicino di casa. Ma neanche il tempo di cominciare che viene sbattuto in un istituto. Libro introvabile da tempo. Copie vaganti zero. Si vocifera che una fan di Maurizio Sbordoni di Vasto abbia rifiutato cento euro pur di tenersi la sua. Beh, sarà la solita “opera prima introvabile”. Un classico. La copertina è mostruosa, ma all’opera prima non si guarda in bocca! Clamorosa la sezione finale dei “non ringraziamenti”. Tutto quello che è diventato l’autore è forse già scritto in queste pagine.
Disponibilità del libro (sempre aggiornato)
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