Noi: romanzo, di Eugenio Zamjatin (Bergamo; Milano, Minerva italica, 1955).
Brossura editoriale con sovraccoperta illustrata a colori; formato di 13 x 20,5 cm circa; 272 pagine; prima edizione.
Chi è l’autore?
Evgenij Ivanovič Zamjatin (1884 – 1937), è stato uno scrittore e critico letterario russo. Tra gli artisti più influenti e talentuosi del primo Novecento russo, fuori della Russia è celebre soprattutto per il suo romanzo distopico Noi (scritto tra il 1919 ed il 1921 e pubblicato in Unione Sovietica solo nel 1988), che influenzò i successivi Il mondo nuovo (Aldous Huxley), Anthem (Ayn Rand) e 1984 (George Orwell). Zamjatin fu però soprattutto autore di racconti e povest‘, che talvolta assumevano il tono di favole satiriche nei confronti del regime comunista sovietico. [fonte: Wikipedia]
Di cosa parla il libro?
Straordinaria l’importanza letteraria, politica e culturale di Noi (in russo Мы, pron. “Mui“) dello scrittore russo-sovietico Evgenij Ivanovič Zamjatin (1884-1937). Il libro, che ebbe una lunga genesi già negli anni ’10 del XX secolo, uscì in lingua russa nel 1924, ma stampato a New York; fu subito messo al bando nel paese di origine dell’autore per il contenuto satirico (si paventa – tra le altre cose – un futuro dove tutti vivono in abitazioni trasparenti, in modo che lo Stato possa conoscere ciò che avviene entro le mura domestiche). L’edizione fu poi replicata sempre a New York, e con la stessa veste grafica, ancora sotto l’egida di Izdatelstvo Imeni Tsechova nel 1952.
Addirittura si tratta del primo romanzo in assoluto messo al bando nell’Unione Sovietica ad opera del famigerato Glavit, ossia l’organo di censura sovietico, che veniva utilizzato non solo per eliminare qualunque materiale stampato indesiderato al regime, ma anche per “assicurare che l’impronta ideologica fosse inserita in ogni prodotto pubblicato“.
Il romanzo è un capolavoro assoluto della letteratura distopica. George Orwell conosceva Noi e ne fu influenzato durante la stesura di 1984. Rarissima e valutatissima la prima edizione russa, dalla copertina minimalista e inconfondibile. Fu stampata a New York con un nome fittizio, Casa Editrice Cechov. Il romanzo ha aperto un vero e proprio filone nella letteratura fantastica, sfociando dall’utopia positiva all’utopia negativa, ossia la distopia. Zamjatin, in maniera raccapricciante e quasi grottesca, ha immaginato una società totalitaria, in cui la persona ha perso la sua individualità, ottenendo addirittura un numero seriale anziché un nome. Il risultato umano di questa trasformazione è un prodotto di uno stato totalitario, non più utopico, ma reale – un sorta di ibrido tra URSS e Germania nazista.
Disponibilità del libro (sempre aggiornato)