"Avete fatto caso che gli unici roghi della storia riguardano libri e streghe?"

 

W il Papa, lunga vita al Papa

 

di Carlo Ottone

 

Harold J. Frysne. Petrus Secundus. Storia immaginaria non impossibile (1955-1960). (Genova, Edizioni All’Insegna del Rovere, 1953).

 

 

 

 

 

 

Malaparte recensore sui generis

Per la scheda di questo interessante e originale libro mi avvalgo della presentazione che ne fece Curzio Malaparte su Tempo, settimanale di politica, informazione, letteratura e altro, fondato da Mondadori e pubblicato dal 1939 al 1976.

L’Arcitaliano collaborò a Tempo con una rubrica, il cui titolo rispecchiava la personalità dell’autore, Battibecchi, dal 1953 al marzo 1957; Malaparte morì nel luglio dello stesso anno. La recensione è del 1954 con il titolo Un martire, il martire è lui stesso, personaggio, suo malgrado, di questo romanzo.

“Che io dovessi morire di morte violenta, o addirittura assassinato, lo prevedevo da un pezzo: ma che dovessi proprio morir crocifisso, questo non lo immaginavo davvero. E non l’avrei mai saputo, se non fosse apparso in America, con gran successo, un libro che, con molto lusso di particolari raccapriccianti, racconta il mio martirio […] Ed ecco, ora, che esso appare in traduzione italiana […]”

Traduttore Luigi Cripta (?), che scrive anche una lunga prefazione, un panegirico, datata Roma, Pasqua di Resurrezione, 1953.

L’autore, Harold J. Frysne, figlio di un alto funzionario del governatorato di Pennsylvania (sua madre era irlandese), compì i suoi studi a Oxford (U.S.A.), poi venne in Italia, vestì l’abito di San Benedetto e superò il difficile anno di noviziato nel monastero benedettino di Monte Cassino, dal quale passò all’Abbazia romana di San Paolo fuori le Mura; ma prima di emettere i voti monastici e di essere ordinato sacerdote, una grave malattia costrinse il novizio a lasciare la vita claustrale, per riprendere quella del mondo.

“Autore di molte opere teologiche, fra cui due originali saggi su Gioacchino da Fiore e su Antonio Rosmini.”

Nel risvolto dell’ultima di copertina compaiono dei cenni biografici dell’autore, in cui si accenna ad una sua pubblicazione: The directives of Faith in History, accolta con entusiasmo dalla critica, che non ho trovato in nessuna bibliografia; sui libri dedicati a Fiore e Rosmini si dice che sono stati tradotti in italiano, ma nel Servizio Bibliotecario nazionale non c’è traccia, vi è solo il Petrus Secundus. Secondo Malaparte:

Harold J. Frysne considerato negli Stati Uniti il più vivace, il più polemico, e il più originale, fra gli scrittori cattolici americani […] Il libro racconta le vicende di un’ipotetica invasione russa dell’Italia, e ci descrive i primi atti del governo comunista installatosi al Quirinale e al Viminale, e la fuga in aereo del Santo Padre (un papa americano: il primo Papa americano in tutta la storia della Chiesa: ed io spero anche l’ultimo).”

Papa Petrus Secundus (nella storia del papato c’è stato solo Petrus Primo, anzi Petrus, il fondatore della chiesa cattolica) si trasferisce in aereo a New York, accolto da indescrivibili scene d’entusiasmo, la corte vaticana emigra in nave. Scrive ancora Malaparte:

“Ve l’immaginate? New York novella Roma!”, in effetti Petrus Secundus fonda la nuova chiesa romana in terra americana. Dopo aver narrato il trasloco della cattedra di San Pietro da Roma a New York:

Frysne racconta gli avvenimenti che si svolgono in Italia: gli atroci eccidi cui si abbandonano le folle aizzate dai comunisti, gli incendi, i saccheggi, gli arresti di massa, le torture, le fucilazioni degli avversari politici, le profanazioni delle chiese, dei conventi, degli stessi palazzi, l’uccisione di cardinali, vescovi, di migliaia di preti e monache. Il popolo italiano, sopraffatto da così feroce violenza, rinunzia a difendersi a opporsi a tale scempio.”

 

Ucronia allo stato puro

L’alto commissario sovietico per l’Italia è “Il Migliore”: Palmiro Togliatti segretario del PCI, che sarà il direttore del Nuovo Osservatore Romano che sotto al titolo porta le insegne della Falce e Martello.

Bisogna contestualizzare il periodo in cui uscì in Italia il libro, siamo in piena guerra fredda tra i due blocchi: l’occidente guidato dagli USA, e l’Est sotto l’egemonia dell’URSS; la propaganda da ambo le parti non escludeva nessun’arma, il libro di Frysne rientra nella propaganda anti comunista. Nel 1949 ci fu da parte di papa Pio XII la scomunica per chi professava la dottrina comunista. Frysne non tralascia il mondo della cultura, descrivendo:

“[…] un noto regista e uomo di teatro milanese, di nobile passato, ma passato al servizio della – quinta colonna artistico-intellettuale.”

Luchino Visconti. Al di là dell’anticomunismo che trasuda dal libro, ritengo che lo si possa inserire a pieno titolo nella letteratura distopica. Il personaggio di Malaparte era:

“[…] un uomo solo, animato da uno straordinario coraggio, si leva a contrastare la selvaggia furia comunista […] quell’uomo ero io. Qui l’autore si dilunga ad elevare un inno al mio coraggio […] dei miei successi internazionali […] mettendo soprattutto in luce il mio spirito estroso e libero, insofferente di ogni disciplina […] un apostolo votato a tutto, anche al martirio.”

Martirio che avvenne con la crocefissione. Malaparte, ironicamente, ringrazia Frysne:

“[…] una bella fine, non c’è che dire. Però, guarda che morte mi tocca fare, per la salvezza d’Italia! E, poi perché proprio io? Possibile che fra tanti eroi che conta l’Italia […] abbia dovuta scegliere proprio me?”

In effetti la presenza nel romanzo di personaggi identificabili suscitò la critica dei Gesuiti della Civiltà Cattolica, che nel Vol. IV, quaderno 2527 del 1 ottobre 1955 scrisse:

“[…] (Che il romanzo) avrebbe acquistato molto in efficacia e sveltezza, se l’autore […] avesse curato meglio i caratteri dei personaggi, evitando allusioni troppo chiare a persone reali facilmente riconoscibili e non sempre ben scelte per la parte di martire.”

Con buona pace di Malaparte. Anche la stampa italiana si occupò del libro. Sulla Stampa di Torino il 24 dicembre 1953, il libro fu stampato il 10 novembre, appare un articolo:

“All’esame del Sant’Uffizio il libro di un mancato frate benedettino. Il Sant’Uffizio esamina in questi giorni un libro che definir curioso è lieve cosa […] In Vaticano la fantasia del Frysne non fa presa. I monsignori del Sant’Uffizio a interrogarli, sorridono lievemente.”

Ancora nel 1978 il libro è citato in una bibliografia, Il papato nella letteratura pubblicata nel numero 16/1978 dell’Archivium Historiae Pontificiae, rivista della Pontificia Università Gregoriana. Forse la collocazione più congeniale al libro è quella di Ernesto Vegetti che la colloca nel catalogo delle opere di SF, Fantasy e Horror: entra in tutte e tre le categorie. Vale la pena di leggerlo.

 

 

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