"Avete fatto caso che gli unici roghi della storia riguardano libri e streghe?"

 

Bret Lott, scrittore acclamato e professore d’inglese noto a livello internazionale, continua a lasciare un segno indelebile nel panorama letterario contemporaneo. Nelle seguenti righe, andremo ad esplorare in dettaglio la vita personale, la carriera accademica, le opere e le peculiarità narrative del celebre autore.

 

Nato a Los Angeles, California, nel 1958, Bret Lott è cresciuto tra Buena Park, California e Phoenix, Arizona, prima di tornare in California per vivere a Huntington Beach. È qui che ha incontrato e sposato sua moglie, Melanie Swank Lott, presso la First Baptist Church di Huntington Beach/Fountain Valley. Dopo aver conseguito la laurea presso la California State University, Long Beach nel 1981, Lott si è spostato nel Massachusetts per frequentare la scuola di specializzazione presso l’Università del Massachusetts ad Amherst. Ha conseguito il Master of Fine Arts nel 1984 e ha ottenuto la sua prima posizione di insegnamento presso l’Ohio State University.

Nel 1986, Lott ha messo a disposizione del Dipartimento di Inglese del College of Charleston la sua competenza, e attualmente è professore associato e direttore del nuovo programma di Master in Belle Arti.

 

Lott scrittore

Lott non è solo un educatore appassionato ma anche un autore prolifico. Tra le sue opere più note, troviamo “The Man Who Owned Vermont” (1987), “A Dream of Old Leaves” (1989), “Jewel” (1991), “Ancient Highway” (2008) e “Letters and Life: On Being a Writer, On Being a Christian” (2013). Il suo romanzo “Jewel“, è stato selezionato per il Club del Libro di Oprah e trasformato in un film nel 2001.

Oltre ad essere scrittore e professore, Lott ha svolto il ruolo di redattore di saggistica per la rivista Crazyhorse ed è stato insignito del titolo di Fulbright Senior American Scholar nel 2006.

Le opere di Lott hanno varcato i confini linguistici, essendo state tradotte in diverse lingue oltre all’inglese. La capacità di Lott di esplorare con grazia l’esperienza umana, insieme alla sua abilita nel creare personaggi ricchi e memorabili, ha toccato lettori in tutto il mondo.

Le innovazioni di style di Lott e la profondità con cui esplora le complessità della vita quotidiana continuano a definire la sua carriera letteraria, guadagnandogli il rispetto sia nel campo letterario che accademico. Con il passare degli anni, Bret Lott rimane una figura influente che crea opere significative e toccanti che vivranno a lungo nella cultura letteraria.

 

Perché non è stato tradotto in italiano?

Benché la vasta mole di opere di Bret Lott goda di riconoscimento e popolarità in America, la traduzione dei suoi libri in italiano non sembra ancora aver avuto luogo. Il motivo di questa mancanza può essere attribuito a varie ragioni.

Una ragione potrebbe essere lo status raggiunto dall’autore californiano nel 2001, quando il suo romanzo “Jewel” è stato trasportato sul grande schermo, con lo stesso titolo, in un film di Paul Shapiro, con Farrah Fawcett. Il che forse non lo rende avvicinabile a tutti gli editori del Belpaese. Un editore medio-piccolo, infatti, benché potenzialmente interessato ai libri di Lott, potrebbe non possedere le risorse necessarie per tradurle e garantire una adeguata distribuzione in Italia.

Un’ulteriore motivazione potrebbe risiedere nella natura stessa del mercato editoriale italiano. Il numero di libri stranieri tradotti in italiano ogni anno è limitato e fortemente concorrenziale, rendendo imprescindibile che le opere selezionate siano di un interesse particolare per il pubblico italiano. Così, nonostante la qualità indiscussa delle opere di Bret Lott, è possibile che l’editoria italiana non abbia ancora riconosciuto la potenziale risonanza dei suoi lavori con i lettori del nostro paese.

Infine, può essere anche possibile che la traduzione dei libri di Bret Lott sia già in corso, magari senza tanti clamori. La traduzione di un libro è un processo lungo e meticoloso, che richiede tempo per essere realizzato adeguatamente.

Alcune sue opere risultano tradotte in tedesco, coreano, ebraico e spagnolo; ma si tratta di opere uscite circa venti o trenta anni fa. Al momento non sembra esserci un grande interesse degli editori italiani ai suoi libri.

 

L’opinione del cacciatore di libri

Ci pare interessante una ricerca mirata alle prime edizioni americane dei romanzi di Bret Lott, in particolare a The man who owned Vermont (New York, Viking Press, 1987) e A Stranger’s House (New York, Viking Press, 1988). Questi primi due lavori di Lott si trovano in vendita anche a prezzi interessanti per l’acquisto, non di rado in esemplari recanti firme e dediche.

 

 

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