"Avete fatto caso che gli unici roghi della storia riguardano libri e streghe?"

 

Il balletto dei quattro moschettieri

Quattro moschettieri? Sì, perché in effetti – stante la confusione che regna in rete – sarebbero ben quattro le differenti copertine a contendersi la palma di prima edizione assoluta del romanzo cult dal titolo Rumore bianco di Don DeLillo (Napoli, Tullio Pironti, 1987). Come è mostrato nella galleria fotografica a seguire:

Il merito della scoperta in Italia dello scrittore va all’editore napoletano Tullio Pironti (nato nel 1937), delle omonime edizioni con sede oggi in Piazza Dante n. 89 e che all’epoca dell’uscita del romanzo di DeLillo si trovavano in Via Port’Alba n. 33 – stiamo parlando del Settembre del 1987. La nostra “indagine” parte proprio da lì.

 

Il fenomeno DeLillo

Donald Richard (Don) DeLillo (nato nel 1936) è uno scrittore americano di origini italiane. Il suo primo romanzo è Americana, pubblicato in America nel 1971 ma in Italia comparirà più tardi, quando lui sarà già famoso.

In Italia, e negli altri paesi, infatti, i suoi libri non escono nell’ordine cronologico delle uscite americane. Cosa non troppo rara in editoria, basti pensare a Dan Brown e al suo Il Codice Da Vinci, che fu il primo libro tradotto in Italia ma non il primo scritto dall’autore.

DeLillo si palesa come un acuto osservatore della società americana di fine secolo e di tutto il relativo immaginario collettivo. Descrive una realtà intrisa di religiosità, di tecnologia alienante, di intrighi politici e la sua scrittura è allo stesso tempo una satira politica del mondo moderno e un dipinto graffiante e irriverente della personalità umana, che non lo fa passare inosservato.

Come detto, in Italia lo scopre Tullio Pironti – su “imbeccata” di Fernanda Pivano, che aveva scritto per quest’editore la postfazione di Meno di Zero di Bret Easton Ellis appena un anno prima.

DeLillo nel 1985 aveva infatti conseguito, proprio con il romanzo post-moderno White Noise, il prestigioso National Book Award. La Pivano lo aveva letto e subito consigliato all’editore napoletano. Nel Settembre 1987 esce così Rumore bianco per i tipi di Tullio Pironti. Ma non succede poi molto. Non dico che passò inosservato, ma non si verificò nessun clamore particolare. La traduzione fu affidata a Mario Biondi, e da allora è sempre stata usata questa, anche da Einaudi. Il libro viene stampato in almeno 30.000 copie (“forse di più”, dicono dalla Tullio Pironti).

Il fatto che Don DeLillo sia oggi un autore cult del postmodernismo lo dobbiamo alle Edizioni Pironti? In realtà no. DeLillo diviene realmente famoso in Italia nel 1999, quando comincia a pubblicarlo Einaudi. Nel 1999 infatti sbarcano presso l’editore di Torino sia Rumore bianco che Underworld e sarà soprattutto quest’ultimo a decretare il successo dello scrittore italo-americano nel nostro paese. Piano piano crescerà il mito-DeLillo, che incarnerà il delirio di modernità, l’assenza di riferimenti e di diktat intellettuali.

 

Facciamo un po’ d’ordine? Ci proviamo, ma non è facile!

Cominciamo intanto prendendo come riferimento la galleria fotografica. Si noterà che le copertine sono quattro. Fonti qualificate (Tullio Pironti Editore, librerie storiche napoletane, collezionisti evoluti) mi confermano il dato risolutivo: cambiano solo le sovraccoperte, il libro è sempre lo stesso!

Ecco quindi la verità non scritta, sempre taciuta, mai ammessa. La favola delle supposte quattro edizioni si riduce a una brillante e lungimirante operazione di marketing con il quale lo scaltro editore Tullio Pironti fa fronte alle richieste del mercato nei vari anni che seguono il 1987, fino al 1999 quando il timone della nave DeLillo passa al nuovo comandante Einaudi.

La domanda sorge spontanea al collezionista: ma allora – se il libro è lo stesso – solo la sovraccoperta distingue le varie (per così dire) “edizioni”. E che ordine cronologico di uscita possiamo dare alle stesse?

La risposta è più semplice di quanto ci si potrebbe aspettare. La cronologia la possiamo desumere dal prezzo di copertina (in questo caso sovraccoperta). Il prezzo è salito con gli anni, adeguandosi al costo della vita e alla domanda. Pertanto quello più basso indica la prima edizione circolata e a salire troviamo le altre. Questa è la bussola che ci permette di trovare il nord magnetico.

Su eBay e sugli altri canali di vendita (Maremagnum, Comprovendolibri, Amazon) cosa succede? Più o meno il caos. Tutti coloro i quali hanno una copia di Rumore bianco di Don DeLillo hanno la stessa indicazione scritta sulla pagina interna: “I Edizione – Settembre 1987” e siccome tutti quanti ritengono di avere in mano la prima edizione assoluta e incontestabile, cercano di farsela pagare di conseguenza. Ma la considerazione da fare secondo me è la seguente: le quattro differenti versioni di copertina non ha senso che siano circolate contemporaneamente. Un ordine di apparizione sul mercato ci deve pur essere stato.

Vediamo pertanto come va vista la cronologia delle varie uscite del libro se introduciamo il prezzo di copertina come conta-anni e come elemento decisivo. Intanto osserviamo bene qui di seguito – nella mini galleria di due immagini – i dati di stampa tratti dal colophon delle quattro edizioni (vi ricordo che i dati sono gli stessi e non variano da edizione a edizione; tutti assolutamente recitano: I Edizione Settembre 1987):

Il dato essenziale

Il dato essenziale – l’ho detto prima e qui lo ripeto – è quindi il prezzo di copertina, il quale realmente dovrebbe distinguere le edizioni l’una dalle altre. Ecco, nella galleria fotografica che segue, i talloncini del prezzo delle quattro edizioni:

  1. 14.000 Lire per l’edizione la copertina con il quadro di Paul Delvaux

  2. 20.000 Lire per l’edizione con la copertina gialla

  3. 22.000 Lire per l’edizione arcobaleno

  4. 22.000 Lire per l’edizione con dominante blu

 

 

Ma nel “coro” ci sono anche altre voci

Secondo voci interne alla casa editrice, l’ordine di circolazione sarebbe stato questo:

1. Copertina blu; 2. Copertina arcobaleno; 3. Copertina Delvaux; 4. Copertina gialla.

Secondo questa fonte la spiegazione è che le copertine si lacerassero o invecchiassero precocemente e i libri (già stampati da tempo) venissero ricopertinati di frequente. Il calo di prezzo (se prendiamo per buona questa nuova cronologia) lo si deve al fatto che – in mancanza di una “edizione economica” vera e propria – si volle creare una “mandata” di copie a prezzo più basso.

 

E i codici ISBN?

Naturalmente, ci sono anche i codici ISBN a infittire la questione. Ad un primo esame l’unica copertina recante un codice ISBN ed EAN sembrerebbe solo la copertina con il quadro di Paul Delvaux (e questo non avvalora affatto la sua posizione come prima della classe, ma anzi la spinge in ultima posizione). In rete ci sono svariati riferimenti a codici ISBN diversi da loro e che “portano in dote” anni di stampa diversi dal 1987.

Facciamo alcuni esempi:

  • Rumore bianco, di Don DeLillo; Editore: Tullio Pironti; Data di Pubblicazione: Ottobre 1992; EAN: 9788879370486; ISBN: 8879370480.
  • Rumore bianco, di Don DeLillo; Editore: Tullio Pironti. Data di pubblicazione: 1987. ISBN: 8879370111 EAN: 9788879370110

Da cui si evincerebbe che ci fu almeno un’altra edizione Tullio Pironti diversa dal 1987.

 

Le altre edizioni

Nella seguente galleria fotografica ecco le altre edizioni italiane di Rumore bianco di Don DeLillo:

Si è fatta abbastanza rara l’edizione Club degli Editori del 1988.

La situazione in casa Einaudi è complessa. Dopo le due edizioni (tascabile ed ET) del 1999, esce di nuovo con varie altre edizioni negli anni successivi fino al 2014, quando c’è stata la 13°. Tra i dati certi, si sa che la 5° edizione è del 2005; la 7° edizione del 2007.

 

Cambiano anche i codici ISBN

[ISBN] 88-06-14727-7 per la 1° edizione del 1999
[ISBN] 88-06-17391-X per la 5° edizione del 2005
[ISBN] 88-06-17391-X per la 6° edizione del 2006
[ISBN] 978-88-06-17391-3 per la 7° edizione del 2007
[ISBN] 978-88-06-22069-3 per la 13° edizione del 2014 (24 Marzo)

 

 

 

Disponibilità del libro (sempre aggiornato)

 

[Si ringraziano vari soggetti – non tutti citabili, per loro esplicita richiesta – tra cui: Giovanni Cavallo, Pasquale Langella, Luca Pantarotto]

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