"Avete fatto caso che gli unici roghi della storia riguardano libri e streghe?"

 

Uno, cento, mille libri-scandalo che poi scompaiono nel nulla…

 

edizione italiana

Chi ha tradito Anne Frank: indagine su un caso mai risolto, di Rosemary Sullivan; traduzione di Daniela Liucci ( Milano, HarperCollins, 2022).

 

 

 

 

 

edizione olandese

In Olanda l’editore Ambo Anthos sarebbe in procinto di ritirare dalla vendita il libro d’inchiesta Chi ha tradito Anne Frank di Rosemary Sullivan. Il libro propugna la teoria secondo la quale sarebbe stato un notaio ebreo, Arnold van der Bergh, il responsabile dell’arresto e della deportazione della giovane Anne Frank nel campo di concentramento nazista di Auschwitz-Birkenau.

 

I risultati dell’indagine sono stati scritti dall’autrice canadese Rosemary Sullivan e pubblicati a gennaio. Molto probabilmente il notaio ebreo voleva salvare se stesso e la sua famiglia. Gli otto ebrei residenti nell’appartamento di Amsterdam, inclusa Anne Frank, furono deportati. Solo il padre di Anne, Otto, sopravvisse.

Johannes Houwink ten Cate, professore all’Università di Amsterdam, dove ha la cattedra di Holocaust and Genocide Studies, però, ha commentato: “per grandi accuse sono necessarie grandi prove e qui non ve ne sono”.

Il direttore della Fondazione Anne Frank, Ronald Leopold, ha rincarato la dose: “Bisogna stare molto attenti prima di far passare qualcuno alla storia come un traditore di Anna Frank se non si è sicuri al 100 o al 200 percento”.

 

Qualche dubbio

D’altra parte, se fai uscire un libro del genere nel Giorno della Memoria, il 27 gennaio, l’intento di creare clamore pare evidente. Fermo restando che il libro è l’atto conclusivo di un’indagine di un pool di storici. Ma non tutti gli esperti, come appunto Houwink ten Cate, sembrano condividerne i risultati.

Ulteriore scandalo, come racconta il quotidiano Trouw, è che una buona parte degli storici che avrebbero contribuito alle ricerche, elencati nel libro della Sullivan, interpellati, hanno detto di non saperne nulla.

Lo staff operativo, oltre duecento esperti, gestito e capitanato dall’ex agente dell’FBI Vince Pankoke, che una volta dava la caccia agli spacciatori di cocaina in Colombia afferma che, in effetti:

 

“Non abbiamo trovato una pistola fumante”, ha detto. “Ma la nostra teoria ha una probabilità di oltre l’85 per cento.”

 

Ma soprattutto dà da pensare che tra i fautori del progetto ci siano i produttori cinematografici olandesi Thijs Bayens e Pieter van Twisk. Il progetto appare chiaro fin da subito: libro, film, serie televisiva, marketing.

 

Ma sarà un lavoro di ricerca affidabile?

Sono stati analizzati decine di migliaia di documenti utilizzando i più recenti mezzi tecnici, come l’analisi dei dati e l’intelligenza artificiale. Gli inquirenti hanno anche trovato una prova importante, la copia di una lettera anonima che Otto Frank ricevette nel dopoguerra, in cui veniva citato il nome del notaio.

In oltre settant’anni sono state esaminate in dettaglio e archiviate come poco probabili circa trenta diverse teorie con nomi di possibili sospetti  Ma quando si trattava dei sospetti da loro desunti, da loro scoperte personali, quindi, gli investigatori erano meno propensi nello scartarli. Il sospetto contro il notaio era già stato indagato negli anni ’60. La polizia lo ha a lungo ritenuto improbabile. Le domande di allora sono ancora senza risposta oggi: chi ha scritto la lettera anonima? E perché? Cera una vendetta in corso?

Il notaio era un membro del Jewish Council, che, secondo la squadra del cold case, aveva elenchi di centinaia di indirizzi di ebrei nascosti. Solo che non ci sono prove che il Consiglio ebraico, che era stato istituito dai tedeschi con la forza, avesse tenuto tali elenchi. Il professor Houwink ten Cate afferma: “non ho mai visto niente del genere in 35 anni di ricerca.” Il suo collega Bart van der Boom dell’Università di Leiden ha persino parlato di “sciocchezze diffamatorie”. È un esperto della storia del Consiglio Ebraico, ma non è stato consultato dalla squadra del cold case.

Monta quindi il sospetto di un’operazione di spettacolarizzazione mediatica, con l’uso di una procedura standardizzata nell’immaginario dello spettatore medio, che si rifà a serie televisive, con psicologi, mentalisti e imbonitori di vario tipo. Che si sia veramente arrivati a una conclusione inoppugnabile, insomma, sarebbe tutto da dimostrare.

 

Un’ottima ricostruzione dei fatti

Hanno ricostruito bene la vicenda i giornalisti Henk Willem Smits e Rosanne Kropman del sito Follow The Money, nel loro articolo del 4 febbraio dal titolo: De schade van ‘Het verraad van Anne Frank’
[I danni de ‘Il tradimento di Anne Frank’] [seguono due estratti dall’articolo]

Il fallimento ‘scientifico’ del progetto sarebbe avvallato dal rifiuto a ogni tipo di collaborazione del Fondo Anne Frank.  Il Fondo svizzero Anna Frank non ha nulla contro i progetti di ricerca commerciale, afferma il direttore Yves Kugelmann, purché la ricerca sia di qualità accademica. Durante la conversazione a Basilea [con i fautori del progetto] l’atmosfera è amichevole, un piatto di panini viene riempito di nuovo. Ma questo cambia non appena il consiglio vuole conoscere il nome del progetto. “A Cold Case Diary: Anne Frank“,

Dopo questo incontro, il Fondo Anne Frank rifiuta ogni collaborazione. Kugelmann: ‘Non avevano prove o competenze, hanno solo usato la tecnologia informatica. Ci era chiaro che si trattava di un progetto puramente commerciale.”

 

Il destino del libro

Al momento tutte le edizioni del libro – olandese, tedesca, italiana, francese, inglese e spagnola – appaiono acquistabili su Amazon. Il famoso agente letterario Paul Sebes ha affermato su Follow The Money:

‘La sera stessa del giorno d’uscita il libro era completamente bruciato ed ero felice di non averci niente a che fare. Sono nel settore dei libri da trent’anni ormai, ma non ho mai visto niente di simile. A parte il danno finanziario, il danno reputazionale per tutti gli editori e gli agenti coinvolti è enorme. Questo è molto triste per tutti coloro che ci hanno lavorato, compresi i traduttori e il personale pubblicitario”.

 

E l’edizione italiana?

Alla data dell’8 febbraio 2022 non ci sono avvisaglie o comunicazioni circa il destino editoriale dell’edizione italiana del libro di Rosemary Sullivan Tutto tace. Non siamo al momento a conoscenza di dinamiche che possano portare a un ritiro del volume dalle librerie o dai siti di vendita su Internet. Anche se siamo consapevoli che la situazione può modificarsi in fretta.

 

 

 

Disponibilità del libro (sempre aggiornato)

 

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CHI HA TRADITO ANNE FRANK DI ROSEMARY SULLIVAN

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Su AMAZON (Edizione Italiana)

 

Su AMAZON (Edizione Olandese)

 

 

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