"Avete fatto caso che gli unici roghi della storia riguardano libri e streghe?"
Usi e costumi, di Irene Brin (Roma, Donatello De Luigi, 1944).

 

L’autrice (pseud.) era in realtà la giornalista Maria Vittoria Rossi (1911-1969) – anche nota come Contessa Clara Ràdjanny – di cui il regime fascista aveva già censurato un libro precedente – Olga a Belgrado (Firenze, Vallecchi, 1943) – per le sue evidenti simpatie nei confronti dei partigiani jugoslavi. Usi e costumi è una raccolta di brillanti e arguti articoli della giornalista sulla moda e sui costumi dei tempi (galateo, stare in società, vestirsi ecc.), conditi però di quell’esterofilia che era del tutto sgradita al Fascismo. Qui infatti si allude al mito americano, alla raffinatezza della moda francese, al pensiero tedesco. Irene Brin è stata riscoperta poi da Sellerio negli anni ’80, quando il libro è stato ristampato (1981, 1989 e 2001), e con esso vari altri titoli della coraggiosa giornalista.

 

Qualcosa su Irene Brin

 

Anche il padre di Maria Vittoria Rossi (la Irene Brin di queste pagine) era un autore famoso, si parla del generale di corpo d’armata degli alpini Vincenzo Rossi. Celebri tre suoi trattati di guerra: Guerra in montagna (Roma, Casa Editrice Italiana, 1902); La spedizione inglese nel TIbet (Roma, Casa Editrice Italiana, 1905) e Le quistioni del Medio Oriente: Arabia e Golfo Persico, Persia e Afghanistan. Tibet e Indo-Cina (Roma, Casa Editrice Italiana, 1906).

La giovane Maria Vittoria crebbe così in un contesto familiare avvantaggiato, dove scrivere era di casa. La stessa madre, poliglotta, la introdusse alla letteratura e all’arte. La giornalista fu successivamente collega di Indro Montanelli, e Leo Longanesi, il suo direttore, coniò per lei lo pseudonimo di Irene Brin, quando la assunse a Omnibus, dove, oltre a Montanelli, scriveva anche Alberto Savinio (corrispondente da Parigi).

Dopo l’esperienza con Longanesi (Omnibus fu chiuso da Mussolini nel 1939), l’intraprendente giornalista cominciò una vorticosa serie di collaborazioni ai più importanti giornali e rotocalchi dell’epoca, sotto un’infinità di pseudonimi. Scrisse su La settimana Icom Illustrata, su Mediterraneo, Film Illustrato. I suoi scritti erano fini reportage, tra il diario di viaggio e il pettegolezzo, con il glamour cosmopolita che la pervadeva.

Fondò col marito la Galleria L’obelisco in via Sistina a Roma, dove iniziò una redditizia attività di mercante d’arte.

Un grande successo – ne fu sponsor principale Luigi Barzini jr., fu il libro I segreti del successo, a firma della [Contessa Clara] Clara Rádjanny von Skéwitch (Roma, Casa Editrice Colombo, 1954).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Olga a Belgrado, Brin Irene (Maria Vittoria Rossi) Editore: Vallecchi, Firenze, 1943

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