"Ci sono libri che da prede si trasformano in predatori. Temete i loro morsi, bibliofili"

 

Lunga ombra americana in terra inglese: il viaggio letterario di Bill Bryson

Il disegno indimenticabile dell’autore e giornalista statunitense Bill Bryson si cala sul panorama letterario come un viaggiatore instancabile, un acuto osservatore e un irresistibile narratore d’aneddoti. Nato il 8 dicembre 1951 a Des Moines, Iowa, da una famiglia di discendenza irlandese, il viaggio artistico di Bryson ha attraversato varie geografie, ma ha scavato radici profonde nelle pagine della narrativa di viaggio e in una serie di altre discipline diverse.

Il giornalismo è stato il primo amore di Bryson. Ha iniziato i suoi studi presso la Drake University, prima di partire per un viaggio di quattro mesi attraverso l’Europa nel 1972 – un odyssey che avrebbe fortemente influenzato la sua futura carriera. Bryson racconta aneddoti del suo viaggio nell’opera “Neither Here Nor There: Travels in Europe“, pubblicato in Italia come “Una città o l’altra“.

L’Inghilterra, in particolare, ha affascinato Bryson. Si stabilì nel Regno Unito nel 1973 lavorando in un ospedale psichiatrico a Virginia Water, Surrey. Lì incontrò Cynthia, un’infermiera inglese che sposò nel 1975. Durante il suo tempo in Inghilterra, Bryson ha lavorato come giornalista per The Times e The Independent, prima di dedicarsi alla scrittura a tempo pieno nel 1987.

Bill Bryson si è affermato come autore di libri di viaggio, caratterizzati da senso dell’umorismo, autoironia e da un’ampia gamma di aneddoti, curiosità storiche, politiche e culturali. Molti dei suoi lavori sono stati tradotti in italiano, tra i quali spicca “Una passeggiata nei boschi“, cronaca del tentativo di percorrere l’Appalachian Trail insieme al suo amico Matt Angerer, pseudonimo “Stephen Katz”. E naturalmente Diario Africano.

Oltre ai libri di viaggio, Bryson ha dimostrato un notevole spettro di interessi culturali, pubblicando tre saggi sul linguaggio, un’opera sul celebre drammaturgo William Shakespeare intitolata “Il mondo è un teatro. La vita e l’epoca di William Shakespeare“, e un libro sulla storia scientifica chiamato “Breve storia di (quasi) tutto“, che ha ricevuto numerosi riconoscimenti e raggiunto un grande successo internazionale.

Sebbene nel 2020 Bryson abbia annunciato la decisione di non scrivere più libri, il suo contributo alla letteratura internazionale rimane inestimabile. Le traduzioni italiane dei suoi lavori testimoniano l’attrazione universale delle sue storie, ricche di avventure, umorismo e conoscenza. Bill Bryson ha consegnato alla letteratura mondiale un mosaico unico e multicolore di esperienze di viaggio, caratterizzate da uno stile vivace, informativo e allo stesso tempo estremamente piacevole.

 

Di cosa parla il libro “Diario africano” e della sua importanza

1° ed. americana (2002)

Diario Africano” di Bill Bryson è un libro che racconta un viaggio di otto giorni compiuto dall’autore in Kenya nel 2002, invitato da Care International per documentare il loro lavoro umanitario nel paese. L’intero ricavato del libro è devoluto a sostenere le persone che vengono ritratte al suo interno, ma è anche una lettura meravigliosa! Come ci si potrebbe aspettare, non vengono ignorate le terribili condizioni legate alla diffusa povertà nel paese. Bryson visita Kibera, una baraccopoli alle periferie di Nairobi, la capitale del Kenya, che ospita tra 700.000 e 1 milione di persone. Le condizioni sono terribili e migliaia di persone sono positive all’HIV, eppure ufficialmente il luogo non esiste e viene ignorato dal governo keniota. Bryson visita anche un campo profughi in cui le persone sono intrappolate in un limbo burocratico, senza uno stato, e vivono con scarsa speranza di un futuro migliore.

Ma il libro non è solo un viaggio deprimente alla ricerca di senso di colpa. Bryson si sofferma anche sulle meraviglie del Museo Nazionale del Kenya, che contiene 500 dei circa 5000 ossi umani fossili esistenti, e Olorgasailie, un’area in cui gli antichi esseri umani hanno prodotto utensili per un milione di anni! Ci sono anche passaggi umoristici inconfondibili nello stile di Bryson, che riguardano le pericolose e mal tenute ferrovie e l’incubo di volare in un aereo leggero durante una tempesta.

La parte più interessante e ispiratrice è stata vedere come una banca chiamata Wedco che concede prestiti per lo sviluppo di piccole imprese, offrendo a queste persone la possibilità di avere una vita migliore. La piccola comunità di Ogongo Tir, in cui Care ha installato un nuovo pozzo, ha dimostrato che, sebbene abbiano bisogno di una mano per iniziare, le persone lì vogliono prendere il controllo del proprio destino anziché dipendere per sempre dall’Occidente.

Nel complesso, “Diario Africano” di Bill Bryson è un libro divertente e allo stesso tempo informativo, con Bryson che funge da simpatico tramite per conoscere Care International e il suo notevole lavoro in Kenya. È una lettura veloce, ma memorabile e commovente, con una causa eccellente nel cuore del libro – vale davvero la pena prenderlo in considerazione, soprattutto perché il prezzo di acquisto aiuta a migliorare un po’ la vita di queste persone.

 

Le edizioni italiane

1° ed. italiana (Guanda, 2003)

Diario Africano è uscito per Guanda nel 2003 e al 2023 non risulta ancora ristampato. Ciò lo ha reso piuttosto raro e si riscontrano su questo titoli della valutazioni interessanti nel mercato collezionistico. Questo libro è il quinto, in ordine cronologico, delle edizioni italiane dei libri di Bill Bryson, dopo America Perduta (2000), Una passeggiata nei boschi (2000), In un paese brucitao dal sole: l’Australia (2001) e Una città o l’altra (2002).

 

 

 

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