Gli ultimi saranno i primi. L’Orazione di Gabriele D’Annunzio [Discorso al popolo di Roma nell’Augusteo], di Gabriele D’Annunzio, 4 maggio 1919 (senza dati editoriali, ma stampato nel 1919).
Manifesto originale (scritto a due facciate) del famoso discorso interventista di Gabriele D’Annunzio pronunciato nell’Augusteo di Roma il 4 maggio 1919.
L’orazione interventista di D’Annunzio
La storia del discorso di Gabriele D’Annunzio pronunciato a Roma il 4 maggio 1919 all’Augusteo ha inizio il 18 gennaio 1919, giorno di apertura della Conferenza di Pace a Parigi. Questa data è offensiva per la Germania, poiché segna il 48° anniversario della proclamazione dell’Impero Tedesco dopo la Guerra Franco-Prussiana. Il Presidente del Consiglio Vittorio Emanuele Orlando e il Ministro degli Esteri Sidney Sonnino, non avendo ottenuto i giusti compensi territoriali, lasciano Parigi e il 24 aprile tornano a Roma.
Il 25 aprile, giorno di San Marco, D’Annunzio è a Venezia e da questa città pronuncia un discorso, il primo di una lunga serie. Nel 1915, da Quarto, aveva dato inizio ai discorsi interventisti; nel 1919, invece, si scaglia contro la casta politica e prosegue per Roma con la consapevolezza di quanto sia grande l’orgoglio di essere italiano in quel momento. A Roma, D’Annunzio visita nuovamente i luoghi simbolici della città, come aveva fatto nel 1915, ma questa volta lo fa da grande invalido di guerra, portando con sé il peso delle esperienze belliche, dei ricordi eroici e dei compagni caduti.
Il 4 maggio 1919, D’Annunzio pronuncia il suo primo discorso all’Augusteo intitolato “Gli ultimi saranno i primi“. In questo discorso, ricorda gli ultimi soldati che si sacrificarono per l’Italia a cinque minuti dallo scoccare dell’ora dell’armistizio, pienamente consapevoli del loro destino: “vollero incoronarsi e morire”, “senza null’altro premio sperare che la vittoria e la grandezza della Patria“. E prosegue raccontando: “Mancavano solo cinque minuti alle ore quind (del 4 novembre) quando i Bersaglieri dell’Ottavo Reggimento e i Cavalleggeri di Aquila raggiunsero il nemico al trivio di Paradiso“.
La riflessione sull’importanza di questo discorso risiede nel fatto che D’Annunzio, con la sua potente oratoria, è riuscito a toccare il cuore degli italiani e a far emergere l’orgoglio e la passione per la Patria. In un momento storico così delicato, il suo messaggio ha contribuito a rafforzare il senso di appartenenza e a ricordare i sacrifici compiuti per la grandezza della nazione.
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