"Ci sono libri che da prede si trasformano in predatori. Temete i loro morsi, bibliofili"

Per il bibliofilo che vuole qualcosa di rassicurante, per non evadere troppo (dalla sua libreria)

Il libraio ex poliziotto Cliff Janeway ha sempre il libro giusto tra le mani

Uno dei più bei complimenti che ricevo è quando mi dicono: “Lo sa, questo libro che ha scritto, avrei voluto scriverlo io.”

Credo sia l’obiettivo di chiunque di noi, dal grande letterato allo scribacchino meno dotato, ottenere una simile consacrazione. Sì, lo so, il complimento può essere anche letto al rovescio, ossia: «Perfino io avrei potuto scrivere questa roba. Bastava ci avessi pensato.»
Eh, credo però che non bastino le buone intenzioni. Anche a me piacerebbe scrivere gialli ambientati nel sottobosco bibliofilo di Denver, Colorado. Sì, sto parlando di John Dunning. E di chi altri? Se vi piacciono i gialli di Agatha Christie, magari un po’ più attuali, dove però quasi ad ogni pagina si parli di prime edizioni, autori misteriosi, copie pirata, truffe a librai e collezionisti, tipografie che sfornano gioielli numerati e quant’altro sulla stessa lunghezza d’onda, beh allora il vostro autore del cuore deve diventare il newyorchese creatore dell’ex poliziotto Cliff Janeway, riciclatosi come libraio e bibliofilo. L’ho scoperto con La morte sa leggere (Mondadori, 1993) e l’ho amato per Le ceneri del corvo (Mondadori, 1999). Quando si dice evasione bibliofila! Ma non tanto a pensarci bene, consiglio di tenere a portata di mano un taccuino e un lapis, c’è da prendere appunti ad ogni pagina. Ogni tanto Dunning porge delle perle che non si possono ignorare.

E non dimenticatevi La promessa del libraio (Rusconi, 2017) e I cacciatori di libri (Rusconi, 2018), altri bestseller. Sono libri scritti venticinque anni fa in originale, quindici per gli ultimi due citati. Qualcuno dice che ce ne vorrebbero di simili ambientati in Italia. Ho una copia di Booked to Die autografata, ma ce ne sono a centinaia in vendita, anche per pochi dollari.
Dunning è del 1942 ma credo si sia ritirato da tempo per motivi di salute. L’ultimo suo libro risale al 2006 e sebbene da più parti si fosse vociferato di almeno altri due titoli della serie dell’ex poliziotto bibliofilo, da tempo non se ne hanno più notizie. La perdita di un occhio e l’avanzamento di un terribile tumore cerebrale sembra lo abbiano fiaccato definitivamente e probabilmente non gli è più possibile scrivere. Noi lettori egoisti e insaziabili siamo qui a invocare un libro, un altro libro, un libro ancora. Ma ci sfugge la realtà.
Ad ogni modo, come fedeli compagni di ombrellone, i suoi libri sapranno allietare gli interminabili pomeriggi tra gli schiamazzi dei bambini, gli schizzi d’acqua e l’odore caldo e invitante dei bomboloni alla crema. Ma forse quelli erano altri tempi…

[Testo tratto da Nuovi casi per il cacciatore di libri, di Simone Berni (Edizioni SimOn, dicembre 2018)] / per comprarne una copia: su Amazon  / su eBay

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