"Ci sono libri che da prede si trasformano in predatori. Temete i loro morsi, bibliofili"

 

Rasputin e gli ebrei: memorie del segretario personale Grigory Rasputin, di Aron Simanovich (Riga, Casa editrice “Biblioteca Storica” [1921]).

 

 

Prima edizione (più che probabile) di un libro rarissimo, in grande formato (20,2 14,3 cm) e legatura in semipelle dell’epoca con conservazione del frontespizio di copertina dell’editore.

L’autore di questo libro – è stato per molto tempo il segretario personale di Grigory Rasputin e un gioielliere alla corte di Nicola II. Questo gli ha permesso di apparire nell’alta società ed essere uno dei primi a riconoscere le ambiguità di quel tempo. Nella tempesta degli eventi rivoluzionari, quando il vecchio mondo stava crollando, quando Rasputin stesso fu ucciso e l’intera famiglia reale fu fucilata, Simanovich si trasferì al sicuro a Parigi e iniziò a scrivere le sue memorie. Scartando quella parte del testo che è chiaramente di parte e dal contenuto troppo personale, il lettore troverà in questo libro molte informazioni interessanti che illuminano il passato storico della Russia.

L’unico scopo di queste memorie“, ha avvertito l’autore, “è quello di trasmettere le mie osservazioni sul periodo turbolento della storia russa, che include: l’inizio della guerra mondiale, l’ascesa inaudita di Rasputin, la morte della dinastia dei Romanov ei primi rintocchi della guerra civile”.

Il libro è stato ristampato (la prima volta nel 1924 e poi molte volte fino a pochi anni fa), ma di questa edizione si era persa quasi del tutto la memoria.

 

Dalla scheda dell’unico venditore dell’unica copia disponibile sul mercato:

Una rarità molto grande. L’edizione di Riga non è stata trovata nel catalogo della Biblioteca di Stato russa e della Biblioteca nazionale russa, nella collezione di Andrey Savin, negli ultimi 21 anni solo un’altra volta è comparsa sul mercato. L’anno di pubblicazione non è indicato nel libro, ed è desunto secondo i cataloghi delle case d’asta dove era esposto un libro simile, con copertina nera dell’editore. Il prezzo a cura dell’antica casa d’aste di Nikitsky era in quel caso di 120.000 rubli (vedi come rif. il lotto n. 183. Asta n. 5. Libri rari, manoscritti e autografi, 2012). Costo: 1.500 dollari americani.

 

 

Un’avvertenza indispensabile

In questo periodo (febbraio / marzo 2022 e poi fino a gran parte del 2023) in cui infuria il conflitto russo-ucraino, dove la Federazione russa è isolata commercialmente e finanziariamente, la moneta nazionale, il rublo, tracolla ai minimi storici. Molti speculatori guardano agli oggetti d’arte e ai beni di lusso. Perfino ai libri.

Si pone certamente un problema etico. È lecito, è morale, è giusto, speculare e approfittare della situazione? Nessuna paura! I venditori russi hanno già provveduto a raddoppiare le loro valutazioni (perché il rublo è appunto dimezzato). Altri addirittura operano su due mercati (di norma il russo e l’americano) e quest’ultimi si ancorano al dollaro americano, ottenendo anzi una rivalutazione.

Quindi, nessuno può approfittare della situazione dollaro / rublo / euro per portarsi via i tesori russi a prezzi da mercatino di periferia. L’onore e la dignità sono salvi.

 

 

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