Parole e sangue, di Arturo Giovannitti (New York, The Labor Press, 1938).
È pressoché introvabile la prima edizione (fu stampata in U.S. A.) di un testo poetico tra i più veraci, emblematici e significativi della prima metà del XX secolo sull’attivismo politico – di matrice socialista e antifascista – e sulle condizioni di esilio patite da chi si opponeva apertamente al regime di Benito Mussolini. Parole e sangue è stato ristampato nel 2005 da C. Iannone di Isernia, a cura di Martino Marazzi e con scritti di Joseph Tusiani. Della prima edizione del 1938, invece, non sembra essercene traccia nel Sistema Bibliotecario Nazionale e comunque pochissime nel WorldCat delle biblioteche mondiali.
Arturo Giovannitti (1884-1959), nato a Ripabottoni, è stato un notevole sindacalista, attivista e poeta italo-americano. Emigrato negli Stati Uniti, si unì al sindacato Industrial Workers of the World (IWW) e divenne un leader nel movimento operaio. Il suo coinvolgimento nello sciopero di Lawrence del 1912, insieme a Joseph Ettor, lo portò ad essere incarcerato ingiustamente, suscitando una vasta solidarietà internazionale. Giovannitti fu anche un acclamato poeta, con opere come “The Walker” e le raccolte “Parole e sangue” e “Quando canta il gallo“. Nel corso degli anni, continuò il suo impegno politico, fondando giornali, sostenendo la causa antifascista e contribuendo alla difesa di Sacco e Vanzetti. La sua eredità è stata commemorata attraverso spettacoli teatrali, premi poetici e monumenti in Italia e negli Stati Uniti, dimostrando l’importanza duratura del suo lavoro e del suo impegno socialista.
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