A caccia di autori della letteratura francese dispersi tra due secoli
di Carlo Ottone
“Autori francesi tra modernità e inattualità”. Sono quelli che sono recensiti nel lavoro di Pasquale di Palmo, dal titolo Regesto dei fantasmi (Milano, Medusa 2023). Di Palmo (n. 1958) poeta, saggista, critico e traduttore scrive un libro sui libri che “[…] presuppone una lunga e reiterata frequentazione con i fantasmi […]” della letteratura francese.
Questo lavoro raccoglie poco meno di un centinaio di recensioni, apparse tra il 2017 e il 2023 sull’inserto culturale domenicale Alias del quotidiano «il Manifesto»; si tratta di recensioni di testi riguardanti la letteratura francese del XIX e XX secolo, che l’autore suddivide, per agevolare il lettore, in tre capitoli: Ottocento, Primo Novecento e Secondo Novecento, così da offrire un memorandum “[…] critico inattuale, fortemente compromesso con un’idea non convenzionale di poetica, invisa al canone dominante”.
Il testo nelle sua oltre trecento pagine prende in considerazione poeti, prosatori e saggisti che hanno fortemente caratterizzato il milieu letterario transalpino; vengono recensiti libri, usciti in Italia, di autori noti ma anche di eretici, non allineati e maudit, perché:
“Questi autori formano una luminosissima costellazione di sommersi che hanno riscattato con il vessillo della loro opera uno sguardo da annegato, i cui riverberi ancora si trasformano in geroglifici coloratissimi, in tracce speculari di salvifica scrittura”
e anche di musicalità, una letteratura “[…] che ha una struttura a soffietto, a fisarmonica, che si dilata e contrae a seconda delle occasioni” dando modo di comprenderne l’essenza, connaturando e marchiando queste opere letterarie così come il valse musette ha connotato la musica francese, Boris Vian (uno dei tanti i cui lavori sono recensiti nel libro) che se ne intendeva, non solo di letteratura ma anche di musica, diceva che in Francia il blues, l’anima di un popolo, si chiama musette, anche queste recensioni rappresentano l’anima di un popolo.
Meritorio questo lavoro che ci fa conoscere scrittori il cui nome, le cui opere, sono conosciuti anche in Italia, ma ci fa conoscere i così detti “minori” che poi minori non lo sono, semmai sono minori tra i grandi. Questo è un libro di facile lettura, un libro che parla di libri, una gioia per i libridinosi, ma, a mio parere, è anche un libro di consultazione e per questo ci sarebbe voluto un indice dei nomi, onde evitare quello che successe nel 1960 quando fu assegnato il premio nobel per la letteratura a Saint-John Perse:
“[…] le redazioni culturali dei più importanti quotidiani e settimanali italiani (si sono) trovati in imbarazzo, in quanto il suo profilo era pressoché sconosciuto alla maggior parte degli addetti a lavori” (pag. 315).
Questo lavoro risente, ça va san dire, degli interessi dell’autore, delle sue preferenze, ma ho trovato che tra gli autori recensiti non compare un maître (a tout) à penser J.P. Sartre e la grande sartreuse Simone de Beauvoir se non citati en passant, ma loro hanno già fatto la storia della letteratura francese, c’est vrai(?).
Disponibilità del libro (sempre aggiornato)