Sally Trench: chi è costei?
Storia di una donna coraggiosa e di un piccolo caso editoriale da 26 traduzioni e due milioni di copie
di Alessandro Brunetti
Se cercate Sally Trench in rete troverete sparse e frammentarie notizie di questa donna dalla vita avventurosa. Ma non immaginatevi verdi praterie d’Africa o traversate in solitaria. Sally Trench ha dedicato la sua vita alle persone ai margini: drogati a Londra prima, poi giovani disadattati in giro per il Regno Unito, bambini travolti dalla guerra in ex Jugoslavia, e tantissimi altri progetti un po’ ovunque.
Di lei sappiamo poco, pochissimo. Non ho trovato una voce univoca su di lei, una bio degna di questo nome, nulla, soprattutto in confronto al suo impegno sociale che meriterebbe molta più attenzione e che altri in prima fila come lei (ma anche in seconda o in terza) avrebbero messo sotto i riflettori.
Ne parliamo qui perché Sally Trench ha scritto anche libri. Il suo esordio è un diario della vita per strada, cercando di salvare ragazze e ragazzi della sua età dalla droga. Sto parlando del misconosciuto Seppellitemi con i miei stivali (Modena, Edizioni Paoline, 1970). Già, ‘peccato’ che in Italia appena uscito ha fatto qualcosa come ventiquattro edizioni. La prima volta che l’ho visto è stato poche settimane fa. Dimenticato su uno scaffale. Quasi stavo per ignorarlo ma quel titolo da ballade degna di Spoon River era troppo bello, e così è finito nel bottino di quel giorno.
Quando vedo Edizioni Paoline temo sempre di trovarmi davanti a libri molto di nicchia, bio di santi, quasi santi e ex fanti, ma sono bastate poche righe per ricredermi. Non era Christiane F. ma molto di più e molto prima.
In Inghilterra Bury Me in my Boots esce nel 1966, in Italia la prima edizione è del 1970. Non aspettatevi quotazioni strabilianti, la sua vita discreta ha fatto sì che le prime edizioni appena menzionate si trovino a prezzi più che ragionevoli (ho visto delle copie da lavoro a oltre 350 euro, però), ma quello che mi ha colpito è stata la fulmineità con cui ho venduto la mia copia che era anche una edizione datata ma successiva alla prima.
Credo che come il famigerato Eroina di Guido Blumir (non cito a caso, il tema è lo stesso anche se l’approccio è diverso), libro che si vende sempre e mi fa piacere tenere in scaffale quando lo incrocio, anche questo Seppellitemi con i miei stivali possa diventare una piccola perla nel tempo.
Non ho però trovato una risposta alla domanda insita in questo articolo, e cioè come mai di Sally Trench si sappia così poco, ma un’ipotesi me la sono fatta. Forse è troppo rigorosa, troppo cattolica, e troppo seria. Ma nel suo caso sono tutti meriti.
Disponibilità del libro (sempre aggiornato)