Una bottiglia di Champagne? No, un libro!
di Alessandro Brunetti
Bisogna essere sempre sul pezzo, non ci sono altri modi per costruire una biblioteca di libri cult e modellarsi un futuro nel mondo del bibliofilismo estremo. Anzi, del bibliofilo trash, aggettivo usato con risvolti solo positivi, sia ben chiaro.
Inutile arricciare il naso: Sposerò Simon Le Bon o certi titoli di Roberto D’Agostino hanno tolto il sonno ai collezionisti, neanche fossero dei Marinetti in prima edizione. E all’orizzonte si profila un nuovo caso, reso mediaticamente evidente dalla cronaca giudiziaria: stiamo parlando del “capolavoro” di Davide Lacerenza, quel “Vergine, Single e Milionario” edito da Sperling nel 2020 e che appare introvabile. Del libro hanno scritto già in molti, dandone un riassunto di massima. Nel libro Lacerenza racconta della sua carriera, culminata con l’apertura della Gintoneria. I suoi inizi lo vedono ai mercati di frutta e verdura, dove scarica la merce e lavora per lo zio. Una vita che però non sente sua. Comincia a lavorare nei locali della notte meneghina, prima cameriere e lavapiatti, poi la scalata al successo e alla visibilità. Non mancano pagine dedicate agli eccessi, alle dipendenze, alla realtà in chiaroscuro che fanno da sfondo alla Milano da bere che evidentemente esiste ancora.
A quanto pare il libro, stampato in caratteri inusitatamente grandi, sarebbe nato da una chiacchierata tra Lacerenza e il giornalista Gabriele Parpiglia.
Che vada alle stelle come una bottiglia di Krugg, una di quelle sciabolate dal protagonista di certe notti, che non finivano all’alba, della cosiddetta capitale morale di questa disgraziatissima Italia? Che la caccia abbia inizio.
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