"Avete fatto caso che gli unici roghi della storia riguardano libri e streghe?"

la creatrice di Art & Bibliophilia

Martina Trevisan e il suo sogno “di carta” fattosi realtà

Siamo a colloquio con Martina Trevisan (nata a Trieste), che dal 2012 cura l’apprezzato e rinomato blog Art & Bibliophilia (uno dei più seguiti del settore in Italia) e che da poco tempo gestisce la Libreria Zuckerman di via Rismondo n. 1 a Trieste.

Bibliofilia che passione, di Martina Trevisan (edizione privata, 2017)

Nel 2017 è uscito Bibliofilia che passione – Viaggio curioso tra rarità di Céline o Bukowski, esordi italiani, anni Sessanta e quotazioni bibliografiche, un vero e proprio compendio di dieci anni di incontri con libri di tutti i generi, con edizioni raffinate, insolite, scomparse e poi ritrovate.

Dieci anni di “guerra e pace” con quegli individui, non fatti di carne e ossa, ma che pure amano, odiano, si indispettiscono, si fanno ammirare, insultare, invocare e a volte anche pregare. Sì, avete capito benissimo: stiamo parlando di libri. E di cos’altro?

Tutto comincia da “Guida alle Prealpi Bergamasche” in mezzo a una miriade di abiti usati…

Martina, lei nella prefazione del suo libro scrive di come l’innamoramento per questo mestiere – non era ancora una libraia ma lo sarebbe diventato – avvenne per un fortuito incontro in soffitta. Non per un libro di Proust, una prima edizione di Calvino o Garcia Lorca. No, tutto avvenne quando ebbe fra le mani Guida alle Prealpi Bergamasche, di Antonio Stoppani, un libro di fine Ottocento. Ce ne vuol parlare?

“Proprio così, si trattò di una scoperta avvenuta per pura casualità e con nessuna conoscenza da parte mia riguardo al mondo del collezionismo librario. Rinvenuto un gruppo di libri all’apparenza insignificanti – tra cui un’edizione anni ’80 della Divina Commedia e qualche giallo – ho provato a metterlo in vendita su eBay (all’epoca usavo rivendere gli abiti che non usavo più). Risultato: l’unico libro ad avere numerose offerte e domande da parte degli utenti fu la Guida, che come sappiamo appartiene alla categoria dei tanti collezionati libri di viaggio. Gli altri rimasero invenduti. Così iniziai a riflettere sul perché di questo fatto e a leggere compulsivamente libri sulla bibliofilia e il collezionismo librario. Ben presto iniziai a formarmi una cultura più ampia sull’argomento.”

Proust, Federico Moccia o Dragonball? Quando la cultura è a 360 gradi

Nel suo Bibliofilia che passione ripubblica una selezione aggiornata dei post “storici” e più apprezzati apparsi in Art & Bibliophilia. Praticamente, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Si va da Stephen King a Boris Pahor, passando per Elena Ferrante, Isabella Santacroce, J. R. R. Tolkien, Francesca Woodman e chi più ne ha più ne metta. A distanza di anni, quali sono i filoni che ancora predilige nella sua personale ricerca bibliofila e perché?

“Personalmente odio ripetermi e annoiare il lettore con scoperte già fatte… pertanto una volta affrontati alcuni argomenti, tendo ad esplorare nuovi orizzonti, che peraltro aiutano a mantenere vivo anche il mio stimolo verso la ricerca bibliografica. Al momento sto osservando il panorama del manga, che a partire dagli anni ’90 ha praticamente invaso il mercato e coinvolto gran parte dei giovani lettori. A titolo di esempio, sto raccogliendo le prime edizioni italiane e straniere di Dragonball, Sailor Moon, One Piece e altri manga di ampia diffusione mondiale. La versione italiana è sempre piuttosto facile da reperire, mentre quelle straniere mi stanno dando delle difficoltà. Ma continua ad interessarmi anche il catalogo d’arte contemporanea prodotto in edizioni limitatissime e quello fotografico. Gli spunti sono infiniti e le sorprese sempre molteplici.”

Ci parli delle sue “ossessioni”, di quei libri che sta cercando per mari e per monti. Ho saputo di Proust antiebreo di Alessandro Piperno (Franco Angeli, 2000). E cos’altro?

“Proust antiebreo è uno dei pochi libri che sto ancora cercando da parecchi anni! Si tratta del suo esordio e fa parte del mio filone di ricerca dedicato alle opere prime di scrittori italiani contemporanei, di cui ho scritto anche nel mio libro. Devo dire di aver riscontrato molto interesse da parte dei lettori su questo tema e parlandone sono uscite anche chicche inaspettate, come il raro Tre metri sopra il cielo di Federico Moccia.”

Da Urs Fischer a Georges Simenon

Helmar Lerski, di Urs Fischer (edizione privata, Urs Fischer, 2008)

Dice ancora Martina:

“Un altro libro che cerco smodatamente e che dubito capiterà, è uno dei primi libri dell’artista di fama mondiale Urs Fischer intitolato Helmar Lerski.e stampato nel 2008. Come di sovente accade con i libri d’artista, è stato prodotto in pochissime copie ed è irreperibile da anni. Mi sfuggì a 20 euro quasi dieci anni fa, poi nessuna traccia più…”

Posso confermare – essendo anch’io un cacciatore di libri – che a volte non c’è nessun tipo di ragionamento razionale dietro le nostre personali “fisse”. Ci impadroniamo del vissuto di un autore, di una collana, di una casa editrice. E tendiamo ad accumulare meccanicamente tutto quanto di attinente. Altre volte, invece, ricerchiamo la perla singola, il libricino tirato in trenta copie e quindi, virtualmente, introvabile. Sono queste le sue suggestioni?

“In realtà di fisse ne ho poche, un tempo ne avevo di più. E con il passare degli anni ho assunto un approccio molto più serendipitiano. Ritengo che se un libro deve farsi trovare da noi, compare inaspettatamente nel giro di pochi mesi. Al contrario, se non è destino che debba spuntare sul mercato, si farà attendere per anni. Pertanto è inutile cercarlo…”

Quale è la collezione privata più strana e insolita nella quale si è fin qui imbattuta? O forse dovrei spostare il tiro al collezionista… Io, per esempio, mi ricorderò per tutta la vita di quel lunatico bibliofolle che cercava frontespizi. Strappava impietosamente libri che aveva pagato migliaia di euro, tenendo solo il frontespizio. E non per motivi di spazio…

“Di recente mi è capitato di acquistare dei libri appartenuti a una persona da poco scomparsa, che mi ha lasciata davvero stupefatta. I libri erano tantissimi, tutti costosi e sparsi ovunque nell’appartamento, sistemati perfino su scaffalature “di fortuna” in ferro o legno lungo i corridoi della casa. Ma la stranezza era che questi volumi in parte recavano ancora l’imballo originale e a una parte di essi il proprietario aveva incollato un’etichetta minuziosamente ritagliata – o più di una – sopra il talloncino del prezzo, ma anche all’interno del piatto posteriore. Infine, ho trovato più di quattro copie mai lette di moltissimi libri, conservate gelosamente e mai aperte. Vi assicuro che non era un editore, ma semplicemente un autentico bibliofolle!”

A volte si fanno ottimi affari. Si comprano libri per poco e si riesce a rivenderli molto bene. Capita, inoltre nei mercatini, di fare ritrovamenti eccezionali. Cosa ci può raccontare dei suoi successi più eclatanti, o ai quali è emotivamente più legata?

“Come spesso ho raccontato sul blog, le scoperte animano i cacciatori di libri come noi e illuminano le loro giornate. Tutti noi abbiamo fatto delle trouvailles in vita nostra, poiché nemmeno i librai più esperti possono sapere tutto e avere il controllo del flusso di libri, che ogni giorno si riversa nelle librerie dell’usato.

Quelle che ricordo con più gioia sono le prime, perché ero ancora giovanissima e causavano in me un senso di estrema meraviglia ed eccitazione. Il guadagno non era importante in fin dei conti, contava soltanto la sorpresa di aver trovato qualcosa di introvabile ed essere riuscita a riconoscerlo! Tra questi una rarissima edizione del Simenon apocrifo, ovvero quando ancora scriveva sotto pseudonimo per piccole case editrici (in questo caso era la mitica Taurinia, anno 1933). Il libriccino si chiamava Tutto per te e lo trovai in una bancarella romana per 3 euro.

Ma ricordo con emozione anche quando trovai La vita segreta di Lady BerlusconI di Mario Guarino, che sapevo essere raro proprio perché è stato citato in uno dei suoi fondamentali testi. Lo trovai a pochi euro in occasione del fuori tutto di una storica libreria triestina, che ora ha chiuso i battenti. All’epoca era valutato sui 100/150 euro.

Infine, in una libreria di Trieste una giornata di ottobre, trovai l’edizione del centenario del noto romanzo Buddenbrooks di Thomas Mann, in lingua originale. Dovete sapere che a Trieste circolano ancora molti libri tedeschi, dovuti al passato austro-ungarico della città. Pertanto è probabile trovare belle edizioni tedesche, magari appartenute a qualche nobile austriaco. La rivendetti per qualche centinaio di euro per pagarmi la vacanza…ma per riconoscere il suo valore dovetti studiarmi a lungo la letteratura tedesca.”

Niente “Colazione sull’erba” stamani!

Viceversa, altre volte si prendono sonore fregature. Ci parli di qualche pessimo affare, di libri sopravvalutati, di edizioni taroccate o quant’altro, consapevoli che non sempre le cose possono andare lisce. Un giorno vi dirò di quando su Amazon comprai un raro titolo di Umberto Eco e mi arrivò un libro da colorare per bambini…

Colazione sull’erba, di Luigi Ghirri (Pisa, Grafiche Stig, 1972 o 1974)

“Beh, di fregature ne ho prese tante e sono convinta che servano anche quelle! Quelle più comuni sono acquisti effettuati sul web e subito cancellati dal libraio che, accortosi dell’errore, ha annullato la transazione. Mi capitò di vedere stornata la vendita del primo catalogo di Luigi Ghirri del 1972, Colazione sull’erba, acquistato per 20 euro. La delusione fu grossa.”

Recentemente io ho fatto una proposta su come cambiare la politica dei desiderata. Negli ultimi mesi, infatti, più volte è successo che utenti/collezionisti che avevano comprato in piena regolarità libri a lungo ricercati – proprio avvalendosi dei servizi di desiderata di Abebooks, Maremagnum etc. – si sono visti soffiare il libro da altri utenti che (ricevuto lo stesso avviso per mail) hanno scavalcato il legittimo compratore contattando direttamente il libraio e forzandolo ad annullare la vendita. Non so se lei ha maturato una sua riflessione su questo argomento…

“Purtroppo i librai non sempre sono corretti e l’esempio di cui sopra lo dimostra. Credo però che sia impossibile porre rimedio alla problematica. Certo, i siti di compravendita dovrebbero stare più attenti a queste cose e punire i librai disonesti, ma personalmente proprio in seguito all’apertura della libreria, ho notato che ciò può accadere anche involontariamente. Capita di vendere un libro in negozio e dimenticarsi di toglierlo dal web. E lì sono guai… Cerco però di stare attenta a non fare errori simili, poiché mi dispiacerebbe avere la nomea di quella che si concede al miglior offerente. Credo che i clienti vadano coltivati con pazienza e fedeltà.”

Trieste la triste: tutto falso!

Ci parli adesso di libri e di editori della sua città, Trieste. Ci sono piccole case editrici, magari non più esistenti, che hanno sfornato vere e proprie gemme (attenendoci al ‘900)? E case editrici attuali da tenere d’occhio? Infine: per quanto riguarda gli autori mi viene in mente ovviamente Umberto Saba, e poi l’incredibile Gillo Dorfles, Boris Pahor, Claudio Magris. Ma ci saranno altri nomi, trascurati dalle masse… Ci dia qualche suggerimento di caccia.

“Bisogna dire che Trieste vanta un gran numero di scrittori “fondativi” del Novecento italiano, tra cui Umberto Saba, Italo Svevo, Virgilio Giotti e altri geni raccontati da Giampiero Mughini in Una città atta agli eroi e ai suicidi. Trieste e il caso Svevo (edito da Bompiani nel 2011). Molte loro prime edizioni uscirono per piccole case editrici triestine; si pensi ad esempio alla Vram di Senilità.

Questi libri però sono ormai introvabili e costosissimi, valutati anche sopra i diecimila euro. E’ più probabile che capitino in una casa di un ricco milanese, che in una bancarella triestina…

Tra i meno conosciuti posso consigliare il poeta attivo negli anni ’70 Fulvio Muiesan, che forse in futuro verrà riscoperto. Ma vi consiglio di interessarvi anche alla letteratura slovena, che a Trieste è molto ricercata (essendoci una minoranza molto attiva in campo culturale). Tutte le prime edizioni di scrittori sloveni – tra cui Srečko Kosovel, Ivan Cankar o appunto Boris Pahor – sono ancora accessibili a poco prezzo, ma non è detto che sarà così anche in futuro.”

Bene. Martina Trevisan ci ha dato abbastanza materiale su cui riflettere, indagare, scivolare pian piano fra le frastagliate coste del golfo. Le brumose fenditure dei vicoli, quasi inaccessibili d’inverno, aspettano l’incauto visitatore. Affrettate il passo, bibliofili, se volete arrivare per primi a metter le mani su quei tesori che facilmente fuggono via. Ma se volete trovare qualcosa, riposate. “Nulla riposa della vita come la vita”

 

 

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