Da un Croce…all’altra passando per Farinelli
di Aldo Lo Presti
ROMA PORTA PORTESE Domenica 13 Marzo 2022 – Noialtri fedeli custodi della tradizione crociana fondata sul culto degli studi eleganti di aneddotica e di erudizione, quando abbiamo la possibilità di frequentare il mercatino di Porta Portese, ci ritroviamo ad incuriosirci di tutta una serie di libri e libretti che a loro volta ci permettono di trarne, per l’appunto al modo del Benedetto Croce, una qualche briccica, una facezia, un fatterello, una storiella libreccia che ci sembra non disutile riportare alla nostra ed altrui attenzione.
Meglio poi se questi libri e libretti riguardano le memorie dei grandi, meno grandi o minimi uomini di cultura, per quanta esperienza (di vita e morte) vi si rintracci.
Com’è successo con la prosa difensiva di Arturo Farinelli intitolata Episodi di una vita, un volume edito da Garzanti nel 1946, per come è stato possibile raccontarlo nell’articolo precedente in questa stessa sede (vedi qui), un libro per certi versi interessante, specialmente laddove si rintracci un frammento biografico poco noto – forse! – riguardante le figlie del più volte evocato Croce, Alda ed Elena!
Infatti, nelle sue memorie, l’ex Accademico d’Italia (nonché amico e confidente di Croce) ci tiene a ricordare come non avessero:
«…timidezza le [sue, n.d.r.] discepole e assolvevano con baldanza gli studi, più insistenti dei maschi nel chiedere appoggio, direttive ad ogni lavoro intrapreso. Benvoluta nella mia casa, assidua nelle visite era una studentessa che aveva grande zelo e molta capacità. Preparava una tesi sull’Imbriani. E bisognava che curasse tutti gli scritti dello scrittore bizzarro e originale. Con un lesto esame nelle biblioteche di Torino non si conchiudeva nulla. Volevo si recasse a Napoli e prendesse suggerimenti dal Croce, in possesso delle carte imbrianesche. E alla mia domanda se avesse i mezzi per vivere a Napoli nel periodo delle sue ricerche rispondeva tranquillizzandomi che avrebbe preso stanza laggiù dalle monache. Trascorsero alcuni mesi e seppi che la discepola mia era passata sposa dell’amico Croce. Con la nuova famiglia crociana, riunita a Torino, trascorrevo alcune ore serene, e giocavo con una bimba nella piazzetta di fronte alla casa innanzi ad un gran mucchio di sabbia, il suo grande amore che tutta l’occupava. Crebbe la bimba e si sviluppò fiorentissima, studiò con passione le cose ispaniche, assolse brillantemente l’Università, scrisse un libro vivo e sensatissimo su Lope».
Quella bimba risponde al nome di Alda Croce, il libro citato è lo studio critico su La Dorotea di Lope de Vega, uscito per la casa editrice Laterza nel 1940, mentre l“allieva” si chiamava Adele Rossi.
Ed esattamente della sorella di Alda, Elena Croce, s’è avuto la fortuna di comprare a Porta Portese un libretto davvero non comune intitolato Lo specchio della biografia, edito sotto le romane insegne di Luigi De Luca, dal quale libretto abbiamo attinto gran parte delle citazioni iniziali, ed al quale editore, Elena Croce destina la dedica a stampa: «Al carissimo Amico Luigi De Luca».
Si tratta del secondo titolo dell’elegante collana dei Quaderni di Pensiero e di Poesia diretti a quattro mani dalla stessa Croce con Maria Zambrano, quest’ultima autrice del primo titolo della serie (poi edita da Vallecchi), il raro I sogni e il tempo tradotto dall’amica Elena, un’amicizia feconda di studi ed esperienze maturata nel corso del decennio (dal 1953 al 1964) che la Zambrano trascorse a Roma con la sorella Aracoeli un nome che ispirò ad Elsa Morante l’omonimo titolo per il suo ultimo, struggente, meraviglioso romanzo pubblicato per Einaudi.
Dal quale romanzo abbiamo adottato l’abitudine del miopissimo Manuel Muñoz y Muñoz di egualmente isolarci da ciò che non ci piace semplicemente togliendoci gli occhiali, e, così facendo, negando al mondo la possibilità di continuare a sconcertarci con la sua volgare crudeltà. Vale
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